Al via la Milano Art Week 2025: intervista all’Assessore alla Cultura Tommaso Sacchi
Dalle novità di questa edizione che come ogni anno si raccoglie attorno a miart alla necessità di preservare l’autonomia delle piccole gallerie e degli spazi indipendenti mentre in città arrivano sempre di più mega gallerie e realtà internazionali. Ecco cosa ci ha raccontato l’Assessore alla Cultura

Incoraggiare il dialogo interculturale e la partecipazione stimolando una riflessione critica sul presente e sul futuro del mondo che stiamo vivendo: è questo l’obiettivo della Milano Art Week 2025 (dall’1 al 6 aprile) che, ormai da nove edizioni, accompagna il weekend della fiera d’arte moderna e contemporanea miart, proponendo un ampio e diversificato programma di appuntamenti diffusi per tutta la città. Per l’occasione, abbiamo intervistato l’Assessore alla Cultura di Milano Tommaso Sacchi, sia per tracciare un bilancio del mandato, a quasi quattro anni dalla nomina, sia per approfondire i temi che stanno ridefinendo la scena culturale cittadina. Dall’impatto della Milano Art Week sul sistema artistico ed economico, al futuro degli spazi indipendenti, fino alle strategie per consolidare la posizione della città nel panorama internazionale, ecco cosa ci ha raccontato.
Intervista all’Assessore alla Cultura Tommaso Sacchi: Milano e il suo ruolo internazionale
Il 10 marzo 2025 sul New York Times Laura Rysman, in un viaggio in treno che collega Milano a Stoccolma, con tappe a Zurigo, Berlino e Copenaghen, ha descritto eloquentemente Milano come la città in cui le cose accadono, citando, tra gli altri, anche luoghi culturali iconici come Fondazione Prada e Fondazione Luigi Rovati. Un bilancio – prima e dopo – a distanza di quasi quattro anni dall’inizio del tuo mandato come Assessore alla Cultura di Milano.
Milano ha consolidato il suo ruolo di capitale culturale internazionale, diventando sempre più un punto di riferimento per la creatività, l’innovazione e il dialogo globale. Dall’inizio del mio mandato, la città ha rafforzato la sua identità di laboratorio culturale dinamico, capace di attrarre talenti, idee e investimenti da tutto il mondo. Abbiamo lavorato per rendere la cultura più accessibile, con strumenti concreti come la Milano Museo Card, valorizzando il patrimonio esistente, e sostenendo sempre nuove forme espressive. Luoghi come Fondazione Prada e Fondazione Luigi Rovati sono solo alcuni esempi di un ecosistema culturale vibrante, che ha saputo crescere e rinnovarsi. Milano ha investito in progetti ambiziosi – vale 300 milioni il capitolo di investimenti sulle grandi infrastrutture della cultura – e ha promosso collaborazioni internazionali importanti, dal Museo del Louvre al Getty di Los Angeles. Oggi, Milano è una città in cui le cose accadono perché ha saputo guardare in avanti e soprattutto guardare alla cultura come un motore fondamentale di sviluppo sociale ed economico.
Il futuro delle piccole gallerie e degli spazi indipendenti
È innegabile che nel panorama contemporaneo (ma non solo) Milano sia diventata per le gallerie internazionali sede imprescindibile, ne è un esempio la ventura inaugurazione di Thaddaeus Ropac a Palazzo Belgioioso. Ma è anche vero che per una illustre che apre (per Ropac quella di Milano è la settima sede) molte altre più piccole chiudono anche per i prezzi elevati della città. Quali prospettive si delineeranno in questi mesi pre Olimpiadi e, soprattutto dopo, cosa rimarrà del prezioso parterre di piccole gallerie, spazi indipendenti e studi condivisi della città, unico ponte per gli artisti emergenti verso il mondo del mercato?
Siamo consapevoli delle difficoltà che gli spazi indipendenti e le piccole gallerie stanno affrontando. In questa direzione, abbiamo avviato la sperimentazione dell’Albo delle librerie di prossimità del Comune di Milano, uno strumento che potrebbe costituire un modello anche per altre tipologie di esercizi commerciali con ruolo di presidio culturale.
Si potrebbe pensare, per esempio, anche a un albo delle gallerie d’arte? Intanto ci dica come funziona con le librerie.
Questa iniziativa mira a fornire supporto concreto e a garantire maggiore riconoscibilità e sostegno a realtà che arricchiscono il tessuto culturale della città. Milano, come molte metropoli internazionali, ha le sue difficoltà, ma l’Amministrazione è impegnata a garantire opportunità per la scena emergente. Abbiamo attivato bandi specifici per sostenere progetti indipendenti, incentivato l’utilizzo di spazi pubblici per l’arte e rafforzato il dialogo con le istituzioni per favorire condizioni sostenibili per chi opera nel settore. Le Olimpiadi saranno una grande occasione per promuovere Milano nel mondo e vogliamo assicurarci che questa crescita non vada a discapito della sua anima culturale più sperimentale e accessibile. Il nostro obiettivo è che, anche dopo il 2026, Milano rimanga un luogo dove i creativi e gli artisti possano sempre trovare spazi e opportunità per esprimersi.
Il valore economico della Milano Art Week
Che ruolo riveste economicamente l’Art Week milanese, raccogliendosi attorno al fine settimana di miart, nel fitto panorama delle week e dei numerosi e diversificati eventi culturali proposti durante l’anno?
Milano Art Week rappresenta un asset strategico per l’economia della città, posizionandosi come un appuntamento chiave nel calendario culturale internazionale. Il suo valore va ben oltre il fine settimana di miart: è un catalizzatore di opportunità, capace di attrarre collezionisti, curatori, artisti e appassionati da tutto il mondo, generando un impatto significativo su settori come il turismo, l’ospitalità e il commercio. Milano ha saputo costruire un modello culturale in cui arte e impresa si intrecciano, creando un ecosistema in cui la creatività non è solo espressione, ma anche motore economico. L’Art Week è il momento in cui questa energia si manifesta con forza, rafforzando il posizionamento della città come hub globale per l’arte contemporanea.
Che valore riesce a esprimere una “week” così vicina a un’altra “week” terribilmente ingombrante come quella del design?
In un panorama così ricco di eventi, il valore di Milano Art Week sta nella sua capacità di mettere in connessione istituzioni, gallerie, fondazioni e spazi indipendenti, contribuendo alla crescita della scena artistica e alla sua sostenibilità economica. L’investimento nella cultura non è mai fine a se stesso, ma una leva strategica per il futuro della città. E Milano continua a dimostrare che l’arte non è solo bellezza, ma anche sviluppo e crescita.
Le novità della Milano Art Week 2025
Quali sono le novità della Milano Art Week 2025?
Quest’anno il programma è ancora più articolato, capace di intercettare le molteplici traiettorie dell’arte contemporanea e di proporre nuove connessioni tra discipline e pubblici diversi. L’apertura al dialogo tra arti visive, cinema, design e performance è una delle direttrici fondamentali di questa edizione, con un programma che vede protagonisti artisti di fama internazionale accanto a realtà emergenti, confermando Milano come uno spazio di sperimentazione e contaminazione culturale. Uno degli appuntamenti più attesi è “Mother” di Robert Wilson, che al Museo della Pietà Rondanini al Castello Sforzesco trasformerà lo spazio in un’esperienza scenica unica, mettendo in relazione la sua visione teatrale con la maestosità dell’ultima opera di Michelangelo. Ma anche alla Galleria d’Arte Moderna, Ugo Rondinone crea un viaggio emozionale nella memoria, intrecciando il suo linguaggio artistico con i capolavori della collezione storica. La Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale, invece, accoglie “Pastorale”, il nuovo progetto di Nico Vascellari, che si muove tra suono, materia e ritualità con una grande installazione site-specific. Progettare un evento di questa portata significa immaginare la città come un ecosistema dinamico, in cui istituzioni, gallerie, spazi indipendenti e fondazioni costruiscono un racconto corale.
Resta una vicinanza con la Milano Design Week che per certi versi è un vantaggio e per altri un fardello…
Il calendario della Milano Art Week non è solo una sequenza di mostre e appuntamenti, ma un’esperienza che riflette il fermento culturale della città, e che deve necessariamente creare un ponte ideale con la Design Week e il Salone del Mobile. Questa continuità tra le due settimane permette di sottolineare il valore della creatività come elemento strutturale di Milano, una città che non si limita a ospitare eventi, ma che vive e trasforma la cultura in un processo in costante evoluzione.
Caterina Angelucci
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