Jesse Darling vince il Turner Prize 2023. Chi è l’artista che utilizza oggetti comuni per raccontare la società
Classe 1981, nato a Oxford ma attivo a Berlino, Darling si esprime attraverso scultura, installazioni, arte digitale e performance. Il premio conferito per la capacità di descrivere un mondo al collasso in modo sorprendente e provocatorio
Ogni anno la Tate di Londra assegna il Turner Prize – il più prestigioso riconoscimento del sistema dell’arte inglese, istituito nel 1984 e dedicato alla memoria del pittore britannico JMW Turner – a un artista nato o attivo in Gran Bretagna, premiandolo con 25mila sterline.
Il Turner Prize 2023 va a Jesse Darling
Se il 2022 aveva visto trionfare Veronica Ryan – classe 1956, l’artista più anziana nella storia del Premio, ad aggiudicarsi il riconoscimento, cui fino al 2016 erano ammesse solo candidature entro i 50 anni d’età – e il 2021 si era distinto per la particolarità di presentare una shortlist composta interamente da collettivi attivi sui temi più caldi dell’arte e dell’attualità britannica (con la vittoria degli attivisti irlandesi Array Collective), il 2023 sancisce il trionfo di Jesse Darling (Oxford, 1981; residente a Berlino). L’artista, che si esprime attraverso la scultura, l’installazione, le immagini in movimento e le performance, si aggiudica la quarantesima edizione del premio per la capacità di utilizzare oggetti comuni, finanche banali, per produrre lavori “che evocano il collasso sociale, creando qualcosa di mai visto prima”, spiega la giuria. Senza risparmiare provocazioni. Darling entra così nel gotha dell’arte inglese, seguendo le sorti di artisti del calibro di Damien Hirst, Anish Kapoor, Gilbert & George, Wolfgang Tillmans, Rachel Whiteread, Lubaina Himid, in passato tutti insigniti del Turner Prize, prima di affermarsi a livello internazionale.
Chi è Jesse Darling
Con Darling, la giuria presieduta dal direttore della Tate Britain, Alex Farquharson, e composta da Martin Clark, direttore del Camden Art Centre, Melanie Keen, direttrice della Wellcome Collection, Helen Nisbet, direttrice artistica di Cromwell Place e Art Night, Cédric Fauq, curatore capo del CAPC Musée d’Art Contemporain de Bordeaux, aveva selezionato nella shortlist dei finalisti anche Ghislaine Leung, Rory Pilgrim e Barbara Walker, protagonisti dell’esposizione in corso alla Towner Eastbourne, galleria d’arte contemporanea del Sussex, fino al 14 aprile 2024.
Ma la cerimonia di premiazione, andata in scena nella serata del 5 dicembre a Eastbourne, ha visto prevalere la scultore abituato a maneggiare filo spinato, attrezzature mediche, traversine dei binari per realizzare “le opere più esilaranti mai viste in molti anni di Turner Prize”, scrive nel commentare la vittoria sul Telegraph il critico d’arte Alastair Sooke. Darling, che prima di emergere come artista ha svolto disparati mestieri, si è formato presso la Gerrit Rietveld Academy di Amsterdam, per poi perfezionarsi alla Central Saint Martins e alla Slade School of Fine Art, entrambe a Londra. Il successo è arrivato nel 2019, con la partecipazione alla Biennale di Venezia e la prima esposizione alla Tate Britain; ma per aggiudicarsi il Turner Prize sono state fondamentali le più recenti personali al Modern Art Oxford (No Medals, No Ribbons) e al Camden Art Center (Enclosures). Sul palco, Darling – che un anno fa pubblicava anche la raccolta di poesie Virgins – ha speso parole di biasimo contro la rimozione dell’educazione artistica dal programma scolastico inglese, prima di sventolare una bandiera palestinese.
Livia Montagnoli
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