Paola Pallottino e l’arte dell’illustrazione italiana. L’intervista
Studiosa, illustratrice, storica dell’arte. Aggiungeteci pure paroliera per Lucio Dalla, e ancora non avete finito con la lista delle sue fatiche
Nata tra le enciclopedie e i volumi di archeologia del padre, Paola Pallottino (Roma, 1939) è cresciuta con la cultura. Di più: l’ha studiata, ampliata, e soprattutto illustrata. Prima studiosa e disegnatrice, poi docente universitaria e storica dell’arte. Nel mezzo, persino paroliera per Lucio Dalla. Da quest’anno, dopo l’assegnazione del Premio Svoboda al Talento Artistico e Creativo 2023, è anche “Accademico Onorario” dell’Accademia di Belle Arti di Macerata.
Nella sua sterminata carriera, sono pochi gli aspetti del sapere che non ha mai toccato. È passata dalle illustrazioni scientifiche a quelle per l’infanzia, e la si ricorda come colei che, con i suoi studi, ha reso l’illustrazione un’“arte”. Quasi per gioco, la mostra che l’Accademia le ha dedicato, ripercorre il suo eclettismo senza tempo. Non si è mai troppo piccoli (né già in ritardo) per visitarla. L’abbiamo intervistata.
Intervista a Paola Pallottino, dalle enciclopedie alle illustrazioni scientifiche
Suo padre era etruscologo, nonché direttore di un’enciclopedia. Più che “figlia d’arte” la si potrebbe definire “figlia delle della cultura” nel senso più ampio. Com’era il mondo domestico in cui è cresciuta?
Sono nata in un ambiente culturale privilegiato. Papà era un grande archeologo (o meglio “storico” – come voleva lui). Si diceva: “Se papà ha inventato gli Etruschi, Paola ha inventato l’illustrazione”. La mia infanzia è trascorsa bevendo un latte intriso di una grande spinta alla ricerca.
Parlando di enciclopedie, quando ha iniziato a lavorarci? Quali contributi ricorda?
Mio padre è stato direttore dell’Enciclopedia Universale dell’Arte. Da parte mia, ho collaborato in seguito a un suo volume di aggiornamento, diretto dal Professor Argan, in cui ho parlato anche di illustrazione. Nella mia vita ho lavorato a tantissime enciclopedie: al Dictionnaire des Illustrateurs, al Dizionario Biografico degli Italiani della Treccani (con una serie di voci su artisti dell’illustrazione), alla Garzantina.
Quando ho cominciato il mio lavoro di studiosa, in campo c’erano i “pezzi da novanta”, i “grandi professoroni”incaricati dei testi critici; a noi “bassa forza”, toccava la ricerca sul campo (soprattutto le “schedine” sui vari artisti…). Malgrado ciò, questo lavoro di ricerca si è rivelato molto utile: sono riuscita a estenderlo al mondo degli illustratori.
Che cosa illustrò per il Nuovo Dizionario Zingarelli (edizione del 1970)?
Mi era toccata la parte zoologica. Ho realizzato seicento animali, per ognuno dei quali avevo moltissime fonti iconografiche da cui partire. Rispondeva perfettamente alla mia passione per l’illustrazione di botanica e zoologia, che ha di per sé delle convenzioni raffigurative molto particolari. Ad esempio, per far vedere un Gingko Biloba (una pianta altissima) si fa un “taglio”. Sarebbe impossibile raffigurarlo per intero! Per gli animali, invece, si sceglie sempre il maschio al massimo della livrea. E nel suo ambiente naturale.
Qualche lavoro particolarmente curioso?
La teoria degli insiemi. Era qualcosa che non esisteva quando ero piccola io. A un certo punto è arrivato questo criterio matematico, e subito via: le case editrici a darsi da fare per aggiornare i loro volumi. Ho avuto allora l’occasione di lavorare per Alba Rossi Dell’Acqua, con la sua prima pubblicazione al riguardo. Mi sono occupata ovviamente delle illustrazioni, che sarebbero servite ai bambini per capire gli insiemi.
L’arte dell’illustrazione secondo Paola Pallottino
A lei si deve la prima pubblicazione della collana Cento Anni di Illustratori di Cappelli Editore: una colonna per gli studi sul tema. Quali erano gli artisti in elenco?
Quando ho cominciato questa collana, a partire dal ’79, ho subito messo l’accento sui grandi illustratori italiani di cui nessuno allora parlava, trattandoli come se fossero Beato Angelico. Ossia includendo, accanto alla loro biografia, una serie di ricerche bibliografiche, recupero dei materiali, notizie, integrazioni… Insomma: trattandoli come nessuno mai aveva fatto.
Come è proseguito questo percorso?
Quella collana ha delineato la mia vocazione agli studi sull’illustrazione, formalizzati nel 1988 con Storia dell’Illustrazione, e proseguiti fino alla creazione di un vero e proprio museo. Il Museo dell’Illustrazione, aperto a Ferrara nel ’92, e durato per quattordici anni.
La sua illustrazione preferita?
L’uccellino che se ne sta davanti al suo nido d’amore, tentando di attirare un’uccellina.
Il Premio Svoboda 2023 e la mostra Quasi per Gioco
Quest’anno, l’Accademia di Belle Arti di Macerata le ha assegnato il Premio Svoboda 2023, accompagnato dalla mostra Quasi per Gioco. Le arti di Paola Pallottino (a cura di Maria Letizia Paiato), e da un catalogo pieno di sue storiche illustrazioni.
È stato un anno particolarmente fortunato per me. L’Accademia, infatti, viene dalla lunga interruzione per il Covid; ed è il suo cinquantenario. Il caso ha voluto che avessero già in progetto molte iniziative in tutte le Marche dedicate al tema del gioco (da cui il titolo della mostra).
A dire il vero, sono stata doppiamente fortunata. Oltre al solo premio, mi hanno dedicato anche una mostra e un catalogo! È curato, tra gli altri, da tre miei carissimi amici: l’architetto Baule per la parte di illustrazione scientifica; il Dottor Balzaretti, che si è occupato delle mie poesie (che si ostina a chiamare “canzonette”); e il mio collega Lorenzo Cantatore riguardo le illustrazioni per bambini.
Emma Sedini
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