Morto Pino Pinelli, l’artista siciliano della pittura oltre il limite, fondata su geometria e colore
Dagli anni Settanta l’artista siciliano ha reinterpretato l’essenza della pratica pittorica superandone i limiti fisici e concettuali, concentrandosi su una materia che invade lo spazio, tra i principali esponenti della Pittura Analitica. Scompare a 86 anni
Forme semplici, colori primari, un’attenta riflessione sulla superficie pittorica, quasi in ascolto per captarne le vibrazioni materiche. Sono gli anni Settanta quando Pino Pinelli dà vita ai cicli delle Topologie e dei Monocromi, che gli varranno l’iscrizione nella tendenza che Filiberto Menna definì Pittura analitica.
Pino Pinelli e la Pittura Analitica
Classe 1938, nato a Catania, Pinelli si era trasferito a Milano nel 1963, subendo un’iniziale fascinazione per le ricerche portate avanti sulla scena cittadina da Lucio Fontana, Piero Manzoni, Enrico Castellani. Al 1968 data la sua prima mostra personale, presso la Galleria Bergamini. È però nel decennio seguente che l’artista siciliano abbraccia l’aniconicità cui rimarrà coerente per tutta la sua carriera, pur adottando forme e materiali diversi, sempre ben distinguibile – nell’ambito del filone della Pittura Analitica – per l’inclinazione a concentrarsi sul frammento (dalla rottura del quadro nel 1976 al successivo concepimento delle Disseminazioni). Attratto dal concetto stesso di pittura, del resto, Pinelli sperimenta sulla materia per farla “respirare”; e inventa in questo suo percorso di astrazione/concentrazione una tecnica mista, risultante di vari materiali amalgamati che, ricoperti di velature di pittura, assumono le sembianze di una “pelle pittorica” tattile. Funzionale allo scopo è l’abbandono di tela e telaio, con la pittura chiamata a uscire dal quadro, per muoversi nello spazio, non senza provocare nell’osservatore una sottile inquietudine. Il segno invade lo spazio; e partecipa di questa visione anche il colore. Come il rosso, cui nel 2015 la galleria Dep Art di Milano dedicò la mostra Antologia rossa, a rilevarne l’importanza nella pittura di Pinelli.
La carriera e le mostre di Pino Pinelli
L’artista si è spento nella sua casa milanese all’età di 86 anni, nella mattina del 30 aprile 2024.
Nella sua carriera, Pino Pinelli ha tenuto più di cento mostre personali in musei e istituzioni culturali italiane e internazionali – dal Musée d’Art di Langre al Forum Kunst di Rottweil, all’Istituto Italiano di Cultura di Londra e Praga – e preso parte a numerose mostre collettive in musei di tutto il mondo, partecipando anche alla Biennale di Venezia (nel 1986 e 1997), la Quadriennale di Roma (1986 / 2006), Triennale d’Arte Lalit Kala Akademi di Nuova Delhi. Del 2018 è la retrospettiva dedicata al suo lavoro al Palazzo Reale di Milano e alle Gallerie d’Italia (Pino Pinelli. Pittura oltre il limite, a cura di Francesco Tedeschi), occasione per presentare l’installazione ambientale I cinque movimenti, che allora mostrò in modo evidente come l’interesse primario di Pinelli fosse rimasto sempre lo studio dell’interazione con lo spazio.
Le Gallerie d’Italia di Milano, come pure il Museo del Novecento e l’Università Bocconi accolgono in collezione permanente alcune sue opere, presenti anche al Centre Pompidou di Parigi, alla Collection CMR di Monaco, al MA*GA di Gallarate, alla Margulies Foundation di Miami, al Mart di Trento e Rovereto, al Museion di Bolzano.
Oggi l’Archivio Pino Pinelli raccoglie tutta la documentazione sull’attività dell’artista, tutelandone l’opera e promuovendone la ricerca e la conoscenza in previsione della realizzazione del catalogo ragionato.
I funerali verranno celebrati venerdì 3 maggio, alle ore 14.45, nella Chiesa di Sant’Angela Merici a Milano.
Livia Montagnoli
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