Com’è creare un brand di moda in Italia? Intervista a chi ha inventato All Hours
Tra budget da rispettare e soddisfazioni, creare un brand di moda in Italia non è cosa semplice. Artribune ha intervistato Gemma Carlotta Surgo di All Hours per conoscere meglio il suo progetto Made in Puglia
Siamo abituati a legare un brand a una categoria stilistica ben precisa, come se l’appartenenza ad una tipologia di stile possa rappresentare uno spiraglio di luce sul marchio stesso. Ma non è questo il caso di All Hours, brand emergente creato e disegnato in Puglia (Italia) da Gemma Carlotta Surgo, già indossato dai cantanti Santi Francesi e Mr. Rain. Più che seguire uno stile ben preciso, lei usa meticolosamente i suoi capi per offrire un’identità, senza limiti e soprattutto senza genere: questo è il cuore del marchio. Scopriamo, allora, ciò che sta dietro un progetto puramente italiano, tra aspetti positivi e difficoltà.
Intervista Gemma Carlotta Surgo di All Hours
Chi è Gemma Carlotta Surgo?
Sono barese ma ho vissuto a Roma e a Milano, rispettivamente per tre e quattro anni. Poi sono tornata in Puglia. Ho 32 anni e ho iniziato a fare la modella quando ne avevo dodici. Mio padre mi regalò un cane e iniziammo a portarlo ad un parco a Bari. Proprio qui, un giorno incontriamo questa ex modella che insiste sul dovermi portare a Milano. A me inizialmente non interessava; anzi, ero anche un po’ timida e l’idea di mettermi in mostra mi spaventava. Io, mia madre e questa signora iniziamo a fare un giro delle agenzie e a posare per qualche editoriale per magazine. Tutt’oggi continuo a farlo per vari servizi fotografici.
Tu come sei?
Sono sempre stata una persona anti-social ma quando è subentrato Instagram una mia carissima amica mi invita a scaricarlo considerando la mia forte passione per la fotografia. Con una leggera titubanza, iniziai a pubblicare foto artistiche senza caption. Essendo da sempre un’amante della moda, ho iniziato con la pubblicazione di contenuti in cui mostravo come mi vestivo. E da lì, essendoci stato sempre più riscontro, ho iniziato a pubblicare più abbinamenti. Però, detesto la parola influencer perché alla fine i social non sono altro che una TV moderna.
Come sei arrivata a creare un brand di moda?
La creazione di un brand è qualcosa che ho sempre desiderato, da quando ero piccola. Facendo la modella, ho iniziato a chiedermi come sarebbe stato essere dall’altra parte. Dalla parte di chi creava gli abiti. Anche perché mi rendevo conto che molti dei capi da me indossati per gli shooting fotografici non mi rispecchiavano. Mi è capitato di indossare una gonna, un pantalone o una giacca e, guardandomi allo specchio, di dire: “Però questa parte non l’avrei fatta così, la spallina l’avrei alzata un po’”. Sai, tutti quei giochi di fantasia e pensieri spontanei su degli abiti creati da altri.
È possibile dire che il lavoro da modella ha influenzato la tua visione creativa?
È stato determinante. Per quanto io amassi già la moda, attraverso il mio lavoro l’ho conosciuta stando sul campo. Vedere come gli stylist abbinavano gli abiti mi portava a domandarmi come l’avrei fatto io al posto loro. Al di là di questo, mi appassionava non solo la creazione dell’abito ma anche la scelta dei materiali, il connubio dei colori, l’abbinamento degli accessori come del make-up. Tutto. Quando si dice l’arte della moda. È come se tu dipingessi un quadro. Ogni volta ci sono miliardi di combinazioni diverse.
Con tali presupposti è nato il tuo brand di moda, la cui creazione è avvenuta nel 2023.
Sì, il 12 settembre 2023 c’è stato il lancio. In realtà avrei dovuto far uscire tutto un anno prima. Avevo già contattato le componenti di quello che sarebbe stato il mio team, ma non ho avuto il coraggio. Nonostante ciò, durante il periodo natalizio del 2022 mi sono decisa. Abbiamo cominciato a lavorare per la produzione della Fall Winter 2023-24, quindi quella che è uscita a settembre 2023 per l’autunno inverno. Ero sempre stata dal lato opposto, quello più facile. Ma dietro le quinte è veramente la parte più difficile. Ad esempio, avendo un budget da rispettare, dovevo trovare un materiale che potesse andare bene sia dal punto di vista della qualità sia del prezzo. Ho scelto sempre materiali che avessero un minimo di percentuale naturale, mentre per le camicie 100% cotone di ottima qualità. Anche la produzione 100% Made in Puglia, quale è la nostra, ha dei costi elevatissimi essendo uno dei maggiori poli di produzione tessile italiana. Da tutto questo derivano i prezzi dei miei prodotti, e per comprenderli bisogna avere anche una cultura delle dinamiche proprie della produzione. Fortunatamente, al mio fianco c’è Giuseppe, il mio fidanzato. È entrato a far parte dell’azienda, quindi obiettivamente siamo in due. Io mi occupo totalmente del lato artistico mentre lui di quello amministrativo e di gestione. Siamo i due poli opposti.
I valori del brand All Hours
Che valore ha la parola genderless per il tuo brand di moda?
Ho sempre detestato le ingiustizie e gli stereotipi imposti dalla società sulla differenza tra uomo e donna. Io sapevo di dover dare un’identità ben precisa al mio brand per farlo decollare. Non poteva essere uno tra tanti. Non è stato facile ma sono arrivata alla conclusione che l’unico modo per farlo era scavare dentro di me. Io chi sono, che cosa porto ogni giorno nella società, di cosa parlo con gli amici, per cosa mi batto? A quel punto mi è venuto spontaneo: una moda fatta per tutti, senza differenza tra uomo e donna. Così è nata l’idea di creare un brand genderless e che fosse davvero alla portata di chiunque. Desidero dare un piccolo contributo a chi magari non si sente abbastanza coraggioso da potersi definire nel modo in cui vuole, perché c’è sempre stato un reparto donna e un reparto uomo.
Un altro tratto distintivo di All Hours è l’accettazione di sé stessi.
Assolutamente. Ci sono persone che avranno notato nei miei capi lo sviluppo di sole tre taglie, ma questo accade perché è costoso sviluppare molti dettagli. Più crescerò, più ho intenzione di offrire maggiore libertà anche attraverso le taglie. Tra le necessità del mio brand, questa è sicuramente in cima.
Si parla anche di versatilità dei capi nel tempo, inteso sia come occasioni in cui indossare un determinato indumento sia come linea temporale molto estesa.
Ho voluto creare un connubio tra linearità e timeless. Mi piaceva l’idea di creare un capo che potesse non passare mai di moda. Un capo d’abbigliamento che obiettivamente al giorno d’oggi potremmo trovare nell’armadio dei nostri nonni. Un capo sia contemporaneo sia indossabile in qualsiasi momento della giornata. Quindi, con questi valori mi piace l’idea di dare questa libertà alle persone. Libertà nello scegliere quando indossare il mio capo, perciò anche di poterlo sfruttare di più. È un riscontro effettivo che ho avuto da parte dei miei clienti, i quali hanno notato questa versatilità.
La tua collezione ha dei motivi ricorrenti. Colletti e polsini ampi per le camicie, vestibilità estremamente oversize, spalline ampie. Lo sono?
Penso di aver trovato il mio stile. Mi piace molto la linearità, le spalle un po’ grandi in stile anni ’80, l’oversize. Quest’ultimo secondo me unisce tutti, facendoci sentire a nostro agio grazie ad una confortevolezza indiscutibile. Diciamo che, seppur io abbia modificato qualcosa nella stagione Primavera Estate 2024, che sto svelando a piccole dosi, ritroveremo sempre questo stile ma con un po’ più di colore. Mi piace la struttura e dare una certa rigidità ai capi. Non a caso, amo follemente Schiaparelli.
Il futuro del brand All Hours
Per il futuro di All Hours cosa prevedi? Il tuo brand è recentissimo ed una delle tue creazioni, la mesh knit butter, è stata già scelta dal cantante Mr. Rain per la cover del suo album.
Sono sincera, un obiettivo che non immaginavo assolutamente di raggiungere in così poco tempo. Non ho nessuno che mi curi la comunicazione. Gestisco i social personalmente. Anche i Santi Francesi hanno utilizzato dei miei abiti nel video musicale del nuovo singolo portato a Sanremo. Non so cosa succederà da qui a un anno, due o dieci. Non mi piace pensare così a lungo termine, preferisco pormi degli obiettivi anno per anno. Anche perché sono molto impaziente, ma allo stesso tempo fiduciosa e ottimista verso il futuro.
Un obiettivo incredibile?
Vestire i Måneskin…
Giulia Bracaloni
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