Morta Marta Czok. L’artista apolide che dipingeva per riflettere su migrazioni e senso di comunità

Nata a Beirut da una famiglia di rifugiati politici polacchi, Czok si è formata a Londra, per poi scegliere l’Italia, dove viveva e lavorava stabilmente. Scompare all’età di 78 anni; la sua Fondazione, tra Roma e Venezia, continuerà a divulgare il suo impegno

Aveva 78 anni Marta Czok, e ancora praticava con costanza l’arte, seguendo il percorso scelto sin dalla giovane età, a Londra, dove insieme alla sua famiglia era arrivata nel 1948, quando aveva solo un anno, ottenendo asilo. Nata apolide a Beirut da una famiglia di rifugiati politici polacchi, Czok aveva intrapreso gli studi accademici presso la St Martin’s School of Art, inizio di una carriera che nel 1974 la portò a trasferirsi in Italia, suo paese d’adozione, dove sposò Valter Scarso, instaurando anche un longevo sodalizio professionale.

Marta Czok, La fune
Marta Czok, La fune

Marta Czok e l’arte come strumento di riflessione sull’umanità

Lo scorso 6 febbraio, l’artista è scomparsa per un arresto cardiaco che l’ha colta al lavoro su una delle sue tele. Una carriera, la sua, fortemente intrecciata con la vicenda personale e della sua famiglia, che l’ha portata a utilizzare la pittura come strumento di riflessione sul senso della vita e sulla condizione umana, attraverso il filtro di un’ironia sempre presente a rinsaldare messaggi sull’ingiustizia sociale, l’importanza della democrazia e del pensiero libero, e un lucido pensiero critico sulle istituzioni e la guerra, sull’esperienza vissuta di migrazione e sul diritto umano ad avere un posto da chiamare casa. Un impegno tradotto nella rappresentazione frequente di scene di vita comune e spaccati di vita domestica nei quali cogliere la gioia della convivialità.

La carriera di Marta Czok. Opere e progetti nel mondo

Negli ultimi quarant’anni, l’artista ha esibito le sue opere in Europa e nel resto del mondo, con collaborazioni quali il progetto “Alitalia per l’Arte”, l’Albemarle Gallery di Londra, l’Ambasciata Francese presso la Santa Sede, l’Ambasciata di Polonia a Roma, l’Istituto Italiano di Cultura di Varsavia. Nel 2008, la televisione nazionale polacca TV Polonia le ha dedicato un documentario nel quale si evidenziava il rapporto tra il suo lavoro e la Seconda Guerra Mondiale.
Tra le sue mostre pubbliche più recenti si segnalano Icons&Idols, mostra multimediale del 2013 presso il Museo MACRO di Roma, la mostra antologica presso il Castello di Calatabiano, organizzata dal Museo MACS di Catania nel 2014, la personale Mother Rome presso il Museo Carlo Bilotti di Roma nel 2016. E ancora la mostra presso l’Istituto di Cultura Italiano di Varsavia che si è tenuta nel 2017 e la retrospettiva O Nas presso il Konstanciński Dom Kultury Hugonówka in Polonia nel 2023.
Czok ha inoltre lavorato a mostre itineranti quali la personale dedicata ai Bambini nella Guerra e nella Shoah, tenutasi a Palazzo Ferrajoli (Roma), al Museo Civico di Albano e a Palazzo Antico Ghetto (Padova) e la mostra About Us, sul tema dell’umanità, a Palazzo dei Papi (Viterbo), Palazzo Zuckermann (Padova) e Palazzo Zenobio (Venezia). In Polonia, dal 2020, la mostra To Nazywasz Sztuka? si è tenuta in diverse sedi, tra cui a Varsavia, presso il Museo della Caricatura, e poi a Lublino presso il Centrum Spotkania Kultur.
Ma l’artista stava lavorando su nuove mostre in Italia, in Polonia e nel Regno Unito, tra cui una collaborazione con AVR London e Anise Gallery per rivisitare i suoi lavori storici attraverso la realtà virtuale. Le sue opere si possono apprezzare a Venezia, per la mostra THE WINDOW, e a Castel Gandolfo, dove nel 2020 è nata la Fondazione Marta Czok – presieduta da Jacek Ludwig Scarso – per promuovere e preservare il lavoro dell’artista attraverso l’organizzazione di un archivio e l’organizzazione di mostre e attività.

Marta Czok, Suburbs
Marta Czok, Suburbs

La Fondazione Marta Czok

Alla sede romana che ospita la collezione permanente, nel 2023 si è aggiunto un il Project Space veneziano, che a pochi passi dal Ponte di Rialto ospita eventi e mostre che traggono ispirazione dal lavoro di Marta Czok. Mentre la Collezione Permanente si concentra sulle opere istituzionali degli ultimi quarant’anni, infatti, il Project Space ha come fine il dialogo con nuove realtà artistiche, nazionali e internazionali, in progetti ispirati da tematiche quali commentario sociale, la satira politica e l’esperienza di migrazione.
Dal 2021, inoltre, la Fondazione ha rafforzato la sua missione, creando diverse retrospettive, che includono, negli ultimi mesi, le mostre URBE a Palazzo Montecitorio, DE INNOCENTIA al Complesso di Vicolo Valdina, O NAS al Konstancinski Dom Kultury in Polonia, ARCHĪVUM a Palazzo Mathis di Bra, e la mostra EX_PATRIA nella sede di Venezia.
La Fondazione continuerà ora a portare avanti la sua missione: creare un dialogo profondo tra arte e società, attraverso il suo archivio storico e le future retrospettive, in parallelo a progetti di collaborazione con artisti, curatori e istituzioni in tutto il mondo.

Livia Montagnoli

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