Le sculture di vetro di Ritsue Mishima a Londra e a Venezia
Lavora con i maestri del vetro di Murano e s’ispira alla natura l’artista giapponese Ritsue Mishima. Ora in mostra alla Tristan Hoare Gallery di Londra e alle Gallerie dell’Accademia di Venezia
L’incontro con Ritsue Mishima (Kyoto, 1962) avviene nelle stanze georgiane della galleria di Tristan Hoare, situata in una delle più belle piazze di Londra, Fitzroy Square, a pochi passi dalla casa dove visse Virginia Wolf. La luce calda di ottobre si riflette nei vasi appoggiati sopra a eleganti piedistalli specchianti, che assorbono, come un caleidoscopio, i colori delle tele di Alessandro Twombly, protagonista con la Mishima della mostra Confluence, visibile fino al 28 ottobre. L’artista ci racconta il suo percorso quando da Kyoto si stabilì a Venezia nel 1989 e da allora si divide tra le due culture e città.
Le sculture di Ritsue Mishima sono presenti in collezioni pubbliche tra cui il Musée des Arts Decoratifs di Parigi, il Museum Boijmans Van Beuningen di Rotterdam, la Ernsting Foundation Alter Hof Herding in Germania. L’artista ha ricevuto il Giorgio Armani Award da Sotheby’s a Londra nel 2001 ed è stata nominata per il Bvlgari Avrora Award in Giappone nel 2022.
MISHIMA E IL VETRO
La scelta della traslucenza del vetro e la padronanza tecnica dei maestri artigiani muranesi consentono alla Mishima di esprimere, attraverso un linguaggio contemporaneo, il valore plastico della forma e l’inconfutabile aura luminosa che circonda le sue opere. Le sculture di Ritsue Mishima sono chiaramente ispirate a schemi naturali, simili a boccioli che si sono aperti delicatamente creando inaspettate e vigorose forme contemporanee. La superficie, irresistibile al tatto, chiede quasi di essere accarezzata, presentandosi morbida come velluto o nervosa come un terreno scomposto in piena corrente tellurica.
Il vetro sembra modellato dallo spirito turbolento del kamikaze ‒ il vento divino ‒, che ricorda forse le origini violente del vetro nell’improvviso colpo di luce e nell’eruzione vulcanica bollente composta di piccole grandi eruzioni. Il vetro esprime qui molti stati d’animo: la quiete di una cascata sinuosa e increspata come l’acqua di un fiume in movimento e le ansie vorticose che si contorcono e girano furiosamente come tifoni giapponesi.
INTERVISTA A RITSUE MISHIMA
Quando e come ti sei avvicinata al vetro?
Un giorno volevo comprare un vaso per metterci dei fiori a casa mia, ma non trovavo niente di soddisfacente. A quel punto, un mio amico mi ha suggerito di farlo da me, e così ho cominciato!
Come hai visto cambiare la produzione del vetro negli ultimi anni?
Io lavoro con una fornace a gestione familiare a Murano. Lavorare il vetro è sempre una lotta continua. Le crisi vanno e vengono, sono abituata. Auguro sempre al mio team di stare bene, di essere in salute, è la parte più importante; il resto sono imprevisti e sorprese, ma bisogna sperare nella vita e andare avanti.
Come avviene la fase progettuale dei tuoi lavori? Parti sempre dal disegno?
Non faccio disegni precisi delle mie idee, ma solo uno schizzo veloce che attacco alla bocca del forno, affidandomi alla casualità di quel giorno.
Cosa ispira l’organicità delle tue forme?
Il processo stesso di fare vetro, il movimento, il comportamento del vetro caldo durante il processo di creazione.
Le tue opere sono prive di colore, sei mai stata tentata dalla cromia?
Nel vetro trasparente ci sono tutti i colori, i colori dell’ambiente circostante e di chi lo guarda. Il concetto del mio lavoro è la luce, essa crea mille forme e colori nel vetro trasparente.
Due mostre importanti – a Londra e a Venezia ‒ ti rendono omaggio in questo periodo. Quanto gli spazi e le installazioni incidono nell’estetica del tuo lavoro?
Tantissimo: negli spazi in cui vengono esposti, i miei vetri trasparenti assumono i contorni della luce circostante e si fondono con il contesto, relazionandosi a esso.
LA MOSTRA DI MISHIMA ALLE GALLERIE DELL’ACCADEMIA DI VENEZIA
Il confronto con le opere di Alessandro Twombly alla Tristan Hoare Gallery richiama un altro dialogo dell’artista giapponese, stavolta alle Gallerie dell’Accademia di Venezia, nella mostra Ritsue Mishima, Glassworks, allestita fino al 27 novembre 2022: quello con le opere di Canova e Palladio presenti nella collezione permanente del museo. Nella tromba dell’impressionante scala ovata del Palladio, sospesa nel vuoto, si estende, per otto metri e venti centimetri, la Colonna di luce, composta da novanta elementi di forma tondeggiante, simili l’uno all’altro ma tutti diversi nella loro unicità. Davanti al cortile palladiano, un grande tavolo dalla superficie specchiante accoglie quindici sculture che riflettono e moltiplicano la propria immagine sul supporto che li ospita. Le opere, grazie al loro doppio, causato dalla superficie specchiante, creano uno spettacolare effetto ottico d’insieme.
Barbara Martorelli
Londra // fino al 28 ottobre 2022
Confluence. Ritsue Mishima & Alessandro Twombly
TRISTAN HOARE GALLERY
6 Fitzroy Square
https://tristanhoaregallery.co.uk/
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