Uno chef con la passione per l’arte. Intervista ad Alessandro Borghese
Nei suoi ristoranti di Milano e Venezia ci sono due stanze dedicate alle opere che colleziona e agli artisti contemporanei che sceglie di mettere in mostra. Lo chef televisivo Alessandro Borghese parla del suo amore per l’arte
Frida Kahlo impugna uno smartphone con la mano sinistra, ci osserva attraverso la fotocamera e si prende gioco di noi con dei baffi disegnati sull’indice destro, che tiene sotto il naso. È il provocatorio ritratto firmato TVboy dedicato alla pittrice messicana che dà il nome alla “Frida Room” del ristorante di Milano in cui abbiamo incontrato Alessandro Borghese.
Cucina e arte sono parti di un indissolubile binomio di amori, ben evidente nei ristoranti di Borghese “AB – il lusso della semplicità” a Milano e Venezia, dove trovano spazio opere permanenti, selezionate nel corso degli anni, e il talento di personalità emergenti, ma anche di artisti affermati, in mostre temporanee. Natura Urbana è la nuova esposizione che adorna le pareti dell’elegante locale meneghino con le opere dell’artista comasco Walter Trecchi.
“Non si tratta di una natura che contrasta la città, ma l’idea è un pareggio dei conti, la ricerca di un equilibrio troppo spesso dimenticato, che diventa sempre più impellente”, ha dichiarato l’artista, che definisce l’esposizione come il perfetto racconto di un’importante fase della sua vita: “Ora sono arrivato a dipingere solo la natura”.
Non solo una rappresentazione visiva, ma uno sguardo verso una nuova genesi artistica. Un’acuta scelta nel prestigioso portfolio di talenti di Tabor Group.
Definito lo chef “rock & social” di fama internazionale, Alessandro Borghese (San Francisco, 1976) conferma la sua capacità di coniugare il buon cibo all’arte con metodo, stile e gusto, dando vita a una cucina pluripremiata, dove la ricerca dell’innovazione abbraccia i valori della tradizione italiana.
INTERVISTA AD ALESSANDRO BORGHESE
Quando è nato il suo amore per l’arte? C’è un periodo preciso della sua vita a cui può far risalire il primo interesse verso questo ambito?
Diciamo la scuola, a Roma, dato che una delle materie in cui ero più ferrato era proprio l’arte.
Mi considero un amante del bello. Da ragazzo mi sono sempre piaciuti l’estetica, le forme, le dimensioni, l’equilibrio, i colori, l’armonia, poi, con il tempo, quando si matura, si affinano i gusti. Successivamente l’incontro con mia moglie – a sua volta amante dell’arte – è stato rivelatore. Abbiamo deciso di andare oltre la passione e investire in essa. Un investimento dapprima visivo, per poi passare a quello economico, coniugandolo con i miei due mondi principali: cucina e comunicazione.
Dunque è una passione che condivide anche con sua moglie e la famiglia?
Certamente. Una passione condivisa, che ispira, che fa venire idee. Ci piace andare a vedere le mostre, gli artisti emergenti, conoscere il nuovo. Interessante per me è anche capire dove sta andando l’arte e quale direzione prende. La passione è cresciuta così tanto nel tempo da decidere di inserirla nei nostri ristoranti, accogliendo mostre, esposizioni, anticipate da vernissage dedicati. La “Frida Room” a Milano, dove ci troviamo ora, e la stanza Veronica Franco a Venezia ne sono concreta testimonianza e sono dedicate a due donne uniche. E così, pian piano, abbiamo creato anche la nostra collezione privata. Questo amore lo abbiamo tramandato anche alle nostre figlie: sono ancora piccoline, ma siamo desiderosi che si avvicinino presto al bello.
C’è qualche aneddoto che vuole raccontarci?
Qualche giorno fa i camerieri passavano con i piatti vicino a un’opera di Rodolfo Viola, il Duomo di Milano. All’ennesimo sfioramento, anche per paura dei vapori, ho caricato l’opera in macchina e l’ho portata a casa.
Mostre ed esposizioni. Ci spiega come sono strutturate? Tempi, modi, scelte degli autori.
È una materia di ricerca perenne. Artisti emergenti, casuali incontri, intuizioni, sia a Milano che a Venezia. Esponiamo in entrambe le location. La scelta degli autori non segue necessariamente una logica del momento, ma è più che altro una scelta nostra, personale, individuale.
Ci parla della mostra di Walter Trecchi, Natura Urbana? Ovvero?
Ovvero il soggetto è molto Milano, dalla Torre Velasca ai cantieri di una città che esplode, che cresce, molto gotica, scura, inquieta. Un lavoro di prospettiva. La natura che si riprende la parte urbana, dai tronchi d’albero ai rampicanti. Contesto un po’ “brullo” con una nota di tristezza, ancor meglio di malinconia. In quei piccoli tocchi di colore, si evince un’immagine apocalittica nella quale la natura stessa si riprende la scena principale. Una morale assoluta: per quanto l’uomo possa costruire, la natura è una forza indistruttibile.
ARTE E CUCINA SECONDO ALESSANDRO BORGHESE
La cucina è un’arte?
In realtà non considero la cucina arte, ma artigianato. Io sono un artigiano e non un artista. Il piatto va mangiato subito. Diciamo che, se vogliamo parafrasare, possiamo definirla “arte istantanea”. Tuttavia, preferisco definirmi un artigiano. Per l’arte vera ci vuole tempo, io vivo di botte adrenaliniche, quotidiane e in rapida sequenza. Resto in attesa dello sguardo del cliente, il piatto torna vuoto e il godimento è veloce, in continua evoluzione. L’arte, che sia pittorica o scultorea, è un’altra visione, duratura nel tempo e nello spazio.
Picasso, Modigliani, Castellani, Chagall, Munch, Warhol, Pollock, Kandinsky. Fra loro c’è qualcuno che sente “stilisticamente” più vicino ai suoi “gusti” artistici?
Sì, Kandinsky. Non che i mostri sacri che ha appena nominato non mi piacciano, tutt’altro, ma soggettivamente dico Kandinsky, perché mi esaltano l’uso dei colori, le sue geometrie, lo stile inconfondibile. Anche se non nascondo che vado molto a periodi anche per l’arte, come per la musica, che ha il medesimo potere evocativo del cibo. In quest’ultimo caso capita che mi fissi con un ingrediente per due o tre settimane e ci concentriamo su quello.
Quindi il podio dei suoi amori è composto da…
La mia famiglia al primo posto e, da persona molto fisica, materica e pratica, direi che sono follemente innamorato della mia cucina, è qualcosa che mi riempie di soddisfazione. E non parlo di un amore solo platonico, mi riferisco anche a un amore viscerale, carnale, forse anche paragonabile al sesso. Ho la fortuna di fare quotidianamente qualcosa che mi appassiona e il tempo passa in maniera talmente piacevole che nemmeno me ne rendo conto. Direi che potrei fondere i miei due mondi, gastronomico e televisivo, che mi diverte tantissimo, e riservare loro un posto speciale sul mio podio. Ho davvero tante passioni, come la musica, i motori, gli orologi, ma è impossibile non menzionare i vini, rigorosamente bianchi d’estate, rossi d’inverno… e bollicine tutto l’anno!
Mirko Crocoli & Giulia Piscina
https://www.alessandroborghese.com/
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