Le nuove frontiere del restauro finiscono in copertina sul nuovissimo Artribune Magazine 

La digitalizzazione per il restauro delle gondole storiche del Lago di Como diventa la cover realizzata dagli studenti dell’Accademia Aldo Galli – IED Group per il nuovo magazine di Artribune

Parliamo con Nicoletta Castellaneta e Francesco Pusterla, direttrice e docente presso l’Accademia Aldo Galli di Como – IED Group, del progetto di restauro di una Gondola del Lago di Como. Una proposta ricevuta dal Museo Barca Lariana, che conserva una raccolta di inestimabile valore per il settore nautico e per la storia d’Italia, raccontando due millenni di storia della nautica sul Lago di Como.  

La cover di Artribune Magazine 78 realizzata dagli studenti dell'Accademia Aldo Galli - IED Group di Como
La cover di Artribune Magazine 78 realizzata dagli studenti dell’Accademia Aldo Galli – IED Group di Como

Intervista a Nicoletta Castellaneta e Francesco Pusterla 

Cosa significa per l’Accademia Aldo Galli fare un progetto di restauro sulle gondole del Lago Como? 
Nicoletta Castellaneta: Per l’Accademia fare un progetto di restauro sulle Gondole del Lago di Como ha un significato di legame territoriale. Partiamo dal comprendere, approfondire e conservare tutto ciò che fa parte della memoria e quindi della storia che ci circonda. Il fascino del lago consiste nel poterlo navigare, che è anche il modo per conoscerlo meglio. 

Come è stato il processo di lavoro con gli studenti dell’Accademia Aldo Galli? 
Francesco Pusterla: Gli studenti hanno scattato una serie di foto sul posto seguendo le regole per la fotogrammetria. In alcuni casi, è stato usato un sistema di illuminazione artificiale per garantire una luce uniforme sull’oggetto, mentre in altri casi le foto sono state scattate all’aperto con il cielo coperto, per evitare ombre nette e ottenere un’illuminazione uniforme. Questo facilita il processo di ricostruzione fotogrammetrica. 
Dopo, le immagini sono state elaborate con il software di fotogrammetria, un processo che avviene quasi automaticamente con solo due o tre passaggi manuali necessari per ottenere il modello 3D. La maggior parte del lavoro viene svolta dal software stesso con diverse possibili lavorazioni: si può utilizzare il modello per studiare supporti per l’oggetto, rimodellare parti mancanti (e riprodurle con tecniche di fabbricazione digitale), o semplicemente fare analisi più precise dello stato di conservazione dell’oggetto rispetto alle semplici foto. Il modello 3D può essere sezionato o misurato in ogni punto, con una tolleranza di pochi centimetri. 
In questo progetto, i modelli 3D sono stati utilizzati come base per progettare interventi di restauro e per la conservazione digitale degli oggetti, garantendone la memoria futura. 

Quali sono le sfide che avete affrontato e quali sono i prossimi passi? 
N.C.: Stiamo affrontando una sfida nella quale portare all’attenzione il valore della potenzialità dei mezzi digitali nel settore della conservazione del patrimonio, stiamo progettando attraverso un bando PNRR di cui siamo partner un sistema di software collaborativo ma questo è un progetto che vedrà i risultati nei due prossimi anni. Per quanto riguarda la barca in oggetto i prossimi passi prevedono l’intervento di restauro vero e proprio e quindi tutte le attività correlate. 

Perché è rilevante questa copertina? Cosa significa?   
N.C.: Questa copertina è per “noi” molto rilevante perché rappresenta non solo la capacità creativa e quindi interpretativa di un oggetto ma coniuga l’arte, l’idea, con un approccio scientifico al progresso, rappresenta una sintesi tra ideazione, tecnica e scienza della conservazione. In questa immagine convivono il design moderno con il metodo contemporaneo delle tecniche di restauro.

Quali sono i prossimi step tecnologici per lo sviluppo di progetti di restauro?  
F.P.: La connessione tra virtuale e reale si arricchisce continuamente di nuovi metodi e strumenti, aprendo nuove metodologie non solo per il restauro, ma anche per molte altre professioni. Oltre alla “reality capture” che stiamo utilizzando da diversi anni, crediamo che la fabbricazione digitale sia un’altra tecnica che offre numerosi vantaggi. Strumenti come la fabbricazione additiva (stampa 3D) o sottrattiva (lasercut, fresatrici CNC, ecc.) permettono di sviluppare elementi che possono essere integrati in progetti di restauro per diversi utilizzi: dai supporti che si adattano perfettamente alle forme variegate degli oggetti fino alla ricreazione di parti mancanti o “protesi” temporanee che facilitano il processo di restauro. 

Realtà aumentata e realtà virtuale possono essere d’aiuto? 
F.P.: I nuovi metodi di visualizzazione come la realtà aumentata e virtuale rappresentano i prossimi passi per connettere ulteriormente i mondi virtuale e reale. Una volta che l’oggetto è digitalizzato, possiamo riprodurlo nella realtà utilizzando strumenti di realtà aumentata, dai semplici smartphone o tablet fino a visori e occhiali che permettono di sovrapporre gli oggetti virtuali a quelli reali.  
D’altra parte, la realtà virtuale può essere utilizzata per ricreare ambientazioni del passato, usando gli oggetti digitalizzati come elementi scenografici. 

E per quanto riguarda l’IA? 
F.P.: L’intelligenza artificiale può contribuire significativamente nell’analisi degli oggetti di restauro, individuando automaticamente criticità di deterioramento e conducendo analisi automatizzate. Così come in ambito medico questi strumenti stanno aiutando la prognosi di malattie anche nel restauro l’IA può aiutare ad analizzare automaticamente i materiali impiegati in un’opera, rilevare automaticamente i danni ed il deterioramento come crepe, fessure e altre forme difficilmente individuabili ad occhio nudo. 

In che modo si usano questi strumenti in progetti reali oggi? In quali settori sono più presenti?  
F.P.: La possibilità di creare repliche virtuali offre numerosi vantaggi in diverse professioni. Nell’architettura e nelle costruzioni, consente il rilievo di interi edifici. Nel campo medico, facilita la creazione di protesi personalizzate. Nel restauro, gli oggetti virtuali permettono di effettuare analisi o interventi che sarebbero difficili o proibitivi sugli oggetti reali. Inoltre, è possibile conservare una copia virtuale dell’oggetto per futura memoria, garantendo la preservazione digitale indipendentemente dal destino dell’oggetto fisico.

Ritratto di Nicoletta Castellaneta
Ritratto di Nicoletta Castellaneta

Chi è Nicoletta Castellaneta 

Dopo un esordio come direttore di produzione per broadcaster televisivi, dal 2003 al 2013 si occupa – in collaborazione e in affiancamento a curatori e storici d’arte – della gestione di progetti espositivi e culturali e della progettazione e coordinamento di mostre tra cui Derive Plastiche alla Fabbrica del Vapore a Milano, Homo Faber al Castello Sforzesco di Milano, Quelli che Restano a Palazzo Isimbardi Milano e Five Rings alla Fortezza di Exilles a Torino. Nel 2013 contribuisce a far nascere la Fondazione Rivoli2 la cui missione è la valorizzazione di giovani artisti nell’ambito delle discipline contemporanee, di cui ricopre il ruolo di Direttore fino al 2019. Dal 2013 è stata docente di fenomenologia del contemporaneo presso l’Accademia d’Arte Aldo Galli – IED Network e presso la Fondazione Collegio delle Università Milanesi. Dal 2020 ricopre il ruolo di Direttrice dell’Accademia di belle arti Aldo Galli – IED network di Como.

Accademia Aldo Galli, Como
Accademia Aldo Galli, Como

Chi è Francesco Pusterla 

Francesco Pusterla è architetto, capo del dipartimento di Virtual Design and Costruction per AFRY e docente all’Accademia di Belle Arti Aldo Galli a Como. Ha insegnato e tenuto lectures e workshop in vari istituti in Italia e all’estero. Attraverso la sua carriera accademica e professionale ha specializzato la sua pratica nell’uso e nella ricerca di strumenti digitali applicati all’architettura e al design. 

Fragile Surface, IED x Artribune
Fragile Surface, IED x Artribune

IED x ARTRIBUNE 

Il progetto Fragile Surface si propone di raccontare attraverso immagini e contenuti multimediali realizzati da studentesse, studenti e Alumni dell’Istituto i temi centrali della contemporaneità. Per il secondo anno di collaborazione abbiamo scelto di affidarci ai temi delle più importanti manifestazioni di arte e design, prendere in prestito spunti di riflessione e restituire immagini fragili ma potenti. Superfici sottili che racchiudono complessi punti di vista.  
Le biennali (triennali – quadriennali – quinquennali) sono l’occasione per artisti e designer di riflettere sugli argomenti centrali della contemporaneità. Partendo da manifestazioni del recente passato e tenendo in considerazione le tematiche delle prossime, cercheremo collegamenti espliciti o implicite contrapposizioni e ci interrogheremo proponendo un punto di vista inedito: quello di giovani persone che si affacciano sul futuro. 

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Redazione

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