Come è cambiata la Grande Arte al Cinema negli ultimi anni? Intervista al CEO di Nexo Studios

Un bilancio e la storia del progetto che racconta l’arte al cinema. Il primo appuntamento del 2025 è dedicato a Pellizza, pittore da Volpedo

Quando la Grande Arte al Cinema con Nexo Studios ha iniziato ad invadere le sale cinematografiche ha fatto subito clamore, ha attirato l’attenzione di appassionati e non solo, ma con il passare del tempo da evento si è trasformata in appuntamento atteso, costante, importante. Abbiamo chiesto a Francesco di Sarro, CEO di Nexo Studios, di raccontarci come in questi anni è cambiato il loro approccio, la loro strategia, la richiesta e la risposta del pubblico, e quali sono i film o i documentari che hanno fatto la differenza. Questa conversazione avviene anche in un momento interessante dell’anno, l’inizio di una nuova stagione cinematografica e il continuum di un periodo solido per le sale. Primo appuntamento della Grande Arte al Cinema del 2025 è Pellizza pittore da Volpedo di Francesco Fei con la partecipazione di Fabrizio Bentivoglio, prodotto da Apnea Film con METS Percorsi d’Arte e presentato in anteprima alla scorsa Festa del Cinema di Roma.

Intervista a Francesco di Sarro sulla Grande Arte al Cinema

La Grande Arte al Cinema è possibile e di questo Nexo Studios può farne un vero vento. Quali sono stati i risultati più significativi raggiunti negli ultimi anni?
Negli ultimi anni, La Grande Arte al Cinema di Nexo Studios è diventata una case history internazionale e ha consolidato il suo ruolo come punto di riferimento per un pubblico appassionato e sempre più ampio. Parliamo di diverse centinaia di migliaia di visitatori venuti al cinema per visitare un museo, percorrere le sale di una mostra d’arte, scoprire la vita e le opere di un certo artista o di un certo movimento. Questi risultati non sono solo numeri: rappresentano una crescente curiosità verso l’arte e una consapevolezza del valore culturale di questi film. Inoltre, abbiamo ampliato la nostra distribuzione internazionale, portando i nostri titoli in oltre 60 paesi, confermando l’universalità del linguaggio dell’arte. Ne siamo veramente orgogliosi e felici.

Pellizza pittore da Volpedo
Pellizza pittore da Volpedo

C’è stata una nuova attenzione del pubblico verso la Grande Arte al Cinema nel post pandemia? 
Lavorando con costanza, siamo riusciti anche nel post pandemia a tornare a dialogare con il pubblico dell’arte, sicuramente più consapevole e desideroso di vivere esperienze culturali collettive. La Grande Arte al Cinema si è dimostrata una scelta prediletta da chi cerca contenuti di qualità, capaci di ispirare e arricchire. Su alcuni titoli abbiamo notato una maggiore partecipazione anche da parte di giovani e famiglie, attratti dalla possibilità di scoprire l’arte in un formato immersivo e coinvolgente. E abbiamo lavorato in modo ancora più stretto coi Musei e con le associazioni culturali. Probabilmente, alla luce dei fatti, anche il periodo pandemico ha rafforzato il nostro impegno nel rendere l’arte più accessibile e fruibile per tutti, con un lavoro per certi versi ancora più certosino e capillare di connessione col territorio.

Quale documentario o titolo si è rivelato di particolare successo in sala? Quale invece ha avuto riscontri positivi ed inattesi in piattaforma?
Mi piace ricordare il candidato all’Oscar Loving Vincent dedicato a Van Gogh, ma anche Klimt & SchieleEros e PsicheHitler contro Picasso. L’ossessione nazista per l’arte, Maledetto Modigliani, Le ninfee di Monet. Un incantesimo di acqua e di luce. Sul fronte delle piattaforme, la Grande Arte ha ottenuto riscontri sorprendenti, raggiungendo un pubblico internazionale eterogeneo e dimostrando come il digitale possa amplificare la portata dei nostri progetti. All’inizio non è stato facile, ma pian piano anche i grandi player hanno iniziato a proporre i nostri titoli. È interessante notare come fruizione cinematografica e fruizione in streaming si completino, offrendo opportunità diverse per accedere a contenuti artistici. E anche dando la possibilità a chi è già stato in sala di ritrovare anche a casa una mostra, un museo, un artista che l’ha conquistato.

Come scegliete artisti, mostre o i movimenti da raccontare? 
La nostra selezione segue una linea editoriale ben definita, che tiene conto di tre elementi fondamentali: la rilevanza storica o culturale del soggetto, il suo potenziale narrativo e la capacità di attrarre un pubblico ampio e trasversale. Collaboriamo con curatori, storici dell’arte e registi, musei e produttori per garantire che ogni titolo sia rigoroso dal punto di vista scientifico, ma anche emozionante e accessibile al grande pubblico. La diversità dei nostri film riflette il nostro impegno nel raccontare l’arte in tutte le sue sfaccettature, spaziando dai grandi maestri ai movimenti meno conosciuti, per offrire una visione completa e stimolante, che arriva anche al contemporaneo, come accade quest’anno dove porteremo in sala un documentario su Andy Warhol.

La stagione cinematografica della Grande Arte al Cinema inizia con Pellizza pittore da Volpedo, che immagini e racconto regalerà al pubblico?
Siamo molto felici di aprire la seconda parte della stagione con questo titolo diretto da Francesco Fei che vede la partecipazione straordinaria di Fabrizio Bentivoglio, soprattutto ora, che con l’apertura di Palazzo Citterio per la Grande Brera a Milano, Fiumana è tornata a ricoprire un ruolo ancor più cruciale, magnifico specchio del Quarto Stato alla GAM. Pellizza pittore da Volpedo sarà un’esperienza unica. Il film non si limiterà a raccontare il celebre Quarto Stato, ma esplorerà l’intera parabola artistica e personale di Giuseppe Pellizza. Attraverso immagini straordinarie delle sue terre e un racconto appassionante, il pubblico scoprirà la forza visionaria di un artista che ha saputo coniugare impegno sociale e sperimentazione artistica. Sarà un viaggio nel cuore dell’arte italiana, con paesaggi, colori e atmosfere che trasporteranno gli spettatori in un’epoca di grande fermento culturale. E in una vicenda personale intima che saprà conquistarli.

Come sarà il 2025 per Nexo Studios?
Si preannuncia come un anno ricco di sfide e opportunità. Abbiamo in programma una serie di titoli che partendo da Pellizza da Volpedo arriveranno a grandi mostre internazionali, come Van Gogh. Poeti e amanti, l’esposizione sold out che la National Gallery ha dedicato a Van Gogh. Una mostra così amata che, per la seconda volta nella sua storia, il Museo londinese è rimasto aperto anche per una notte esclusiva, come era accaduto solo con la celebre esposizione su Leonardo, la prima che portammo al cinema raccogliendo subito un successo straordinario. Ci sarà poi L’alba dell’impressionismo. Parigi 1874 del Museo d’Orsay di Parigi, l’esposizione più completa, appassionante, preziosa e stupefacente che io abbia mai visto sul tema: approderà sul grande schermo in aprile. Chiuderemo la stagione in maggio con un documentario intimo sul creatore della pop art, Andy Warhol. American Dream, una sorta di film on the road tra States e Europa, da cui la famiglia di Warhol era emigrata. Il nostro obiettivo rimane quello di innovare, mantenendo alta la qualità e l’autenticità dei titoli che, anno dopo anno, portiamo sul grande schermo.

Più in generale, cosa è importante oggi per il successo di un film in sala? Le uscite evento sono ancora funzionali e importanti per il mercato cinematografico?
Il successo di un film in sala dipende da diversi fattori: la qualità del contenuto, una comunicazione mirata e, soprattutto, la capacità di creare un evento unico per il pubblico. Le uscite evento si confermano a nostro avviso fondamentali, perché trasformano la visione di un film in un’esperienza irripetibile. In un mercato in continua evoluzione, il valore dell’evento risiede proprio nella sua capacità di attrarre persone che desiderano vivere un momento speciale, condiviso con altri. Questo è il motivo per cui continuiamo a puntare su questa formula, integrandola con strategie digitali per amplificarne l’impatto.

Margherita Bordino

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Margherita Bordino

Margherita Bordino

Classe 1989. Calabrese trapiantata a Roma, prima per il giornalismo d’inchiesta e poi per la settima arte. Vive per scrivere e scrive per vivere, se possibile di cinema o politica. Con la valigia in mano tutto l’anno, quasi sempre in…

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