Se si escludono i quartieri intorno a Porta Nuova e alla ex Fiera, Milano è una metropoli relativamente bassa, quanto a prominenza degli edifici. C’è però un landmark che da settant’anni rende la zona dell’Arco della Pace e di Corso Sempione riconoscibilissima: la svettante Torre Rai. All’apparenza solo una grande antenna, con i suoi 100 metri di altezza la torre è diventata presto un simbolo della televisione stessa e della crescita di Milano durante il boom economico. È in onore di questo ruolo che il grande traliccio – occasionalmente utilizzato come punto panoramico – è destinato di qui a breve a diventare un vero e proprio monumento cittadino, con tanto di tutela storico-architettonica. È infatti fissato per il 29 settembre il sopralluogo della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio, superato il quale la torre sarà ufficialmente un patrimonio milanese e non potrà più essere alterata.
LA STORIA DELLA TORRE RAI A MILANO
Insieme a quelle di Roma, Torino, Genova e poche altre, la sede di produzione di Corso Sempione ha fatto la storia della televisione pubblica, a cominciare dal primo telegiornale andato in onda su scala nazionale. Entrata in servizio nell’aprile del 1952, è stata al centro di una serie di costanti aggiornamenti tecnici, tenendo botta fino all’avvento del digitale: nel 2015 la torre è stata “pensionata” dalle trasmissioni, e il suo ruolo è stato assunto da una nuova antenna di 40 metri posta in cima alla Torre Allianz, l’alto edificio di CityLife progettato da Arata Isozaki e da Andrea Maffei, che con i suoi circa 250 metri è diventato il nuovo punto più alto della città. Oggi la Torre Rai – che nel 2014 è stato il bene più visitato d’Italia nelle Giornate Fai di Primavera, con 11mila ingressi, e nel 2015 ha preso parte alle celebrazioni per l’Expo – è sede di produzione di non più di una trentina di programmi, sia trasmissioni televisive sia radiofoniche. Con la nuova tutela, potrebbe risparmiarsi il difficile destino degli adiacenti uffici progettati nel 1939 da Giò Ponti e Nino Bertolaia per l’Eiar e poi ereditati da mamma Rai. Gli storici spazi andranno infatti in vendita all’interno di un piano immobiliare (approvato lo scorso luglio) da 465 milioni di euro che, fra 2023 e 2031, prevederà “una razionalizzazione e riorganizzazione degli spazi aziendali resa opportuna sia dall’evoluzione delle modalità di lavoro conseguenti alla transizione digitale, sia dalla necessità di assicurare una maggiore sostenibilità ambientale e finanziaria”.
Per il grosso delle trasmissioni milanesi, la Rai sta concentrando la propria presenza nel centro di produzione al Portello, i cui lavori dovrebbero cominciare a inizio 2023 e finire entro il 2025, giusto in tempo per le Olimpiadi invernali. Sul futuro di questo polo, il segretario generale per Milano di Slc-Sgil Francesco Aufieri ha detto al Corriere della Sera che “l’intenzione dell’azienda è creare un unico polo di produzione nel quartiere Fiera Milano City che accorpi tutti gli uffici e gli studi, e contemporaneamente ci sarà la vendita di corso Sempione e la dismissione degli studi di via Mecenate”.
– Giulia Giaume
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