NABA è la prima Accademia italiana a offrire dottorati per artisti

Cosa sono i dottorati practice-based? Perché attualmente in Italia non possono essere erogati? Ce lo spiega il Direttore di NABA, Nuova Accademia di Belle Arti, Guido Tattoni

Fare arte è un lavoro”: così Guido Tattoni, Dean di NABA, Nuova Accademia di Belle Arti, spiega la necessità di un dottorato di ricerca per artisti practice-based, incentrato non su una ricerca prettamente teorica, bensì sul permettere ai giovani artisti di approfondire la propria pratica grazie a un sostegno istituzionale e internazionale. L’Accademia, con i suoi due campus a Milano e Roma, è la prima in Italia a istituire una Scuola di Dottorato practice-based, anche perché (attualmente) le disposizioni ministeriali non lo permettono: per ovviare al problema, i titoli di dottorato saranno erogati dall’Università di Göteborg (Svezia), con cui NABA, Nuova Accademia di Belle Arti ha stretto un partenariato. Ma come funzioneranno i nuovi programmi di dottorato in partenza nel 2024? Lo abbiamo chiesto a Guido Tattoni.

Guido Tattoni
Guido Tattoni

Intervista a Guido Tattoni di NABA, Nuova Accademia di Belle Arti

NABA, Nuova Accademia di Belle Arti è la prima accademia in Italia a dotarsi di una Scuola di Dottorato per la pratica artistica, nonostante il sistema educativo italiano non prevede infatti questa possibilità per le Accademie di Belle Arti. Perché avete scelto questa strada?
Esatto, NABA è la prima Accademia a dotarsi di una Scuola di Dottorato interamente practice-based. Abbiamo deciso di istituirla spinti da una motivazione molto politica, per ovviare a un grave problema nel sistema dell’arte in Italia: il nostro Paese non ha strumenti per supportare nuovi artisti emergenti e per aiutarli a iniziare le loro carriere, o – perlomeno – non ne ha di efficaci.

Quali sono le criticità del sistema attuale?
Chi vuole fare l’artista e ha un talento o un progetto meritevole di essere sviluppato si trova in un vuoto istituzionale. Dopo il Triennio e il Biennio in Accademia, chi desidera intraprendere una carriera da artista ha a disposizione alcuni strumenti per finanziare i propri progetti e il proprio sostentamento: in genere si tratta di bandi a cui si sottopone un progetto. I problemi di questo sistema sono moltissimi: innanzitutto, si crea una ciclicità spasmodica del processo di application per questi bandi, tanto che buona parte del proprio tempo è impiegata a preparare materiale per i grant invece che svolgere attività artistica vera e propria. Inoltre, qualsiasi pratica artistica richiede un percorso di ricerca per essere innovata, della durata di diversi mesi, se non anni. Cosa succede quindi? Che in tutti questi mesi e anni, artisti e artiste si arrangiano, si trovano lavori complementari, spesso saltuari, per poter coniugare lo svolgimento della propria pratica e la sopravvivenza. Questo è ciò che ci sembra intollerabile, questo è il nostro atto politico: fare arte è un lavoro.

Quali sono i vantaggi di un dottorato interamente practice-based?
NABA può essere un importante volano di cambiamento. Immaginatevi se invece che affrontare tutto quello che ho appena elencato, un artista – dopo la laurea specialistica – potesse inserirsi in un percorso di quattro anni, interamente devoluto alla propria ricerca artistica, in un ambiente fertile e ricco di confronto come quello di un’Accademia, ricevendo anche uno stipendio sufficiente a permettere di non dover trovare altri lavori saltuari.  Questo sarà il percorso di PhD che offriremo in NABA.

NABA, Nuova Accademia di Belle Arti, campus di Roma
NABA, Nuova Accademia di Belle Arti, campus di Roma

I nuovi dottorati di NABA

Può descriverci nel dettaglio in che modo saranno strutturati i dottorati offerti da NABA?
I dottorati artistici, proprio perché non previsti dai regolamenti italiani, saranno svolti in co-tutela con l’Università di Göteborg (UGOT), che è l’istituzione che conferirà il titolo. I percorsi avranno una durata di quattro anni full-time, oppure fino a otto se svolti part time; verrà erogata una borsa di studio pari a una cifra compresa tra i 25.000 e i 30.000 euro lordi annui per tutti e quattro gli anni di studio. In caso di fruizione part time, la stessa cifra verrà rimodulata (es. fruizione part-time 50% = borsa tra i 12.500 e i 15.000 euro lordi annui per otto anni).

Quanti posti saranno istituiti?
Pensiamo di offrire due o tre posti per il nostro primo ciclo dottorale, nell’A.A. 2024/25. Pubblicheremo un bando a inizio 2024. Nei cicli successivi spero potremo aumentare i posti a disposizione, mi piacerebbe avere a regime 20-30 studenti e studentesse di Dottorato sui quattro anni di corso, ma valuteremo man mano.

Quali saranno i criteri di ammissione?
Sicuramente alcuni requisiti riguarderanno il titolo di studio (Diploma Accademico di Secondo Livello o Laurea Specialistica), ottimo livello di inglese (C1 come minimo) e una pratica artistica documentata.
Non porremo restrizioni sull’ambito disciplinare del titolo di studio né della pratica artistica: siamo pronti ad accogliere persone da un’ampia varietà di campi disciplinari, moda, costume, arti visive, design in tutte le sue accezioni, arti grafiche, arti sonore, arti performative, cinema e nuovi media, scenografia, nuove tecnologie.
Valuteremo i progetti, gli intenti di ricerca, gli statement artistici e decideremo insieme a UGOT chi verrà selezionato.

NABA, Nuova Accademia di Belle Arti, campus di Roma
NABA, Nuova Accademia di Belle Arti, campus di Roma

La partnership tra NABA e UGOT

Com’è nata la partnership con l’Università di Göteborg?
Prima di iniziare questo percorso – durato anni – ci siamo chiesti a lungo quale fosse il nostro partner ideale, e abbiamo stilato una lista di istituzioni a cui rivolgere questa richiesta. UGOT era la prima della lista, soprattutto per la sua più che ventennale esperienza nel gestire corsi di terzo ciclo (PhD) practice-based.
Abbiamo scritto loro una lettera molto politica, spiegando le ragioni della nostra scelta e loro hanno risposto con molto entusiasmo, dicendoci che il nostro intento rispecchia appieno la loro missione culturale.
Mi preme sottolineare che quella di Göteborg è un’università pubblica e che il nostro non è un accordo di natura commerciale. Non è prevista – come spesso succede – una fee per ogni titolo validato. Accordi simili sono molto comuni e non c’è nulla di male se fatti in trasparenza, ma per noi era ed è fondamentale – in quanto enti privati – specificare che questa non è un’operazione sulla quale faremo profitto. A UGOT corrisponderemo soltanto il rimborso spese delle ore di tutoring che il loro personale svolgerà verso i nostri studenti e studentesse.
Dico questo perché credo fortemente che non si debba essere per forza enti pubblici per avere un progetto politico o culturale, e anche per sfatare il mito che questo tipo di progetti siano incompatibili con le esigenze di business di un ente privato.

Quali saranno i benefici per NABA?
NABA non avrà un’entrata monetaria diretta dai corsi PhD, ma solo le spese a essi connesse. Ma avere una scuola dottorale migliorerà di molto il nostro posizionamento internazionale, rendendo NABA un’Accademia ancora più prestigiosa; avremo partner universitari sempre migliori e sempre più studenti ci sceglieranno. Anche il lato business ne guadagnerà.

Perché la scelta di un partner non italiano?
Perché in Italia non esiste una scuola practice-based. UGOT ha nella sua mission anche la condivisione delle proprie best practices, e ci sarà utilissimo il dialogo con loro.

In che modo gli studenti beneficeranno di tale scelta?
La scelta di un partner non italiano apporta molti benefici anche agli studenti e alle studentesse: possibilità di mobilità, un dottorato in lingua inglese, una maggiore durata (quattro anni invece di tre, quindi più tempo per sviluppare la propria ricerca), una borsa di studio nettamente maggiore (25-30k lordi annui per quattro anni contro i circa 16.5k per tre anni dei dottorati italiani).

Sono previsti scambi culturali e permanenze in Svezia dei dottorandi NABA?
Certamente ci sarà la possibilità di scambi: il governo svedese prevede una serie di corsi obbligatori per tutti gli studenti e studentesse di terzo ciclo. Ci stiamo organizzando con UGOT per rendere fruibili questi corsi sia in modalità remota, sia tramite un periodo della durata di uno-due mesi in Svezia.

NABA, Nuova Accademia di Belle Arti, campus di Milano
NABA, Nuova Accademia di Belle Arti, campus di Milano

Ricerca teorica e ricerca pratica

In Italia, il dottorato in ambito artistico è sempre stato legato a una ricerca teorica. Perché è importante istituire una Scuola di Dottorato incentrata sul lato pratico della ricerca artistica?
È giusto premettere che abbiamo il massimo rispetto per le discipline storiche, curatoriali, critiche, filosofiche, sociologiche e di gestione e conservazione del patrimonio. Non intendiamo in alcun modo anteporre un tipo di ricerca all’altro. Detto questo, non è pensabile innovare una pratica artistica in modo teorico. Il nostro punto, e quello di chi sostiene la practice-based research, è proprio che questo metodo di indagine è valido quanto altri, e riteniamo che spetti agli artisti che praticano l’arte il compito di innovarle.

In che modo la mancanza, finora, di un dottorato di ricerca legato strettamente alla pratica artistica ha influito sulla produzione culturale del nostro Paese?
Si parla spesso di “fuga di cervelli” per descrivere il fatto che molte persone di talento si trasferiscano all’estero per trovare migliori condizioni di lavoro. Succede anche in ambito artistico, tanti giovani artisti e artiste scelgono di andarsene perché in Italia non trovano lo spazio che meritano. Intendiamoci, non ho niente contro chi sceglie di andare all’estero per ampliare le proprie vedute, l’ho fatto anche io e ritengo sia molto formativo, parlo di chi lo fa solo perché qui non trova condizioni lavorative decenti. È necessario uscire dalla mentalità che l’arte sia un passatempo di chi se lo può permettere e la cultura qualcosa di superfluo, considerazioni che sentiamo fare troppo spesso sui quotidiani nazionali.

Alberto Villa

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Alberto Villa

Alberto Villa

Nato in provincia di Milano sul finire del 2000, si occupa di critica e curatela d'arte contemporanea. Si laurea in Economia e Management per l'Arte all'Università Bocconi con una tesi sulle produzioni in vetro di Josef Albers e attualmente frequenta…

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