Le Luci d’Artista di Torino hanno un nuovo curatore
Antonio Grulli avrà il compito di valorizzare la rassegna sia come evento annuale, sia come museo a cielo aperto, nonché costituire un archivio con bozzetti, disegni e progetti
Ad annunciarlo è stata la Fondazione Torino Musei, dando il benvenuto al critico d’arte, Antonio Grulli (La Spezia, 1979), nella nuova veste di curatore di Luci d’Artista, la quinta linea culturale dell’Istituzione assieme alla GAM, Palazzo Madama, MAO e Artissima. “Si configura quale eccezionale Museo a cielo aperto, unico nel suo genere a livello internazionale, e patrimonio della città di Torino” sottolinea il Presidente della Fondazione, Massimo Broccio. “La nomina di un curatore e responsabile del progetto è il primo atto nell’ambito del Piano strategico che prevede una evoluzione che possa coniugare il prestigio nazionale e internazionale delle Luci con opportuni elementi di innovazione, sostenibilità, inclusione e relazione con il territorio”. E in effetti le famose Luci d’Artista di Torino un curatore vero e proprio non lo avevano mai avuto.
Luci d’Artista. Intervista al curatore Antonio Grulli
Con te alla guida, che linea curatoriale prenderà il progetto di arte pubblica torinese?
La parte centrale del progetto che ho sottoposto all’attenzione della commissione volta a selezionare il nome del curatore era incentrata sull’evoluzione della rassegna verso una dimensione vera e propria di museo a cielo aperto. Luci d’Artista è un unicum a livello internazionale, e in più di vent’anni ha coinvolto un gran numero di artisti importantissimi che hanno lasciato degli interventi in grado di imporsi nell’immaginario comune e nel paesaggio urbano, amati dalla comunità locale così come dai molti turisti che hanno iniziato a vedere la città di Torino come la città del contemporaneo in Italia.
Qualche esempio…
Una luce come quella di Mario Merz sulla Mole è un capolavoro assoluto, e non me ne vengono in mente molti di questo livello su scala globale.
Come pensi di improntare il progetto per le prossime due edizioni?
Ho l’onore di essere il primo curatore delle Luci d’Artista, non esisteva questa figura fino alla mia nomina. Per me sarà fondamentale impostare il progetto come una vera e propria istituzione capace di gestire delle creazioni che, per loro natura, affondano le radici sia in fenomeni come i linguaggi installativi degli anni 60 e 70 – con protagonisti assoluti dell’arte povera –l’arte minimal e la land-art; come anche negli apparati effimeri nati nel periodo barocco a cui guardo con altrettanto interesse per il loro essere strettamente legati agli approcci più time-based.
Chi saranno gli artisti coinvolti?
La mia nomina è recentissima e con la Fondazione ancora non abbiamo concordato nel dettaglio i nomi dei prossimi artisti. Ma questo è solo uno degli aspetti del futuro di Luci d’Artista, perché assieme a questo si tratterà di costruire la struttura stessa e l’istituzione in grado di gestire gli interventi passati così come gli eventi annuali.
L’archivio di materiali basilari per la realizzazione delle installazioni luminose sarà poi fruibile dal pubblico…
Cercheremo sicuramente di rendere pubblici tutti i materiali, ma si tratterà di un processo di catalogazione archiviazione molto lungo e che inizieremo a breve. Il sito internet in questo avrà un ruolo fondamentale.
Come si articolerà il Public Program?
Il Public Program avrà un ruolo centrale e permetterà di declinare in maniera ancora più sfaccettata Luci d’Artista. Cercherò di dare un taglio curatoriale anche a questo aspetto, e mi piacerebbe concentrare almeno la parte più pubblica del programma in un unico momento dell’anno.
Luci d’Artista a Torino, non solo una rassegna ma un museo a cielo aperto
Dal 1998 il capoluogo piemontese si illumina con più di trenta installazioni luminose, animando piazze, strade e palazzi. Un progetto d’arte pubblica che nasce dalla convinzione che l’arte debba contribuire al bene comune e di inserirsi nella città, senza snaturarla. Nel corso degli anni, diversi artisti di calibro internazionale hanno preso parte alla manifestazione, tra cui Daniel Buren, Piero Gilardi, Jenny Holzer, Rebecca Horn, Joseph Kosuth, Mario Merz, Giulio Paolini, e Gilberto Zorio, con interventi che sono entrati nell’immaginario collettivo e integrati alla perfezione nel tessuto urbano della città, della quale sono ormai un simbolo tra i più riconosciuti.
Valentina Muzi
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