Intervista ad Alberto Michalette, l’autore del podcast italiano sull’educazione museale
Quali problemi affrontano gli educatori museali oggi? C’è il progetto “Museum Education” Podcast che lo racconta. Intervista al suo ideatore, Alberto Michalette detto “Tellurio”
C’è un appuntamento molto atteso, da alcuni mesi: la domenica mattina online, è il “Museum Education podcast” di Alberto Michalette “Tellurio” un giovane educatore museale campano. Scopriamo chi è in questa intervista.
Chi è Alberto Michalette, protagonista del podcast Museum Education?
Sono conosciuto sul web come “Tellurio” e sono un educatore museale. Sono laureato in Didattica dell’Arte e specializzato in Didattica e Mediazione Culturale del Patrimonio Artistico presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli e mi occupo di mediazione del patrimonio, progettazione didattica e comunicazione.
Come e quando è nata l’idea di progetto editoriale nell’ambito dell’educazione museale e come sta evolvendo?
L’idea è nata in Erasmus a Bruxelles nel 2021, avevo maturato già molte esperienze e con queste iniziai su Instagram a parlare di educazione museale, in senso molto ampio.
L’idea del podcast però è arrivata solo nel 2023, in soli due anni avevo avuto occasione di conoscere davvero moltissime persone che si occupavano di educazione museale, e più parlavo con loro più mi rendevo conto che tutto ciò era necessario condividerlo con quante più persone possibili, perché solo nel confronto ci possiamo sentire meno soli in questo che è un lavoro precario, che vive spesso condizioni gerarchiche fra chi dirige e chi “fa” senza alcun supporto al dipartimento, con poche eccezioni a fronte di un numero sempre più grande di musei.
Quali riflessioni è possibile fare raggiunto il traguardo delle prime 20 puntate?
La riflessione più comune è sicuramente quella di non volersi sentire soli nelle difficoltà di questo lavoro, il pubblico è composto principalmente da professionisti del campo o da aspiranti tali per cui il confronto con la propria situazione personale diventa immediato. L’altra riflessione è che il podcast oltre che strumento di confronto sta diventano un vero e proprio strumento di studio.
Quali i temi che reputi più scottanti, urgenti e prettamente frutto della realtà italiana?
Sicuramente il tema più scottante sono le condizioni di lavoro in questo settore; nei mesi la cosa che più mi ha sconvolto sono i racconti che le persone condividono con me.
L’altra è sicuramente l’accessibilità, che in Italia fa ancora molta fatica a essere pensata nella quotidianità e ad espandere il significato oltre le barriere fisiche.
Quali buone prassi educative, straniere, dovremmo far nostre?
Tra le migliori segnalo quelle dell’MSK e dello S.M.A.K. di Gent, in Belgio. Nel primo caso abbiamo il dipartimento educativo, o meglio partecipativo come viene chiamato in Belgio, al centro del museo, con l’idea di tessere relazioni con i cittadini. Nel secondo caso abbiamo l’apertura di uno spazio di co-costruzione con giovani studenti e studentesse della città con percorsi che durano spesso mesi, dando risultati che in sole due ore, ovvero la durata media di una “classica” attività educativa, non si potrebbero mai ottenere.
Prossimi progetti e sogni nel cassetto?
Attualmente sto lavorando alla pubblicazione di un gioco di carte che aiuti nella scrittura e nell’ideazione di progetti di natura didattica/educativa e ad una pubblicazione sull’educazione museale in cui voglio inserire ciò che sta emergendo dal podcast, inoltre con l’Associazione Culturale – riTROVO, di cui sono Presidente, aspiriamo a crescere per diventare punti di riferimento nell’educazione, non solo museale.
Annalisa Trasatti
Instagram: @tellurio_ed.museale
https://www.ritrovo.org/
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