Non solo il marito di Lina Bo Bardi. Ecco chi era Pier Maria Bardi

Raramente un uomo, soprattutto in passato, è stato oscurato dal successo della moglie. Per questo il nuovo appuntamento con la rubrica “I dimenticati dell’arte” è dedicato a Pier Maria Bardi che merita di essere riscoperto per la sua attività nell’arte contemporanea

A volte il tempo capovolge la statura e la fama delle persone sposate dopo la loro morte, anche se è raro che la moglie sia più celebre e riconosciuta del marito, a differenza di quanto accadeva quando i due erano in vita. È il caso di Pietro Maria Bardi (1900-1999), fautore del successo di sua moglie Lina Bo, considerata oggi tra le architette più importanti del secondo Novecento.

L'allestimento di Lina Bo Bardi, Museu de Arte de São Paulo, 1968
L’allestimento di Lina Bo Bardi, Museu de Arte de São Paulo, 1968

Pietro Maria Bardi critico d’arte e gallerista

Nato a La Spezia, Pietro comincia la sua carriera di critico d’arte a soli vent’anni, scrivendo su quotidiani come la Gazzetta di Genova e poi il Corriere della Sera, del quale diventa uno dei più apprezzati collaboratori, prima di fondare la rivista Il Belvedere nel 1929. Contemporaneamente avvia nel 1924 un’attività come gallerista a Milano, con la Galleria dell’Esame, mentre 5 anni dopo viene nominato direttore della Galleria di Roma, che aveva sede in un palazzo del quartiere Coppedè. In questo periodo si avvicina alla fede fascista, pur mantenendo uno sguardo critico verso l’architettura di regime.

“La tavola degli Orrori”, una critica all’architettura di regime

Per questo nel 1931 realizza l’opera La Tavola degli Orrori, un collage di immagini di opere architettoniche passatiste, realizzate da architetti come Marcello Piacentini, Armando Brasini e Cesare Bazzani, tutti accomunati dall’ostilità al MIAR (Movimento italiano per l’architettura razionale), fondato nel 1928 da Adalberto Libera e Gaetano Minnucci per promuovere l’architettura moderna in Italia. Esposta alla Galleria di Roma nel 1931, nell’ambito della II Esposizione dell’architettura razionale, l’opera di Bardi scatena furiose polemiche, che portano allo scioglimento del MIAR.

La brillante carriera di Pier Maria Bardi

Grazie alla vicinanza con il regime la carriera di Bardi prosegue però brillantemente: nel 1933 fonda la rivista cosmopolita Quadrante insieme a Massimo Bontempelli, definita “mensile di arte, lettere e vita” e portatrice della filosofia razionalista, che acquista subito prestigio grazie a contributi internazionali firmati da personaggi come Le Corbusier e Gropius. Bardi comincia a guardare oltreoceano, e organizza nello stesso anno a Buenos Aires la mostra Architettura Italiana d’oggi, e cinque anni dopo firma insieme a Pier Luigi Nervi il progetto per il Padiglione della Civiltà Italiana all’Esposizione Universale d’Arte E42, mentre nel 1944 fonda a Roma lo Studio Palma, per commercializzare gli artisti italiani.  

Dopo la guerra l’espatrio in Brasile per promuovere l’arte italiana

Dopo la seconda guerra mondiale Pier Maria si trova costretto ad abbandonare l’Italia – come molti altri simpatizzanti del passato regime – e nel 1946 decide di trasferirsi in Brasile, insieme alla sua seconda moglie, l’architetto Lina Bo Bardi. Il suo progetto è quello di promuovere l’arte italiana e così organizza le prime mostre a Rio De Janeiro. Durante una di queste esposizioni Pier Maria conosce il magnate brasiliano Francisco de Assis Chateaubriand, che lo incarica di costruire il primo museo d’arte del Brasile nella città di San Paolo. Bardi si mette a far incetta di capolavori d’arte in tutta Europa, eseguiti da maestri come Goya, Raffaello, Tiziano, Van Gogh, Cézanne, Modigliani, Picasso, Degas e Gauguin: così nel 1947 apre il MASP, ospitato prima nella sede del gruppo Diarios Associados, di proprietà di Chateaubriand e poi in un edificio avveniristico, progettato ad hoc da Lina Bo Bardi. L’ultima parte della sua vita è legata al museo, del quale è stato direttore fino al 1990, organizzando mostre ed eventi rimasti nella storia del primo museo internazionale del Brasile.

Ludovico Pratesi

Libri consigliati:

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Ludovico Pratesi

Ludovico Pratesi

Curatore e critico d'arte. Dal 2001 al 2017 è stato Direttore artistico del Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro Direttore della Fondazione Guastalla per l'arte contemporanea. Direttore artistico dell’associazione Giovani Collezionisti. Professore di Didattica dell’arte all’Università IULM di Milano Direttore…

Scopri di più