È morto Edoardo Di Mauro. A Torino una carriera tra insegnamento e valorizzazione dell’arte contemporanea
Scompare all’età di 64 anni, dopo una breve malattia, lo storico d’arte ideatore del Museo d’Arte Urbana di Torino ed ex direttore dell’Accademia Albertina di Belle Arti. Critico militante, affascinato dalle controculture, ha dimostrato impegno costante per le politiche culturali della sua città
Fino al 2023, Edoardo Di Mauro aveva diretto con personalità l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, valorizzando l’incarico assunto nel 2020, in piena pandemia, con tutte le difficoltà del caso nel fronteggiare un’emergenza senza precedenti anche sul piano dell’organizzazione didattica. E il suo impegno era continuato negli ultimi mesi, alla vicedirezione dello storico istituto, dove esercitava anche la docenza per le cattedre di Storia e Metodologia della Critica d’Arte e di Metodologia e Tecniche delle Arti del Contemporaneo. Del resto, nel valore “dell’arte come mezzo di educazione ed espressione” – citando le parole di omaggio pronunciate oggi dal sindaco di Torino Stefano Lo Russo – Di Mauro ha sempre creduto, facendone lo strumento di tante iniziative a beneficio della collettività e dei più giovani.
Edoardo Di Mauro e le controculture
Un profilo eclettico nel vero senso del termine, quello dello storico d’arte torinese, classe 1960. Nato da una famiglia cosmopolita italo-greca residente ad Alessandria d’Egitto, forzatamente trasferitasi in Italia nel 1957, Di Mauro iniziò presto una carriera militante nel campo dell’arte contemporanea e delle politiche culturali, dopo la laurea in Lettere con tesi su “Marinetti ideologo”. Partecipe dei movimenti controculturali degli Anni Settanta, Di Mauro si cimentò dapprima con la critica musicale e la scrittura, distinguendosi anche come organizzatore della scena cinematografica indipendente torinese; anche dell’arte lo affascinavano le controculture metropolitane, il graffitismo, le nuove tendenze dei linguaggi contemporanei. La sua attività di critico d’arte si è concentrata infatti principalmente sul secondo dopoguerra, con particolare attenzione per le controculture giovanili, il muralismo, il graffiti-writing e l’arte pubblica.
L’apporto di Edoardo Di Mauro alla scena culturale e artistica di Torino
La sua esperienza di condirettore artistico alla Galleria d’Arte Moderna di Torino, dall’aprile 1994 al febbraio 1997, nacque a seguito di battaglie sostenute dalla fine degli anni Ottanta, in uno scenario cittadino che aveva visto chiudere la GAM nel 1981, in totale mancanza di politiche culturali a supporto dell’arte contemporanea. Poi arrivarono la curatela di mostre in spazi pubblici e privati, a Torino e in Italia, e la venticinquennale esperienza di direzione artistica e organizzativa del MAU – Museo d’Arte Urbana di Torino, intuizione che lo portò a trasformare il paesaggio urbano in un museo a cielo aperto.
Edoardo Di Mauro all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino
Con l’Accademia Albertina, prima di assumerne la direzione, Di Mauro avevo stretto un sodalizio di lungo corso, dapprima diventandone insegnante, poi assumendo il ruolo di Vicedirettore Vicario, fino alla nomina più prestigiosa nel 2020. E oggi, il rammarico per la sua prematura scomparsa, all’età di 64 anni dopo un breve malattia, si coglie nelle parole di affettuoso cordoglio della “sua” Accademia (“oggi è un giorno molto triste per l’Accademia Albertina”), oltre che nel ricordo delle istituzioni della città di Torino e della Regione Piemonte. “Con la scomparsa di Edoardo Di Mauro, Torino e il Piemonte perdono una figura centrale nel panorama artistico torinese e nazionale che ha saputo portare l’arte nelle strade” sottolinea l’assessore alla Cultura Marina Chiarelli “Il suo contributo come direttore dell’Accademia Albertina di Belle Arti e il suo ruolo negli anni ’90 alla GAM e ai Musei Civici di Torino hanno segnato momenti importanti come la nascita di Artissima e del mese dell’arte contemporanea a Torino”.
Oltre alla curatela di mostre, prolifico è stato il suo apporto alla ricerca scientifica, con l’organizzazione e la partecipazione a seminari e convegni e la pubblicazione di oltre 800 saggi, ma anche di articoli su giornali e riviste di settore.
Livia Montagnoli
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati