Futuro Antico. Intervista al fisico Roberto Battiston

Dalla musica all’antimateria, una discussione a tutto tondo con Roberto Battiston, a capo dell’Agenzia Spaziale Italiana dal 2014 al 2018, pronto a dare qualche consiglio sul futuro

Nato a Trento nel 1956, Roberto Battiston è laureato in Fisica alla Scuola Normale di Pisa e ha un dottorato all’Università di Parigi IX, Orsay. Dal 1992 è Professore ordinario di Fisica Sperimentale presso il Dipartimento di Fisica dell’Università di Trento. È stato presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) dal maggio 2014 al novembre 2018. Fisico sperimentale, specializzato nel campo della fisica fondamentale e delle particelle elementari, è uno dei maggiori esperti di raggi cosmici.

Quali sono i tuoi riferimenti ispirazionali nell’arte?
Mi ispiro alla musica che possiede una struttura astratta ma contemporaneamente immersa nel reale, così come l’attività scientifica.
Io stesso suono e quindi ho familiarità con il suo linguaggio. Amo molto Vivaldi, Bach e Mozart ma anche le band rock degli Anni Settanta, come i Pink Floyd e i Tangerine Dream.
Mi affascinano artisti che producono musica partendo da sequenze numeriche e scientifiche: per molti secoli i movimenti dei pianeti sono stati interpretati come musica delle sfere celesti, un’armonia nascosta nella realtà e legata specificatamente a risonanze armoniche e a relazioni di carattere matematico-fisico.

Qual è il progetto che ti rappresenta di più? Puoi raccontarci la sua genesi?
Ce ne sono tanti ma posso citarne due, uno scientifico e l’altro istituzionale.
Il primo è il progetto AMS (Alpha Magnetic Spectrometer) che ho sviluppato con il premio Nobel Samuel C. C. Ting del MIT: lo abbiamo portato nella Stazione Spaziale Internazionale.
Questa ricerca aiuta a trovare risposte a domande fondamentali come: che cos’è la materia oscura? Che cosa è successo nel momento del big bang? Che cos’è l’antimateria?
Si tratta di problemi che riguardano sia l’infinitamente piccolo che l’infinitamente grande: è stato quindi naturale per noi sviluppare una strategia innovativa di ricerca partita dalla strumentazione utilizzata negli acceleratori sotterranei del CERN, che si è evoluta nella progettazione di una strumentazione complessa, montata su uno shuttle e poi sulla Stazione Spaziale Internazionale. È stata un’esperienza travolgente. Abbiamo reimpostato gli esperimenti che facevamo nel CERN in un contesto completamente diverso, all’interno di uno shuttle che orbita a 27mila chilometri all’ora a oltre 450 chilometri di altezza.

E il secondo progetto?
L’avventura istituzionale che mi ha portato a diventare presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana. Un mondo affollato da astronauti, da rapporti internazionali e investimenti per supportare settori strategici del Paese, in cui ci siamo concentrati sullo sviluppo della space diplomacy e abbiamo esplorato le novità della new space economy. Sono felice di aver ricoperto quella carica perché molte delle scelte prese allora hanno effetti positivi ancora oggi. In questi ruoli è di importanza fondamentale mettere in atto la sottile arte di saper prendere decisioni strategiche e visionarie ma allo stesso tempo abbastanza realistiche e solide per poter sopravvivere nel tempo. La selezione di persone chiamate a ricoprire questi ruoli dovrebbe avvenire attraverso un meccanismo che coinvolga candidati del più alto profilo scientifico e manageriale, basandosi sulle competenze e non sull’appartenenza politica.  Nei suoi 35 anni di storia l’ASI ha avuto più commissari e vicecommissari (10) che presidenti (9), violando platealmente ogni modalità di gestione istituzionale ragionevole.

Quale importanza ha il Genius Loci all’interno del tuo lavoro?
Nei luoghi della scienza la gente è fisicamente presente, può incontrarsi e scambiarsi idee in modi e tempi difficilmente pianificabili. È impossibile prevedere dove nasceranno le idee, ma una condizione necessaria è quella di creare un contesto che permetta di discutere e lavorare insieme. In questi ambienti di lavoro ‒ laboratori, istituti o centri di ricerca ‒ di tanto in tanto scatta la scintilla dell’innovazione e della scoperta, con tutte le conseguenze per la società. Troppo spesso questo non accade, e l’attività scientifica è dominata da pratiche di tipo amministrativo che assorbono quasi del tutto il tempo dei ricercatori mentre la parte dedicata alla ricerca scompare. La buona ricerca avviene quando bravi ricercatori vengono messi in contesti in cui sono liberi, nei modi e negli obiettivi: se così non accade, diventa un lavoro di routine troppo simile a un ufficio brevetti.

La sede a Roma dell'Agenzia Spaziale Italiana

La sede a Roma dell’Agenzia Spaziale Italiana

PRESENTE E FUTURO SECONDO ROBERTO BATTISTON

Quanto è importante il passato per immaginare e costruire il futuro?
È fondamentale ma può essere molto ingombrante. Le grandi scoperte vengono sempre da menti giovani che si affacciano per la prima volta a una specifica tematica della ricerca. Abbiamo molti esempi, che vanno da quelli più clamorosi come Galileo, Einstein e Schrödinger, a quelli meno noti ma non meno importanti. Esprimere una forma mentis e delle opinioni sviluppate in altri contesti permette di essere liberi da preconcetti che solitamente impediscono ai partecipanti alle discussioni scientifiche di essere in condizione di risolvere i problemi.
Le nuove generazioni sono sempre portatrici di idee interessanti: le novità vengono da loro e sarà così anche nei prossimi anni. Se non si dà modo a chi ha la mente fresca di fornire il proprio contributo quando si trova al massimo del proprio potenziale, si sprecano enormi risorse e si perdono innumerevoli opportunità.
Allo stesso tempo non possiamo non renderci conto che la scienza si basa su secoli di progresso scientifico. Occorre sviluppare la capacità di lavorare in team, anche molto numerosi, per raggiungere obiettivi utilizzando grandi esperimenti molto complessi, come il Bosone di Higgs. A mio avviso la scienza deve possedere una capacità di organizzazione di tipo sociale.

Quali consigli daresti a un giovane che voglia intraprendere la tua strada?
Il forte investimento personale richiesto dall’attività scientifica deve essere mosso da un’autentica passione che ci sostiene nei momenti più difficili. Senza questa passione è difficile proseguire con la necessaria costanza. Non è facile né utile provare a descrivere nei dettagli il percorso, piuttosto imprevedibile, che porta alla professione di scienziato. È meglio invece identificare l’obiettivo a cui si tende, cioè il piacere di capire come funzionano le cose, come ricordava Feynman. Consiglio sempre di interagire con i migliori maestri, docenti, insegnanti: pochi suggerimenti chiave possono avere effetti decisivi negli anni.
Come diceva Carlo Rubbia, il ricercatore è colui che, alle quattro del mattino di un giorno qualunque, per la prima volta vede in un grafico dei dati che nessuno prima aveva mai visto, giustificando anni di sacrifici, frustrazioni di ogni genere, battaglie accademiche e qualsiasi altro tipo di difficoltà. Occorre avere obiettivi ambiziosi e impegnarsi al massimo per fare fruttare i propri talenti: è necessaria la compresenza di molta umiltà mista a una forte ambizione.

Roberto Battiston

Roberto Battiston

SCIENZA E TECNOLOGIA NELL’EPOCA CONTEMPORANEA

In un’epoca definita della post verità, ha ancora importanza e forza il concetto di sacro?
Le questioni fondamentali legate alla esistenza dell’uomo e al senso delle cose in fondo non sono molto cambiate nel corso di millenni. Non è la scienza che ci aiuta a trovare le risposte a questo tipo di questioni. Allo stesso tempo viviamo in una società in cui il rumore di fondo è diventato assordante. Negli ultimi vent’anni gli spazi di silenzio, riflessione, lettura e interazione sociale sono stati via via assorbiti dal prevalere di sistemi di comunicazione più rapidi ed efficienti, che hanno riempito una parte enorme del nostro tempo.
Questo ci rende mediamente sordi e ciechi verso quel tipo di problematiche irrisolte, ma non per questo meno importanti. Siamo saliti su una sorta di grandissima giostra scintillante e rumorosa, in cui giriamo all’infinito immersi in un gioco di luci e stimoli in cui lo spazio per la dimensione dello spirito è via via diminuito, in alcuni casi addirittura scomparso.
Il rischio che le generazioni più giovani non riescano a sviluppare le parole necessarie per esprimere la parte di noi più profonda è reale. Quando esiste una esigenza che non si riesce a esprimere, essa emerge in altro modo, spesso imprevedibile. Si tratta di tensioni che scompaiono dalla superficie ma continuano ad agire in profondità.

Come immagini il futuro? Sapresti darci tre idee che secondo te guideranno i prossimi anni?
Il futuro che ci aspetta metterà veramente alla prova la specie umana, per verificare se è ‘sapiens’ così come si è autodefinita. Oggi, a causa della velocità e del ritmo con cui si sviluppano le cose, stiamo oltrepassando i limiti del nostro pianeta, come non è mai successo da quando siamo comparsi sulla faccia della terra.
Quando inizia una epidemia è globale, quando c’è un problema climatico è globale, il ritmo del nostro pianeta batte all’unisono, indipendentemente se i Paesi si mettono d’accordo o meno su come affrontare le sfide che li aspettano.
Un esempio è ChatGPT, il sistema di intelligenza artificiale che sta entrando nelle nostre vite a una velocità così sostenuta che non ce ne rendiamo nemmeno conto. Non è passato neanche un mese del lancio del sito e già Google vede i segni di una crisi imminente. Sono stati richiamati in società i fondatori Brin e Page, perché ci si è resi conto che questo software sta cambiando le modalità con cui in futuro sarà fornita l’informazione. E se questo mette in discussione Google, che esiste da soli vent’anni, vuol dire che il mondo sta prendendo ancora una volta una nuova direzione.

Che cosa ti auguri?
Se potessi, regalerei a tutti gli esseri umani una tonnellata di pensiero razionale e scientifico, oltre a modalità rigorose ed efficaci per affrontare la realtà che ci circonda.
La scienza è un formidabile modello di democrazia, nel quale gruppi di persone legate a un obiettivo comune riescono a lavorare assieme, per lunghi periodi, indipendentemente dalle loro ideologie e religioni, sviluppando modalità trasparenti ed efficienti di gestione.
So bene quanto questa sfida sia difficile: ogni statistica fatta in questo senso dimostra che una parte preponderante della popolazione è “analfabeta scientifica”: ci sono esplosioni di fake news poiché molte persone, incapaci di orientarsi nel mondo della scienza, ricorrono al mito, alla chiacchiera o addirittura alla falsità.
Il rischio che corriamo è quello di uno scontro dove potrebbe prevalere ancora una volta il più forte, sulla base dei metodi sempre usati negli scontri del passato, ma questa volta adattati ai potentissimi strumenti del futuro. Occorre combattere in tutti i modi questo scenario.

Marco Bassan

https://www.spaziotaverna.it/

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Marco Bassan

Marco Bassan

Curatore d’arte contemporanea, fondatore di Spazio Taverna. Ha curato progetti per istituzioni quali il MAECI, Fondazione CDP, CONAI, i Musei Capitolini, il Museo Nazionale Romano, il Parco Archeologico dell’Appia. Nel 2023 ha consegnato la tesi di dottorato presso Roma Tre…

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