Manuel Segade è il nuovo direttore del Reina Sofia di Madrid

Classe 1977, lo storico dell’arte spagnolo sovverte i pronostici della vigilia, rappresentando un segnale di rinnovamento generazionale alla guida del principale museo di arte contemporanea in Spagna. Tra i candidati l'unica non ispanica era italiana

È spagnolo, uomo e ha meno di cinquant’anni il nuovo direttore del Museo nazionale Centro d’Arte Reina Sofia. Manuel Segade (A Curuña, 1977) ha ottenuto il punteggio più alto al termine della selezione realizzata da un comitato di esperti internazionale nominato dal Real Patronato del museo di Madrid. Il Ministro uscente di Cultura e Sport, Miquel Iceta, ha annunciato questo pomeriggio la nomina alla direzione, che domani sarà sottoposta a ratifica da parte del Consiglio dei ministri. Si conclude così, in maniera forse inaspettata – si davano per avvantaggiati i cinque profili femminili nella rosa dei nove candidati, tra i quali l’italiana Cristiana Collu – il processo di selezione per il nuovo direttore del principale museo d’arte contemporanea di Spagna; un concorso indetto in febbraio, dopo la polemica uscita di scena di Manuel Borja-Villel, che ha occupato l’ambita carica negli ultimi quindici anni.

CHI È MANUEL SEGADE

Manuel Segade è un volto noto nel mondo dell’arte contemporanea in Spagna, soprattutto a Madrid. Amato da tutti per i modi affabili e la simpatia, è apprezzato da stampa, collezionisti e appassionati d’arte per l’intenso lavoro culturale e di dinamizzazione sociale svolto negli ultimi anni a Móstoles, città alle porte della capitale spagnola. Dal 2015, infatti, Segade dirige il Ca2m, Centro de Arte dos de Mayo, spazio della Comunità di Madrid dedicato alle arti visive e performative di ultima generazione, aperto alla cittadinanza attraverso l’organizzazione non solo di mostre, ma anche di laboratori per famiglie e di attività di carattere ricreativo tutte a ingresso libero, come la coltivazione di un orto sul tetto dell’edificio. Al Ca2m, Segadel si è distinto nel promuovere la performance come forma d’arte e per rispettare l’uguaglianza di genere, sia in ambito artistico che professionale.

Museo Reina Sofia, edificio Nouvel, patio centrale. Photo Joaquín Cortés / Romàn Lores

Museo Reina Sofia, edificio Nouvel, patio centrale. Photo Joaquín Cortés / Romàn Lores

IL MENO INTERNAZIONALE NELLA ROSA DEI CANDIDATI

Segade si è laureato in Storia dell’arte all’Università di Santiago De Compostela; in passato ha lavorato alla Fondazione Rafael Tous di Barcellona e come capo commissario al Centro Gallego d’arte contemporanea di Santiago, oltre ad aver curato mostre in ambito nazionale e internazionale. Tuttavia, nella lista dei nove candidati – lista già purtroppo in parte trapelata da qualche mese sui giornali spagnoli – il curriculum di Manuel non era forse il più accreditato dal punto di vista internazionale e per esperienze pregresse alla direzione di musei similari al Reina Sofia. A parte Gabriele Pérez -Barreiro, ex-direttore della Collezione di Patricia Phelps de Cisneros, sia l’argentino Ferran Barenblit sia il filosofo spagnolo Bartomeu Marí, per esempio, avevano entrambi già diretto il Macba di Barcellona. Nel caso delle candidate donne – quasi tutte di provenienza sudamericana, a riprova dell’apertura culturale della Spagna verso il continente delle ex colonie – tutte vantano nel curriculum la direzione di un museo: è il caso delle messicane Sofía Hernández Chon Cui e Magali Arriola, ex direttrice e attuale direttrice del Museo Tamayo di Città del Messico; Viviana Kuri, direttrice del Museo de Arte di Zapopan; e infine la uruguayana Rosana Carete, alla testa del Museo del Cabildo di Montevideo. Peccato, infine, anche per Cristiana Collu, attuale direttrice della Galleria Nazionale d’arte moderna di Roma e unica personalità non ispanica nella rosa dei candidati: un’occasione mancata che avrebbe forse portato a una visione alternativa dell’arte contemporanea in Spagna, meno orientata alla produzione passata e presente di estrazione latino-americana.

Museo Reina Sofia, edificio Sabatini. Photo Joaquín Cortés / Romàn Lores

Museo Reina Sofia, edificio Sabatini. Photo Joaquín Cortés / Romàn Lores

RICAMBIO GENERAZIONALE E MULTIDISCIPLINARIETÀ

La scelta di Manuel Segade – vista anche alla luce della richiesta all’ultimo minuto da parte di un portavoce del Partito Popolare, che insisteva per rimandare la nomina del direttore del Reina dopo le elezioni politiche anticipate di fine luglio – sembra forse aver accontentato in parte anche le esigenze politiche dell’opposizione al governo, trattandosi del dirigente di una istituzione culturale pubblica della Comunità di Madrid, da tempo gestita da una maggioranza di destra. Segade, che si è formato negli anni Novanta in contemporanea con la nascita in Spagna dei musei d’arte contemporanea (l’Ivam di Valencia apre nel 1986, il Reina Sofia nel 1992 e il Macba di Barcellona nel 1995), non solo rappresenta un forte segnale di rinnovamento generazionale, ma anche una visione meno storicistica, più attuale e di tendenza nella gestione del museo, in linea con le spinte creative multidisciplinari delle arti visive del ventunesimo secolo.

Federica Lonati

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Federica Lonati

Federica Lonati

Federica Lonati (Milano, 1967), giornalista professionista italiana, dal 2005 vive a Madrid. Diploma al Liceo Classico di Varese e laurea in Lettere e Filosofia all’Università Cattolica di Milano, si è formata professionalmente alla Prealpina, quotidiano di Varese, scrivendo di cronaca,…

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