Design for all e Intelligenza Artificiale. Primo font per dislessici all’Università della Tuscia
L’Università degli Studi della Tuscia ha adottato il font EasyReading, creato a Torino dal designer Federico Alfonsetti per chi soffre di dislessia, anche per il progetto europeo VRAIlexia che usa l’AI per migliorare l’apprendimento dei suoi studenti
Una storia di design e di un font ad alta leggibilità pensato per i dislessici: EasyReading creato a Torino dal designer Federico Alfonsetti. È quella che vi abbiamo raccontato qualche anno fa qui su Artribune e che ora torna sotto i riflettori grazie alla scelta dell’Università della Tuscia di utilizzare questo carattere tipografico – realizzato secondo l’approccio inclusivo del “Design for all” – anche per il progetto europeo VRAIlexia, una piattaforma di e-learning che fa uso dell’Intelligenza Artificiale per migliorare l’apprendimento dei suoi studenti. Il termine è un acronimo che condensa tutte le sfaccettature del progetto: VR sta per realtà virtuale, AI per l’intelligenza artificiale, mentre lexia rimanda agli strumenti basati su cloud e su intelligenza artificiale in grado di interagire con l’uomo.
EASYREADING: LA GENESI DEL PROGETTO
“L’idea è stata del professore di Ingegneria dell’Università degli Studi della Tuscia Giuseppe Calabrò il quale, aveva già presentato al Ministero Tua2 un progetto di Ricerca e Formazione a livello nazionale. L’obiettivo è quello di far diventare l’ateneo un laboratorio permanente di ricerca, sperimentazione e didattica innovativa”, ha detto la project manager Marcella Barone. “A settembre 2019 abbiamo pensato di sviluppare l’idea a livello europeo e grazie ad una progettazione partecipata, abbiamo presentato la proposta in risposta al bando Erasmus + del 2020. Grazie all’interdisciplinarietà del team che ha preso parte alla stesura del progetto e al carattere fortemente innovativo della proposta, il progetto è risultato il primo in graduatoria e dal primo settembre 2020 abbiamo iniziato ufficialmente con le attività”.
EASYREADING: COME FUNZIONA
Un progetto che è stato tra i primi a trattare un tema tanto delicato come quello della dislessia nell’apprendimento. Così, dopo aver acquisito la licenza d’uso del font ad alta leggibilità EasyReading® Dyslexia Friendly su tutti i PC dell’ateneo e come predefinito per le attività didattiche telematiche, l’Università degli Studi della Tuscia ha scelto di utilizzare il font anche per il progetto europeo VRAIlexia. “Siamo felicissimi di poter portare avanti questa partnership, con l’utilizzo del nostro font in tutti gli strumenti pensati e creati ad hoc nel progetto”, ha dichiarato il designer del font e amministratore delegato della società Federico Alfonsetti. “È stata la prima università, in Italia, a credere nell’importanza dell’utilizzo di un font ad alta leggibilità e si è confermata visionaria in questo frangente, nel quale può fare da apripista perché altre realtà analoghe si muovano nella stessa direzione”. Il font disegnato a Torino da Federico Alfonsetti e dal suo team di ricerca ha come target il 10% della popolazione che soffre di dislessia, ma ha punta anche alla semplicità e all’alta leggibilità per tutti: il design dei suoi 811 caratteri agevola i lettori dislessici ma è del tutto leggibile anche per il lettore comune, che con ogni probabilità non si renderà conto di trovarsi di fronte a un carattere “speciale”. Per questo la sua applicazione è possibile in molteplici campi, dall’editoria ai musei, e ora anche all’Università. “L’Università degli Studi della Tuscia è un Ateneo giovane a misura di studente,” ha concluso Giuseppe Calabrò, Responsabile scientifico progetto VRAIlexia, “il nostro Rettore punta a far diventare l’Ateneo un centro nevralgico per la realizzazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dove ogni studente trova le condizioni per esprimere al meglio il proprio potenziale. È in questa ottica che abbiamo deciso di adottare il font ad alta leggibilità EasyReading e di intraprendere iniziative come VRAILEXIA dove in maniera innovativa vogliamo rompere gli schemi ed essere promotori di una rete di Campus Sostenibili”.
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