È morto Luca Beatrice. Il curatore, critico d’arte e presidente della Quadriennale colpito da un infarto

Ci lascia all’improvviso, a soli 63 anni, Luca Beatrice, solo pochi giorni fa presente, nella sua Torino, alla prima tappa del road show di avvicinamento alla mostra della Quadriennale di Roma, di cui era diventato presidente nel 2024. La sua carriera tra critica, curatela, insegnamento

Non ce l’ha fatta, Luca Beatrice, a sopravvivere al malore che pochissimi giorni fa, all’improvviso come fanno gli infarti, l’ha colpito portandolo in condizioni gravissime al ricovero presso l’Ospedale Molinette di Torino, nella sua città. Impegnato con l’avvio del road show – proprio a partire da Torino, in collaborazione con la Fondazione Sandretto – che aveva ideato per promuovere la prossima mostra della Quadriennale di Roma, il critico d’arte, curatore, saggista e giornalista torinese aveva assunto la presidenza della storica istituzione romana a febbraio 2024, e il prossimo ottobre avrebbe inaugurato la prima esposizione al Palazzo delle Esposizioni sotto la sua guida.

Luca Beatrice. Critico e curatore per promuovere l’arte italiana

Classe 1961, scompare precocemente e nel pieno di una carriera vissuta con intensità sin dagli anni giovanili. Interpellato in una recente intervista di Artribune sullo stato di salute dell’arte italiana – che lavorando in Quadriennale si sarebbe ancora una volta trovato a promuovere e valorizzare – Beatrice si era detto convinto dell’esistenza di “un grande fermento con molti giovani artisti, molti provenienti dalle Accademie, spazi moltiplicati e modi diversi di intervenire. Una volta eravamo molto più conservatori, ci rinchiudevamo negli spazi istituzionali dell’arte come le gallerie e i musei. Adesso invece c’è una moltiplicazione di formati e di figure professionali”. Laureatosi in Storia del cinema alla Facoltà di Lettere all’Università degli Studi di Torino, per poi specializzarsi in Storia dell’arte all’Università degli Studi di Siena con Enrico Crispolti, Beatrice per primo, in realtà, si spese molto per sostenere, sin dai primi Anni Novanta, la giovane generazione di artisti di allora, diventando un riferimento per la critica d’arte militante, al fianco di Cristiana Perrella (con lei, al tempo compagna anche nella vita, nel 1995 pubblicò Nuova Scena, importante analisi ragionata sulla coeva arte italiana).

Luca Beatrice e Cristiana Perrella, Nuova Scena, 1995 (Mondadori)
Luca Beatrice e Cristiana Perrella, Nuova Scena, 1995 (Mondadori)

Luca Beatrice e le mostre. Tra storia, emergenti e musica

E subito iniziò anche la sua attività come curatore, alternando mostre storiche a curatele dedicate ad artisti emergenti, da Marco Cingolani a Massimo Kaufmann. Col tempo, il curatore aveva sopravanzato il critico, anche per progetti di carattere più commerciale, seppure sempre sostenuti dal piglio schietto e brillante di un uomo che del sarcasmo – finanche utilizzato con arguzia per sostenere posizioni disturbanti – aveva scelto di fare la sua cifra stilistica. Tra le molteplici mostre organizzate – solo qualche esempio a fronte di un’enorme mole di progetti – negli anni più recenti, Jackson Pollock e la Scuola di New York (2018, Milano e Roma), Diabolik (2021, Museo del Cinema di Torino), Carlo Levi (2022, Gam di Torino) e l’ultima in ordine di tempo, ancora in corso a Bologna, dedicata alla carriera di Luca Carboni. Mentre nei prossimi giorni, il 23 gennaio 2025, era prevista alla Galleria Accademia di Torino l’inaugurazione di una retrospettiva su Alighiero Boetti da lui curata per i trent’anni dalla scomparsa dell’artista.

Beatrice saggista, giornalista, personaggio televisivo

Prolifico scrittore, in qualità di critico d’arte e di giornalista aveva collaborato e collaborava anche con diverse testate, da Flash Art al Giornale dell’Arte, a Libero e Linkiesta, esprimendo la sua opinione non solo su questioni d’arte, incline a provocare il lettore su temi di interesse generale, che negli ultimi anni lo trovavano piuttosto vicino alle posizioni conservatrici contro quella che oggi si chiama ideologia woke. Un personaggio pubblico a 360 gradi, che si prestava con piacere anche alla tv, specie quando si trattava di condividere la sua passione calcistica per la Juventus, in qualità di opinionista sportivo (ma non solo: appena qualche giorno fa, lo scorso 13 gennaio, era stato ospite di Nicola Porro a Quarta Repubblica, per commentare la serie M con Luca Marinelli).

Collaudi, catalogo della mostra al Padiglione Italia, 53esima edizione della Biennale d'Arte di Venezia, 2009. Photo Daris Diego
Collaudi, catalogo della mostra al Padiglione Italia, 53esima edizione della Biennale d’Arte di Venezia, 2009. Photo Daris Diego Del Ciello

L’insegnamento: la vera vocazione di Luca Beatrice

Ciò che però lo rendeva più fiero era l’insegnamento: “D’altra parte ho sempre avuto la vocazione dell’insegnante”, ammetteva nella stessa intervista raccolta un anno fa da Santa Nastro. Dapprima docente all’Accademia di Belle Arti di Palermo e all’Accademia di Brera di Milano, attualmente insegnava Storia dell’arte all’Accademia Albertina di Torino, Arte contemporanea allo Ied di Torino e Arte e cultura contemporanea allo Iulm di Milano. 
Tra gli incarichi istituzionali, prima della presidenza in carica della Quadriennale che lo scorso 16 febbraio l’ha visto presenziare alla sua ultima uscita pubblica, si ricordano la presidenza del Circolo dei Lettori di Torino dal 2010 al 2018 (“È stato un presidente geniale e allegro come era nella vita. A cui tutti e tutte abbiamo imparato a voler bene perché sapeva farsi amare”  commenta ora Antonella Parigi, fondatrice del Circolo), la curatela della Biennale di Praga (2003-2005) e la curatela del Padiglione Italia alla Biennale d’Arte di Venezia nel 2009, dove organizzò assieme a Beatrice Buscaroli la mostra Collaudi, su Marinetti e il Futurismo. Per la Quadriennale di Roma, già nel 2004 era stato commissario alla sezione Anteprima della XIV esposizione.

Il ricordo di un protagonista della cultura italiana

Piangiamo la scomparsa di un protagonista della cultura italiana e internazionale“, ha dichiarato il Ministro della Cultura Alessandro Giuli, che ha definito Beatrice un “polemista e intellettuale al servizio dell’agone pubblico“. E anche la Fondazione La Quadriennale di Roma si unisce al cordoglio per la scomparsa del suo presidente: “In questi mesi, con il Consiglio di Amministrazione, Luca Beatrice ha dato un forte impulso all’attività dell’Istituzione per la promozione dell’arte italiana contemporanea, attraverso il varo di un’edizione visionaria e pluralistica della Quadriennale d’arte“. Mentre Enzo Ghigo, presidente del Museo Nazionale del Cinema di Torino, ne ricorda l’indole da libero pensatore: “Arguto e sagace, aveva il gusto della provocazione intellettuale ma anche un grande cuore e quella capacità di trasmettere la cultura uscendo dagli spazi angusti degli stereotipi. Luca è ancora con noi, con la mostra #Serialmania che ha curato e che ospitiamo al piano di accoglienza della Mole Antonelliana. Gli sarò sempre grato del tempo e della passione che ci ha dedicato“.

Livia Montagnoli

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