Le straordinarie esperienze alberghiere firmate Stylt Trampoli AB 

Dall’ “hotel più remoto del mondo” al ristorante della LEGO House di Billund: la firma svedese Stylt Trampoli AB è nota per la massiccia produzione nell’hospitality, anche in ambienti estremi. Intervista al suo direttore creativo, Erik Nissen Johansen, recentemente ospite a Roma dell'evento curato da 4L Collection Hotels.

In un contesto come quello del comparto hospitality di alto livello, mettere a sistema competenze, know how e strumenti è cruciale. Con questo presupposto è nato Connective Intelligence, primo di una serie di eventi curati da Isabella Clara Sciacca – frutto della partnership tra 4L Collection Hotels, brand alberghiero nato nel 2019 e la HIA Academyl’ente di alta formazione per le figure professionali di questo campo – che fanno il punto sull’ospitalità attuale, individuando nuovi trend e tracciando traguardi futuri. Incontri formativi, masterclass, workshop con alcuni fra i massimi esperti del panorama internazionale dell’hospitality, organizzati a Roma con la volontà di tratteggiare un quadro articolato della travel experience, attraverso l’innovazione tecnologica, il design e il legame con il territorio, per accogliere nuove sfide e sviluppi. Ad “aprire le danze” sono stati due ospiti d’eccezione. A partire da Mirko Lalli, CEO & Founder di The Data Appeal Company, esperto nel campo dell’intelligenza artificiale applicata all’hospitality, che ha esplorato non solo le possibilità date delle innovazioni tecnologiche ma ha anche analizzato i nuovi flussi e i processi che coinvolgono tutta la filiera del turismo (a partire dalla scelta della meta del viaggio, sempre più legata ai prompt elaborati dall’AI). Presente anche Erik Nissen Johansen, founder e direttore creativo dell’agenzia multidisciplinare Stylt Trampoli AB: con sede a Göteborg, dal 1988 cura alcuni degli interventi di interior sul fronte hospitality più interessanti visti in giro. A oggi, sono infatti oltre 400 i ristoranti e 250 gli hotel nel mondo all’attivo nel loro portfolio.

I progetti di interior design dell’agenzia Stylt Trampoli AB

Quando si parla di Stylt Trampoli AB – i giocolieri del design – di certo non si pensa al minimalismo. Partito “come un collettivo artistico non convenzionale, ispirato alle idee rinascimentali di creatività, innovazione e collaborazione transfrontaliera”, sotto la guida di Erik N. Johansen lo studio propone interni densi, eclettici, attenti alle esigenze della clientela e dell’ambiente. Contemporanei, colorati, playful. Il loro motto? “Hospitality design extraordinaire”. La filosofia è infatti quella di usare l’ironia e non prendersi troppo sul serio, lontani dalle tendenze fluttuanti del settore: non è un caso che proprio agli Stylt Trampoli sia stato chiesto di realizzare l’incredibile ristorante della LEGO a Billund, in Danimarca, luogo di nascita del marchio e sede del centro esperienze disegnato da Bjarke Ingels. “Con un concept incentrato sull’esperienza dell’ospite, soluzioni tecnologicamente avanzate e il DNA di LEGO come base” ha affermato Niels Jørgen Jensen, Responsabile delle operazioni, LEGO® House “Stylt ha creato un ristorante giocoso, creativo, interattivo e divertente, proprio come i nostri prodotti”. Un metodo olistico il loro, che combina narrazione, architettura d’interni, branding e design. E che spesso comporta una visione più ampia di una città o di un quartiere, prendendo in considerazione la pianificazione urbana e la creazione di nuove destinations. Anche in ambienti estremi. 

Intervista al direttore creativo Erik Nissen Johansen

Avete iniziato nel 1988. Quali sono gli elementi nel mondo dell’ospitalità che hai notato essere cambiati di più negli ultimi tre decenni?
Ci sono due fattori principali che definiscono l’evoluzione dell’ospitalità negli ultimi trent’anni. Il primo è l’individualizzazione. Prima di Internet, i grandi marchi erano responsabili di soddisfare le esigenze specifiche dei viaggiatori: Holiday Inn, ad esempio, era la più grande catena alberghiera del mondo negli Anni Settanta, con lo slogan “La tua migliore sorpresa non è una sorpresa”. Tutti i loro hotel erano progettati esattamente allo stesso modo. Oggi, se per esempio hai bisogno di un hotel che accetti cani, puoi trovarne uno in pochi minuti, anche in una città dove non sei mai stato. Potresti anche essere disposto a pagare di più perché questo è importante per te. Ciò significa che oggi esiste una varietà molto maggiore di hotel con attrattive emotive diverse. Penso che questo sia fantastico e rende il nostro lavoro di designer molto più divertente.

E il secondo?
Riguarda l’evoluzione del lusso. Niente si è diversificato più del lusso. Comprenderlo è estremamente importante se si vuole avere successo nel settore dell’ospitalità. Il lusso è cambiato: dagli oggetti costosi alle esperienze poetiche. E ciò si collega anche al mio primo punto, traducendosi in una varietà molto maggiore di esperienze alberghiere.

Un esempio? 
Il Clarion Hotel Draken, immerso nel cuore di Göteborg, che funge da amplificatore della cultura locale, comprendendo film, teatro, musica, moda, arte e design. Con Stylt Trampoli abbiamo sviluppato il concept e il design degli interni per l’attesissimo hotel da 474 camere di Strawberry’s (precedentemente Nordic Choice). 

Hotel Draken Gothenburg. Photo Erik Nissen Johansen: photographer 1
Hotel Draken Gothenburg. Photo Erik Nissen Johansen: photographer

Le ultime tendenze del settore alberghiero

Quali caratteristiche allora – tecnologia, servizi offerti, colori, materiali e design – sono essenziali oggi per rendere l’esperienza di viaggio memorabile? Cosa cercano gli utenti?
Sono fermamente convinto che con l’intelligenza artificiale nella distribuzione turistica ci stiamo dirigendo verso “il gruppo target di uno”. Ciò significa più individualità in futuro, con materiali, aspetto e stili sempre più personalizzati. Pensate alle case più interessanti che avete visitato: probabilmente sono quelle con una collezione eclettica di arte e mobili che rispecchia la personalità del proprietario. Queste case potrebbero non riflettere il vostro personale gusto, è vero, ma sono comunque spazi molto interessanti e attraenti.

Parliamo del processo creativo e del potere dello storytelling nell’architettura e nell’interior design: raccontaci di più il tuo approccio secondo il mantra “non girare il film prima di aver scritto la sceneggiatura”.
Credo che questo si riduca al fatto che siamo una specie che racconta storie. Molto prima di inventare la scrittura, raccontavamo storie; i nostri cervelli sono letteralmente cablati per ascoltarle. Avere una narrazione, una storia o una sceneggiatura è di grande aiuto nel processo di progettazione: non solo lo rende più efficiente e veloce, ma si traduce anche in un risultato più nitido e preciso. Lo storytelling è quello strumento utile per far vivere luoghi e brand, oltre che a trasmettere le ragioni emotive per cui le persone dovrebbero innamorarsi dell’esperienza ancora prima che si inizi a investire, progettare e costruire. È essenzialmente il modo più veloce per catturare la loro attenzione. 

Il tuo studio vanta centinaia di progetti per il settore alberghiero e della ristorazione, in diversi paesi del mondo. Raccontaci i tre più rappresentativi per Stylt Trampoli AB.
È davvero difficile sceglierne solo tre; è come chiedere a qualcuno di scegliere i suoi figli preferiti! Preferirei vederli come pietre miliari nella nostra evoluzione. Il Sonya Hotel a San Pietroburgo, realizzato circa 15 anni fa, è stato il primo hotel in Russia. Per prepararci, abbiamo trascorso una settimana visitando tutti gli alberghi più importanti della città, ed il risultato è stato piuttosto scioccante: nella capitale culturale ufficiale della Russia, nota per il Teatro Mariinsky e il Museo dell’Ermitage, c’erano solo hotel di catene americane o quelli che tentavano di imitarli. Abbiamo deciso, invece, di costruirne uno che celebrasse la cultura locale, ispirandoci a Delitto e Castigo di Fëdor Dostoevskij. 

E poi?
Il Downtown Camper, a Stoccolma. È un progetto che prevedeva la ristrutturazione di un business hotel da 500 stanze per Scandic, il più grande operatore alberghiero della Scandinavia. Noi lo abbiamo immaginato come un resort sulla spiaggia, un hotel per famiglie, esploratori urbani e per chi ama la vita all’aria aperta. Infine il Niekhu Mountain Villa, a Riksgränsen, in Svezia: questo hotel, nato da un vecchio rudere ferroviario del 1902, è fatto su misura per chi ama lo sci in elicottero. Vincitore del UNESCO Prix Versailles, dispone di 14 camere, ed è situato così a nord – 200 km oltre il circolo polare artico nella Lapponia svedese – che la stagione sciistica inizia ad aprile e prosegue sotto il sole di mezzanotte. Una scommessa folle, eppure è tutto prenotato da qui ai prossimi anni (e no, non è a buon mercato)!

Stylt Trampoli AB ha progettato l’“hotel più remoto del mondo”

A proposito di hotel in luoghi remoti: raccontaci dell’incredibile progetto di rigenerazione del Pater Noster, situato su una desolata isola svedese con tanto di faro. 
Pater Noster è il faro più famoso e spettacolare della Svezia, situato sulla una piccola isola fuori Marstrand, sulla costa occidentale. Le acque estremamente pericolose che la circondano sono state temute per secoli: era abitudine comune tra i marinai, quando le loro navi si avvicinavano lì, leggere la preghiera Pater Noster in latino. Per questo nel 1868 fu costruito il faro a cui fu dato il nome Pater Noster, e per quasi 110 anni, generazioni di guardiani coraggiosi hanno vissuto con le loro famiglie in questo ambiente così bello e difficile. L’isola – raggiungibile in barca o in elicottero, a seconda del tempo e della stagione – è oggi di proprietà del governo svedese, gestita dal National Property Board of Sweden, che prima della pandemia ha deciso di trasformarla in una delle principali destinazioni del Paese. 

Ora, dopo il vostro intervento, com’è diventato?
Lo confesso: durante i miei trent’anni nel settore dell’ospitalità, raramente mi sono imbattuto in una destinazione così unica. C’è tutto: la posizione remota, la natura fantastica, le condizioni meteorologiche estreme, la storia emozionante, la grande ospitalità fatta di un lusso ruvido e sobrio. Terminata nel 2021, la ristrutturazione della vecchia casa del faro ospita nove camere (una diversa dall’altra e arredate solo con mobili di recupero), un ristorante, un bar e una caffetteria all’aperto. Nel ristorante – dove insieme allo chef lavora un biologo marino – si trovano i migliori prodotti di provenienza locale (non sorprendetevi se vi verrà chiesto di pescare voi stessi il pesce e i crostacei), mentre il bar offre il tipico rum prodotto sull’isola, speziato con bacche di prugnolo e altre piante trovate tra le aspre scogliere battute dal vento. 

Un progetto che è diventato virale sui media! 
Scoperto dal New York Times, è rimbalzato sui media globali con l’appellativo, più che corretto, di “hotel più remoto del mondo”, suscitando un’immensa curiosità. Se non erro, la notizia una volta diffusa è arrivata a milioni e milioni di views: incredibile se si pensa a quanto sia piccolo il tutto. Il progetto ha così potuto essere scoperto e ricevere molti premi di cui siamo orgogliosi: in particolare l’AHEAD Global Awards 2022 come Miglior nuovo concept al mondo. 

Quali obiettivi, progetti e sfide vedi nel futuro del tuo lavoro? Qualche sogno (ancora) da realizzare?
Abbiamo progetti super interessanti da Giacarta a San Francisco. Sembra che il mondo degli hotel si stia finalmente muovendo verso un orientamento più volto a esaltare l’esperienza utente. Il mio sogno? Mi piacerebbe davvero realizzare un progetto a Firenze (la città dove ho studiato arte) basato sulla sua straordinaria storia. 

Giulia Mura

SCOPRI QUI tutto sulle nuove tendenze degli hotel di lusso

Libri consigliati:

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Giulia Mura

Giulia Mura

Architetto specializzato in museografia ed allestimenti, classe 1983, da anni collabora con il critico Luigi Prestinenza Puglisi presso il laboratorio creativo PresS/Tfactory_AIAC (Associazione Italiana di Architettura e Critica) e la galleria romana Interno14. Assistente universitaria, curatrice e consulente museografica, con…

Scopri di più