“Mi chiamo Andrea Michele Vincenzo Ciro Pazienza. Dal ’76 pubblico su alcune riviste. Disegno poco e controvoglia. Mio padre, anche lui svogliatissimo, è il più notevole acquerellista ch’io conosca. Io sono il più bravo disegnatore vivente. Morirò il sei gennaio 1984”. Mi vengono in mente queste parole di spietata ironia, pronunciate da Andrea Pazienza nel 1981, mentre osservo le sue tre magnifiche tavole in una saletta di Palazzo Dogana a Foggia, convincendomi che nei musei delle apparenti periferie lo stupore che si avverte è sempre il più estraniante e durevole. È un luogo di stratificazioni la Galleria d’arte moderna della città: nata sotto l’egida della Provincia, oggi è parte integrante del Polo biblio-museale di Foggia diretto da Gabriella Berardi.
JOSEPH BEUYS NELLA PINACOTECA DI FOGGIA
Inaugurato nel maggio 2003, il percorso espositivo, allestito in alcune sale del piano terra del palazzotto settecentesco, custodisce opere di proprietà della Provincia oggi incluse in un più ampio processo di valorizzazione del patrimonio a opera del Polo biblio-museale regionale coordinato da Luigi De Luca. La vocazione di questo luogo è duplice: da un lato c’è l’impegno verso la ricerca sugli artisti foggiani che, a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, hanno lavorato intensamente sul fronte della pittura e della scultura; dall’altro c’è il desiderio più recente di confrontarsi con la lezione di Joseph Beuys. L’artista raggiunse Foggia durante la Seconda Guerra Mondiale, quando prestava servizio militare nell’aviazione, e rimase legato alla città anche negli ultimi anni della sua vita, come dimostrano alcuni suoi multipli.
La sezione su Beuys presenta immagini e un libro d’artista pubblicato da Lucrezia De Domizio Durini per documentare uno dei suoi tanti progetti italiani nati proprio a Bolognano dai Durini. L’augurio è che la pinacoteca possa un giorno accogliere una sezione permanente di documentazione dedicata al rapporto tra Beuys e l’Italia, e in particolar modo con la Puglia, visto che proprio un artista-collezionista salentino, Corrado Lorenzo, negli Anni Settanta produsse alcuni multipli di Beuys pubblicati anche nel suo catalogo generale della grafica.
GLI ARTISTI DI PALAZZO DOGANA
“L’obiettivo principale della collezione”, precisa Gabriella Berardi, “è quello di fornire un quadro d’insieme dell’attività artistica in Capitanata tra il XIX e il XX secolo, attraverso l’esposizione di opere di autori come Domenico Caldara, Alfredo Petrucci, per arrivare a Dario Damato, Giovanni Albanese, Gerardo Gerardi e Pazienza. Una sala è dedicata all’italo-tedesco Alfredo Bortoluzzi, che visse i suoi ultimi anni sul Gargano, mentre più recentemente è stato allestito uno spazio espositivo per documentare la presenza di Joseph Beuys a Foggia e sul Gargano. Un’altra parentesi internazionale è quella costituita dalle sale che ospitano i colombiani Fernando Botero e Cesare Siviglia”.
Tra le personalità da non trascurare c’è Francesco Saverio Altamura, straordinario pittore foggiano ‒ nato nel 1822 e morto a Napoli nel 1897 ‒ e abile disegnatore, come ribadiscono le due carte con un gruppo di figure e di monache per la Monacazione di Maria Spinelli e il San Francesco d’Assisi della collezione museale. Da non dimenticare anche Giuseppe Ar (Lucera, 1898 ‒ Napoli, 1956), pittore delle solitudini e dei silenzi, come la struggente scena di un interno, tra i capolavori della Pinacoteca di Palazzo Dogana.
‒ Lorenzo Madaro
Articolo pubblicato su Grandi Mostre #27
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