I depositi delle Terme di Diocleziano saranno accessibili. Intervista a Stéphane Verger
Stéphane Verger, direttore del Museo Nazionale Romano, anticipa i dettagli del progetto di apertura dei depositi delle Terme di Diocleziano. In linea con una tendenza sempre più diffusa di rendere visibili i manufatti normalmente non accessibili al grande pubblico
Anche i depositi delle Terme di Diocleziano a Roma saranno accessibili ai visitatori. A parlarne è il direttore del Museo Nazionale Romano, Stéphane Verger, che descrive anche i progetti di risistemazione e ampliamento di Palazzo Altemps e della Crypta Balbi.
Ci troviamo a Palazzo Altemps, scrigno rinascimentale di Roma, che oggi ospita nel suo chiostro una mostra di architettura contemporanea. Che cosa puoi dirci innanzitutto di questa tendenza sempre crescente nel nostro presente di portare mostre di arte contemporanea nella cornice di luoghi antichi?
Questo palazzo è sempre stato un palazzo di creatività contemporanea quanto ad architettura: per esempio il secondo cortile del palazzo risale al Cinquecento, ma all’inizio del XX secolo è stato coperto con una vetrata sostenuta da travi di cemento armato, utilizzando una tecnica molto innovativa. Era già una sperimentazione, un gesto di messa in dialogo con il presente.
Mi piace pensare che questi non sono in effetti luoghi antichi, ma luoghi frutto della creatività contemporanea di altri secoli. Roma è fatta di queste stratificazioni, in questa città le creazioni artistiche di temporalità diverse si sovrappongono. Per essere fedeli a luoghi come le Terme di Diocleziano o Palazzo Altemps noi dobbiamo continuare a tenere viva la creatività contemporanea.
Alla presentazione della mostra Le forme del tempo presso le Terme di Diocleziano, hai parlato di un’iniziativa per rendere pubblici i depositi del museo. Cosa puoi dirci a questo proposito?
Ci stiamo attivando per questo, dobbiamo fare alcuni lavori nei grandi depositi che di fatto sono delle grandi aule romane, simili a quelle in cui si svolge la mostra attuale di Fabio Barile e Domingo Milella. Vogliamo creare dei percorsi tematici al loro interno.
Per il museo sarà possibile sfruttare i depositi in due modi: il primo sarà quello di renderli visitabili, il secondo invece consisterà nel portarne fuori delle opere per esporle. L’operazione sarà quindi duplice. Grazie al PNRR e dunque con i fondi speciali a disposizione, abbiamo la possibilità di ampliare molti percorsi museali. Qualcosa di straordinario.
Questo piano di ampliamento dunque non riguarda esclusivamente le Terme di Diocleziano.
Oltre al Museo Nazionale ‒ Terme di Diocleziano, ad esempio, qui a Palazzo Altemps sarà utilizzabile uno spazio di 600 metri quadrati in più e il progetto di risistemazione e ampliamento dei percorsi comprende anche e soprattutto la Crypta Balbi.
Esiste anche ora un modo che permetta di vedere i reperti conservati nei magazzini?
Al momento l’ingresso ai magazzini è riservato a una cerchia ristretta di persone: studiosi, persone interne ai musei. Una cosa interessante che facciamo è permettere anche ai fotografi di accedere ai depositi, perché le fotografie sono un altro modo per restituire al pubblico le immagini dei reperti custoditi.
DEPOSITI MUSEALI ACCESSIBILI
Leggevo di una coppia che durante il lockdown ha fatto un tour visitando i depositi più belli d’Italia e molti spazi espositivi e musei archeologici si stanno muovendo nella direzione di un’apertura al pubblico di stanze segrete e capolavori nascosti. Gli Uffizi hanno aperto la Sala delle carte geografiche, il Colosseo ha lanciato un docufilm sulla collezione conservata nei magazzini. Un patrimonio di beni non accessibile sarà presto alla portata di tutti.
Sì, è così c’è una tendenza condivisa in questo senso. Il Parco del Colosseo ha lanciato anche un percorso di depositi visitabili. Al pubblico però io dico: “Venite al museo, perché, prima di vedere le opere che sono nascoste, possiate godere di quelle che sono incluse nel percorso!”. Tanti cittadini infatti non conoscono il Museo Nazionale Romano.
La funzione di portare mostre di arte contemporanea in luoghi come questi è quella di avvicinare un pubblico che non necessariamente verrebbe a visitare i musei archeologici. La mostra Le forme del tempo di Alessandro Dandini è un esempio perfetto, molti all’inaugurazione mi hanno detto che, pur essendo romani da generazioni, non avevano mai visto le Terme di Diocleziano.
Tornando ai reperti ancora nascosti, di che numeri si parla?
Quasi impossibile calcolarlo, forse un milione, forse di più.
E sono tutti reperti classificati?
Ogni reperto ha un numero di inventario. Ma la mole di beni è infinita. Già solo il Medagliere a Palazzo Massimo comprende seicentomila monete. Sommando questa cifra a tutto l’insieme dei reperti archeologici che ci sono, siamo a più di un milione. E poi si deve ricordare che al Museo Nazionale Romano c’è tutto l’archivio della Sovrintendenza archeologica. Anche lì si parla di centinaia di migliaia di documenti di fotografie di Roma di tutto il XX secolo, una fonte storica di grandissimo valore da cui poter attingere.
I PROGETTI PER PALAZZO ALTEMPS
I reperti che si trovano attualmente nei depositi e che grazie a questo progetto saranno visibili sono mai stati esposti al pubblico?
Spesso sono stati presentati, ma nelle mostre temporanee, qui a Roma nel museo, oppure all’estero. Ci sono, per esempio, tanti reperti che sono nelle casse di movimentazione per mostre che sono state fatte in Germania e in altri Paesi. Noi ora stiamo recuperando tutti questi oggetti, queste opere che sono spettacolari per portarle in esposizione. Se sono state presentate all’estero, è giusto che anche qui possano essere visibili.
Anche qui a Palazzo Altemps saranno esposti ulteriori reperti?
Sì, Palazzo Altemps ospiterà un’importante collezione di scultura del II secolo a. C. che proviene dalla Sabina, in particolare da Fianello Sabino. La più antica collezione di scultura greca conosciuta nel Lazio.
Questa collezione vedrà la luce simultaneamente all’apertura dei depositi delle Terme di Diocleziano? Quali sono le previsioni sui tempi per la realizzazione di questo progetto complessivo?
La collezione sabina ora è custodita nei depositi e sarà esposta quando il percorso del museo di Palazzo Altemps verrà completato. Prevedo che tutti i lavori di ampliamento e di adeguamento saranno terminati tra circa un anno, un anno e mezzo, poi i preziosi reperti saranno alla portata di tutti.
‒ Francesca de Paolis
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