Shcherbenko Art Center di Kiev. In Ucraina l’arte come forma di resistenza

Una delle istituzioni più attive nel campo dell’arte contemporanea in Ucraina continua la propria attività. L'intervista alla fondatrice

Nato poco più di dieci anni fa, lo Shcherbenko Art Center di Kiev è una delle istituzioni più attive nel campo dell’arte contemporanea in Ucraina. Anche con la guerra in corso continua la sua attività, sebbene se ridotta, in un momento in cui nemmeno il mondo dell’arte è esente dal riflettere le tensioni politiche che sussistono tra Russia e Ucraina. Ne abbiamo parlato con la fondatrice Maryna Shcherbenko.

Maryna Shcherbenko. Photo Vasylyna Vrublevska

Maryna Shcherbenko. Photo Vasylyna Vrublevska

Come e perché è nato lo Shcherbenko Art Center?
Lo Shcherbenko Art Center è stato fondato nel 2012 come emanazione della Bottega Gallery (2008-2015). Obiettivo principale del Centro è sostenere l’arte ucraina contemporanea e gli artisti emergenti, così da promuovere i cambiamenti sociali attraverso l’arte, abbattendo gli stereotipi sulle ultime tendenze artistiche sociopolitiche nella società. Un altro obiettivo è quello di partecipare al dibattito artistico e contribuire a costruire il ruolo locale e internazionale della cultura ucraina contemporanea. Il team che ci lavora presenta progetti di artisti ucraini già affermati insieme alle giovani generazioni, e sperimenta una combinazione di arte visiva e letteratura, musica, architettura, design e industria della moda attraverso progetti interdisciplinari. Il Centro si concentra anche sull’istruzione e la ricerca sulla pratica espositiva, e sullo studio dell’arte contemporanea, organizzando un programma parallelo di incontri, seminari, conferenze di artisti, presentazioni, e conduciamo ricerche sulle pratiche e sui metodi degli artisti.

Su quali temi verte la linea artistica del Centro?
In tempo di pace le questioni che ci interessavano maggiormente sono state il genere, l’identità, il discorso femminista, gli aspetti queer, i conflitti sociali, l’antropocene, l’ecologia e la politica. Ma dopo l’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte della Russia, non possiamo parlare d’altro che di guerra. I progetti di oggi riguardano la trasformazione degli argomenti di cui sopra, in condizioni di guerra. Poiché la galleria di Kiev è chiusa e il team del Centro è ormai disperso in diversi Paesi, stiamo lavorando a un progetto espositivo su scala mondiale. Attraverso i progetti che documentano la guerra, diamo un contributo alla vittoria dell’Ucraina e familiarizziamo il pubblico straniero con l’orrore che sta accadendo in questo momento, sottolineando la necessità di dover ricevere un supporto continuo.

Che tipo di pubblico visitava le mostre?
La galleria di Kiev era solitamente frequentata da professionisti nel campo dell’arte, curatori, critici e artisti, nonché giovani interessati all’arte contemporanea, ai cambiamenti sociali e all’estensione dei confini. Shcherbenko Art Center si trova nel cuore della capitale dell’Ucraina, Piazza dell’Indipendenza, quindi i turisti e il pubblico straniero sono visitatori frequenti. Parlando di mostre all’estero, abbiamo sempre aspirato a invitare professionisti dell’arte per favorire il dialogo fra la nostra cultura e il contesto locale. Tuttavia, anche molti ucraini residenti in quei Paesi, vengono alle nostre inaugurazioni; avvertono la mancanza della Patria, e vengono da noi per vedere qualcosa di familiare, che ricordi la loro “vita passata”; anche quando si tratta di una mostra che ha a che fare con la guerra, essere in un ambiente di connazionali dà un senso di unità.

Qual è la tua opinione sull’interesse degli ucraini per l’arte?
È importante sottolineare che l’interesse per l’arte contemporanea fra il pubblico cresce ogni anno di più. Si stanno aprendo sempre più gallerie e centri d’arte, così come varie istituzioni ibride, impegnate nella ricerca e nello sviluppo dell’arte contemporanea. Anche durante la guerra, questo processo non si è fermato.

Alexandra Tokareva, Merger, 2022, installation view at Shcherbenko Art Centre, Kiev. Courtesy Shcherbenko Art Centre

Alexandra Tokareva, Merger, 2022, installation view at Shcherbenko Art Centre, Kiev. Courtesy Shcherbenko Art Centre

LA SCENA ARTISTICA UCRAINA, NEL MEZZO DELLA GUERRA

Come descriveresti la scena artistica ucraina?
L’arte è uno strumento efficace che i nostri nemici russi usano in modo professionale e con successo. Spendono costantemente e sistematicamente molte risorse, incluso il finanziamento di progetti su larga scala volti a promuovere la cultura russa sulla scena internazionale, fare pressioni per gli interessi russi in varie istituzioni culturali globali, organizzare progetti congiunti sia all’estero che in Russia e lavorare sistematicamente con musei collezioni per appropriarsi dei nomi di famosi artisti, scrittori, compositori e altre figure influenti nella storia dell’arte mondiale che vissero e lavorarono nell’impero russo o nell’Unione Sovietica, cancellando così le loro identità nazionali. Oggi gli ucraini stanno cercando di ottenere opportunità di lavoro nell’ambiente professionale internazionale. Sebbene le nostre risorse siano spesso limitate, il prodotto culturale ucraino è di alta qualità, competitivo e interessante per la comunità globale. Finalmente, stiamo cominciando a essere riconosciuti a livello internazionale come un Paese separato e con la nostra specifica identità.

Un vernissage allo Shcherbenko Art Centre. Courtesy Shcherbenko Art Centre

Un vernissage allo Shcherbenko Art Centre. Courtesy Shcherbenko Art Centre

Come prosegue l’attività del Centro, in questo momento molto buio per l’Ucraina?
È difficile! Siamo costantemente alla ricerca di istituzioni partner e risorse con cui collaborare. Anche se vediamo interesse per l’arte ucraina, ci sono altri fattori che complicano le opportunità di collaborazione, come un’ancora incompiuta integrazione dell’arte contemporanea ucraina con la scena artistica globale. Le nostre istituzioni, curatori e artisti sono per lo più sconosciuti al mondo, hanno esperienza solo in Ucraina, affrontano barriere linguistiche e hanno una capacità limitata di viaggiare all’estero. All’interno del Paese, la maggior parte delle istituzioni si è concentrata sulla conservazione delle collezioni, che è stata la sfida più grande per tutti noi. Questi problemi continuano a influenzare i nostri processi di lavoro. Le collezioni sono state evacuate e nascoste e lavoriamo alla loro adeguata conservazione. I musei e le altre istituzioni artistiche finite nei territori occupati sono stati saccheggiati e distrutti dagli invasori russi, violando tutte le possibili norme universalmente accettate di etica umana e professionale.

Il pubblico è ancora interessato all’arte, nonostante la guerra?
Come detto, l’interesse del pubblico per l’arte contemporanea cresce ogni anno. Stanno aprendo sempre più gallerie e centri d’arte, così come varie istituzioni ibride, dedicate all’esplorazione e allo sviluppo dell’arte contemporanea. E come accennato, nonostante la guerra, questa tendenza non ha subito un rallentamento. Al contrario, stiamo assistendo a un’ondata attiva all’interno della nostra comunità e tra i nostri colleghi all’estero. Molte relazioni istituzionali vengono rivalutate e sta emergendo una consapevole comprensione della responsabilità sociale.

C’è qualcosa che il mondo della cultura può fare per ristabilire la pace?
Francamente, nutro seri dubbi sull’impatto dell’arte e della cultura sul corso della guerra e sull’accelerazione della sua fine. Ma dobbiamo lavorare con l’opinione pubblica, modellare la corretta comprensione della situazione e per costruire relazioni forti e coordinate fra le istituzioni culturali di tutto il mondo. Questa è la nostra responsabilità condivisa per preservare la memoria, la storia e il patrimonio.

Niccolò Lucarelli

www.shcherbenkoartcentre.com/en

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Niccolò Lucarelli

Niccolò Lucarelli

Laureato in Studi Internazionali, è curatore, critico d’arte, di teatro e di jazz, e saggista di storia militare. Scrive su varie riviste di settore, cercando di fissare sulla pagina quella bellezza che, a ben guardare, ancora esiste nel mondo.

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