Cosa fare alla Villa Reale di Monza? Idee per il rilancio

La nascitura Fondazione della Reggia di Monza pone un problema di utilizzo dei grandi ambienti monumentali oggi in gran parte privi di decorazione. Da un lato l'enorme edificio di Piermarini, dall'altro lato la collezione del milanese Guido Angelo Terruzzi, ricchissima di arte veneta e francese alla ricerca di una sede espositiva degna. E se unissimo domanda e offerta?

All’indomani del regicidio di Umberto I di Savoia, avvenuto di fronte all’attuale Cappella Espiatoria il 29 luglio del 1900, la Villa Reale di Monza divenne per la regina Margherita un ricordo troppo ingombrante, e cadde in un oblio così radicale che solo negli ultimi decenni è iniziato il suo riscatto.
Tutto il patrimonio artistico, di arti decorative e applicate, che rendeva la villa uno degli esempi più insigni del Settecento e del primo Neoclassicismo italiano fu destinato ad altre sedi, e in gran parte oggi è confluito in quello che a buona ragione può essere considerato il principale museo (ancorché parzialmente accessibile) di arti decorative d’Italia: il Palazzo del Quirinale. Sede che oggi, conclusasi l’esperienza monarchica, ospita la Presidenza della Repubblica. Tutto venne portato via: arazzi, dipinti, mobili, decorazioni, lampadari…
Nel catalogo del Patrimonio Artistico del Quirinale, edito da Electa in vari volumi pubblicati tra il 1991 e il 2000, rinveniamo numerosi pezzi provenienti da Monza, come almeno 23 dipinti (tutti di fattura ottocentesca), 33 mobili sette-ottocenteschi di fattura milanese, veneziana (tra cui 10 mobili laccati) e francese, ma soprattutto un meraviglioso corredo del Salotto dell’Imperatore della Villa Reale di Monza.
Un patrimonio enorme di cui oggi è difficile che il Quirinale, che finalmente sta trovando una sempre più rilevante vocazione museale e di apertura al pubblico, possa decidere di fare a meno, soprattutto per quanto riguarda i pezzi di maggior pregio.
Monza è invece uno splendido contenitore che in taluni ambienti risulta però un po’ troppo prosaico, privo di lampadari, colori e decorazioni che rendono regale qualunque palazzo reale. Cosa fare dunque per recuperare il fascino della reggia monzese?

Villa Regina Bordighiera, Manifattura italiana nord, 1730. Copyright Fondazione Terruzzi

Villa Regina Bordighiera, Manifattura italiana nord, 1730. Copyright Fondazione Terruzzi

LA VICENDA DELLA COLLEZIONE TERRUZZI

La Collezione Terruzzi, una delle principali raccolte italiane di arte del Settecento, ricchissima di capolavori di scuola veneta e francese, compresi pezzi di arte decorativa, mobili, porcellane cinesi ed europee, orologi, arazzi, tavoli da parete e tappeti, apre alle visite nella sua sede di Bordighera, in Liguria, presso la Villa Regina Margherita. Il museo, con ben 1200 pezzi esposti dal XV al XX secolo, inaugura nel 2011 dopo un restauro finanziato dalla Fondazione Terruzzi per 8 milioni di euro, durato due anni. La collezione, con opere tra gli altri di Canaletto, Tintoretto, Guardi, Bellotto, Carlevarijs, Sebastiano Ricci, Alessandro Magnasco, Luca Giordano e Jusepe de Ribera, è stata raccolta dal magnate del nichel, il milanese Guido Angelo Terruzzi, scomparso nel 2009.
Nonostante le premesse superlative, l’esperienza museale riscuote solo un parziale successo. Nel 2014, a seguito di un crollo di un muro a Villa Regina Margherita, il museo viene chiuso, con rammarico della Fondazione: lo spiacevole evento si sarebbe potuto forse evitare con un intervento manutentivo di poche decine di migliaia di euro. Nel 2017 la Fondazione Terruzzi viene messa in liquidazione e la vicenda della Villa Regina Margherita e della Collezione Terruzzi si separano definitivamente. Della collezione esiste un catalogo dell’esposizione del 2007 al Vittoriano di Roma dal titolo Il fascino del bello. Opere d’arte dalla Collezione Terruzzi edito da Skira, in cui si presentano i 250 dipinti, i 150 objet d’art in argento o porcellana e i 120 arredi presenti in mostra. In passato numerose sedi erano state proposte per ospitare la collezione, a partire dal Vittoriano e da Palazzo Venezia a Roma per passare a Palazzo Litta o Palazzo Dugnani a Milano. Vittorio Sgarbi nel 2006 aveva perfino ipotizzato (non si sa quanto seriamente) che la Collezione Terruzzi potesse essere esposta a Palazzo Broggi, in quella che successivamente sarebbe divenuta la celebre sede milanese di Starbucks. Insomma, la collocazione della voluminosa Collezione Terruzzi è da tempo un vero e proprio grattacapo. Esistono a Milano o in Lombardia edifici prestigiosi, voluminosi e alla ricerca di un patrimonio settecentesco da musealizzare? Forse sì.

La Sala degli Uccelli, dal sito www.villarealemonza.org

La Sala degli Uccelli, dal sito www.villarealemonza.org

LE VICISSITUDINI DELLA REGGIA DI MONZA

Oggi, dopo i riusciti restauri alla Villa Reale di Monza del biennio 2012-2014, che hanno recuperato un bene che versava in uno stato di vergognoso abbandono da decenni, una delle più nobili regge d’Italia e d’Europa, una sorta di “Piccolo Schönbrunn” brianzolo, è tornato in mani pubbliche (il Consorzio Villa Reale e Parco di Monza, di cui fanno parte il Ministero della Cultura, Regione Lombardia e i comuni di Monza e di Milano), dopo la conclusione della triste avventura con la società privata che si era occupata per alcuni anni della gestione e della promozione del bene in seguito al suo restauro. Venne ad esempio stretto un accordo con la Triennale di Milano per ospitare nel sottotetto alcuni pezzi del Museo del Design, ricordando le edizioni della Mostra Biennale delle Arti Decorative che nel 1923, 1925, 1927 e 1930 furono ospitate proprio alla Villa Reale, per poi essere trasferito nell’edificio di via Alemagna a Milano a partire dalla V Triennale del 1933. E lo stesso accadde nel 2018, quando, in vista del riallestimento in grande scala del Triennale Design Museum nello spazio espositivo di Parco Sempione, la collezione venne trasferita tutta nel capoluogo lombardo.
Le proposte sono state numerosissime, tra cui ci piace ricordare quella di Federico Zeri, che suggerì di utilizzare la Villa Reale per esporre le opere di Brera custodite nei depositi e non accessibili, in abbinamento o in alternativa ad altre strutture in cerca di vocazione come il Castello Sforzesco di Vigevano.
Ma l’incertezza è tanta. Addirittura, nel 2019, la Triennale di Milano e la Camera di Commercio di Milano, Monza, Brianza e Lodi hanno organizzato un concorso di idee per cercare di trovare un senso alla meravigliosa struttura monzese.

Villa Reale di Monza, still da tour virtuale Google Maps

Villa Reale di Monza, still da tour virtuale Google Maps

IL FUTURO DELLA REGGIA DI MONZA

Oggi, dopo un 2021 travagliato, corre voce (la notizia risale al 30 settembre 2022) che il sindaco di Monza e presidente del Consorzio Villa Reale e Parco di Monza Paolo Pilotto abbia intenzione di procedere alla realizzazione di una Fondazione per promuovere lo sviluppo della Villa Reale, seguendo l’esempio di successo di Venaria Reale alle porte di Torino. Il Consorzio ha in progetto di aumentare il personale e di portare da due a tre giorni le aperture al pubblico. La regione ha messo a disposizione 55 milioni di euro per la realizzazione del Masterplan di intervento, ma serviranno ulteriori fondi per la riqualificazione delle numerose strutture storiche presenti in quello che, con i suoi 688 ettari, è uno dei parchi recintati più grandi d’Europa. Insomma, per Monza è giunto il momento di sognare in grande.
Noi vediamo quindi una straordinaria opportunità di abbinare una collezione di arte veneta e francese di arte settecentesca priva di sede a una villa reale asburgica, napoleonica e sabauda priva di allestimento. Data la straordinaria coerenza cronologica e la compatibilità estetica e tematica tra contenuto e contenitore, sorgerebbe quasi naturale lasciare che una “mano invisibile” alla Adam Smith unisca domanda e offerta, e veda nella Villa Reale di Monza il luogo ideale e naturale per la collocazione definitiva della Collezione Terruzzi, rendendo la Reggia di Monza, presto connessa a Milano dalla metropolitana, una sorta di versione meneghina e brianzola di quello che per Berlino sono Potsdam o Sanssouci: un’escursione culturale a poche distanze dal centro del capoluogo di regione.
L’idea, in realtà, non è affatto nuova, e anzi circola da parecchi anni in rete, ad esempio in forum specializzati in architettura e di sviluppo urbano come il celebre Skyscrapercity, che dimostrano come abbia già da tempo attecchito in talune fasce della popolazione, per lo meno tra quelle più sensibili alla fruizione dei beni artistici.
Ci auguriamo che questa nostra umile proposta di collocare a Villa Reale di Monza la Collezione Terruzzi non resti una utopia ma possa portare alla completa espressione dell’incredibile potenziale ‒ a oggi largamente inespresso ‒ di uno degli edifici più maestosi del nord Italia.

Thomas Villa

https://reggiadimonza.it/

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