Non ancora nato e già sbagliato: il Museum der Moderne, museo d’arte del XX secolo attualmente in costruzione a Berlino, è stato additato da esperti di conservazione e critici di architettura per la sua inaccettabile sostenibilità energetica. Nel cuore di una crisi energetica ed ecologica sempre più onnivora, l’edificio progettato dal celebre duo di architettura svizzero Herzog & de Meuron sembra non essere all’altezza degli standard attuali per consumi e inquinamento, e ora da più parti si chiede di interromperne la costruzione fino al raggiungimento di un livello energetico più consono ai tempi.
IL NUOVO MUSEUM DER MODERNE DI BERLINO
Il museo – variamente soprannominato “fienile” o “tendone di birra” per via della forma spiovente – nasce per ospitare la massiccia collezione di opere del Novecento disseminata in diverse istituzioni della città. Con sede a Potsdamer Platz, a pochi passi dalla Neue Nationalgalerie, il museo (la cui conclusione, prima della polemica, era prevista al 2026) aveva fatto discutere anche per l’elevato costo di costruzione, stimato a 450 milioni di euro circa dopo un primo progetto di 179 milioni. Herzog & de Meuron avevano commentato che l’escalation dei costi era dovuta alla necessità di scavare più a fondo nel terreno paludoso di Berlino per aumentare il volume dell’edificio senza addossarsi troppo alla vicina chiesa di San Matthäus.
LE CRITICHE ECOLOGICHE AL NUOVO MUSEO DI ARTE MODERNA BERLINESE
Molte delle critiche, riporta il Guardian, ruotano attorno alla scelta del principale materiale da costruzione, il cemento – tra i maggiori contributori alle emissioni di anidride carbonica – e alla struttura interna aperta e trasparente, che richiederà un sistema di ventilazione molto sofisticato e dispendioso per mantenere la temperatura e l’umidità ai livelli consoni per le opere. Stando all’esperto di conservazione Stefan Simon, che ha commentato il nuovo museo sulla rivista tedesca Die Zeit, questo edificio è un “Klimakiller” e sarà molto meno efficiente dal punto di vista energetico rispetto ad altri vecchi musei di Berlino (i suoi 450 chilowattora di energia per metro quadro sono circa quattro volte quelli dell’Altes Museum, costruito nell’Ottocento), mentre la Corte dei conti federale tedesca ha dichiarato che il progetto è “troppo caro e non ecologico” e ha chiesto un nuovo progetto.
Il Bundestag ha concesso altri 10 milioni per colmare le lacune e la ministra tedesca della Cultura Claudia Roth ha chiesto personalmente di rinnovare il design, con meno cemento e una struttura più sostenibile, tra raccolta dell’acqua piovana e l’introduzione di pannelli solari. Per gli esperti tedeschi, però, questi sarebbero dei palliativi, e il progetto andrebbe sospeso perlomeno nel periodo di crisi energetica. Sempre sul Die Zeit, l’esperto di arte tedesco Tobias Timm ha lanciato un suggerimento e una provocazione ai manifestanti ecologisti che negli ultimi mesi hanno protestato nelle gallerie di mezza Europa, esortandoli a prestare maggiore attenzione a questi sviluppi.
Giulia Giaume
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