I dimenticati dell’arte. Storia dello scrittore Francesco Biamonti
La sua Liguria, l’interesse per la psicanalisi e il giardinaggio, ma soprattutto un impellente bisogno di raccontare il mare. Ecco chi era Francesco Biamonti, “artigiano della penna”
“Io sono da cancellare. La mia vita non conta nulla; i miei natali non hanno importanza; il mio paese è insignificante”. Così lo scrittore Francesco Biamonti (San Biagio della Cima, 1928-2001) raccontava il suo approccio alla scrittura, all’interno della sua casa-laboratorio, ricavata da un fienile di San Biagio della Cima, dove ha vissuto tutta la vita.
I primi passi di Francesco Biamonti
Francesco era nato nel 1928 in quel paesino dell’entroterra ligure in provincia di Imperia, da una famiglia semplice, contadina. Si diploma in ragioneria e comincia a viaggiare in Spagna e in Francia, incontrando persone e raccogliendone le testimonianze per strada e nei caffè, come fa anche nei bar della Riviera. Ama la musica sinfonica, il cinema francese ed è appassionato alla pittura e vicino ad artisti del calibro di Ennio Morlotti, del quale è amico.
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Francesco Biamonti e le sue passioni
Negli Anni Cinquanta si interessa alla psicanalisi e in particolare alla figura di Jean Paul Sartre, che gli ispira il romanzo Colpo di grazia, pubblicato solo in forma di estratto. In quel periodo si impiega come bibliotecario presso la Biblioteca Aprosiana di Ventimiglia, ma il posto fisso gli va stretto perché resiste otto anni – dal 1956 al 1964 – dando consigli ad appassionati e studenti, per orientarsi tra incunaboli e manoscritti. Dopo quest’esperienza Francesco si dedica a coltivare le piante del suo giardino: ama il mirto e il lentisco, “fiori umili che sanno di tenebra”, mentre disdegna la mimosa, perché ne disprezza il colore: “Il giallo è fatuo, ignaro delle tenebre del mistero, la cifra dei fiori europei” scrive.
I libri e i premi di Francesco Biamonti
Ma la sua vera passione è la scrittura. Laura Guglielmi lo ha definito “un artigiano della penna” per l’attenzione maniacale rispetto al testo, rimaneggiato continuamente fino ad ottenere una scrittura elaborata, cesellata e meditata. Forse per questa attitudine arriva a pubblicare il primo romanzo a 55 anni: si tratta di L’Angelo di Avrigue, uscito per Einaudi con un’appassionata recensione di Italo Calvino. Ci vorranno altri otto anni per il secondo, Vento Largo (Einaudi 1991), vincitore del premio Comisso, seguito da Attesa sul mare (Einaudi 1994) che arriva nella cinquina del premio Strega e vince il premio Selezione Campiello.
Il mare nelle parole di Francesco Biamonti
Il tema principale dei suoi libri è il territorio ligure e la sua relazione con il mare: “I paesi mediterranei si sono sempre buttati sul mare. Il mare e il cielo hanno un’equivalenza: il mare può essere percorso e c’è tutta la poetica del viaggio, un viaggio che ha i caratteri della verticalità e dell’orizzontalità” scrive Biamonti, intervistato da Guglielmi. “Prima delle macerie il mare permette di vedere ciò che è essenziale, ciò che permane nella distanza. Permette la realizzazione dell’uomo come l’essere delle lontananze” aggiunge lo scrittore, capace di raccontare con grande intensità poetica la sua terra natale. “La mia giovinezza fu priva di tutto, di libri, di cultura, di scuola; fu angosciante, mutilata. Forse per questo mi piacciono gli emarginati, coloro che hanno una vita nuda, dove tutto è passaggio, transito, clandestinità”. Nel 1998 Biamonti pubblica Le parole la notte (1998), seguito da un volume pubblicato postumo, Il silenzio (2003).
Ludovico Pratesi
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Ludovico Pratesi
Curatore e critico d'arte. Dal 2001 al 2017 è stato Direttore artistico del Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro Direttore della Fondazione Guastalla per l'arte contemporanea. Direttore artistico dell’associazione Giovani Collezionisti. Professore di Didattica dell’arte all’Università IULM di Milano Direttore…