Con ScottoJonno rinasce la Galleria Principe di Napoli: biblioteca, caffè letterario, tanta arte

L’iniziativa dell’imprenditore Luca Iannuzzi valorizza gli spazi abbandonati dell’ex Tesoreria del Banco di Napoli, già cafè chantant durante la Belle Epoque. A supervisionare il recupero l’artista Eugenio Tibaldi, in cucina Marco Ambrosino

È questione annosa quella del recupero della Galleria Principe di Napoli, diventata suo malgrado simbolo di degrado e abbandono in pieno centro città, tra il MANN e l’Accademia di Belle Arti. Interamente di proprietà del Comune, è da anni inserita in progetti di rilancio che, finora, non hanno prodotto i risultati sperati, lasciando i locali vuoti e la struttura – costruita tra il 1870 e il 1883, a tre bracci, con copertura in ferro e vetro e pavimento dalle forme geometriche gialle e nere, a opera degli architetti Nicola Breglia e Giovanni De Novellis – a un destino di fatiscenza. Ma nella Napoli che finalmente, pur a fronte della preoccupante chiusura di librerie e teatri indipendenti, sembra pronta a valorizzare i suoi spazi storici (si vedano il prossimo futuro del Real Albergo dei Poveri, per interessamento diretto del ministro Sangiuliano, o il recente sequestro della storica stazione Bayard) anche la Galleria Principe può voltare pagina.

Luca Iannuzzi ed Eugenio Tibaldi in cantiere da ScottoJonno

Luca Iannuzzi ed Eugenio Tibaldi in cantiere da ScottoJonno

SCOTTOJONNO ALLA GALLERIA PRINCIPE. LA BIBLIOTECA

Superate le reticenze della Soprintendenza, ostacolo principale all’assegnazione e all’intervento sugli spazi in disuso, l’imprenditore napoletano Luca Iannuzzi si è aggiudicato i locali dell’ex Tesoreria Comunale del Banco di Napoli, grazie al programma Common Gallery ideato dell’Assessorato ai Giovani e alle Politiche Giovanili e adottato e attuato dalla Giunta del Comune di Napoli. Il progetto di valorizzazione dello spazio, in concessione d’uso non residenziale, prevede per il piano terra un’attività di biblioteca diffusa aperta gratuitamente al pubblico, sviluppata in collaborazione con la Fondazione Guida alla Cultura e Guida Editori, con un programma incentrato sul book crossing e sul libro sospeso. Ma la struttura si articola su tre piani, e l’operazione di restauro e valorizzazione dei locali, che alla fine dell’Ottocento – prima della trasformazione in Tesoreria Comunale – ospitavano un café chantant, è stata mirata ad accorpare sotto l’insegna di ScottoJonno, come è stato ribattezzato il progetto, più anime complementari. Non solo biblioteca diffusa, ma anche caffè letterario, con 110 metri quadri per l’esposizione di libri e oggetti, 60 metri quadri per aree tematiche di somministrazione, e quasi 200 metri quadri adibiti a servizi al pubblico, tra info point, ludoteca, aree comuni di lettura, caffetteria e ristorazione. Una proposta culturale a tutto tondo, fondata in gran parte su attività gratuite, con la possibilità di accedere a una collezione di oltre 1.800 volumi (previa consultazione del catalogo via app) e un calendario di intrattenimento che spazierà dai concerti ai quadri teatrali, alle mostre, proprio cogliendo l’eredità dei cafè chantant. Apertura al pubblico dalle 8.45 del mattino fino alla mezzanotte.

Eugenio Tibaldi, il logo di ScottoJonno

Eugenio Tibaldi, il logo di ScottoJonno

SCOTTOJONNO. IL PROGETTO E L’INTERVENTO DI EUGENIO TIBALDI

Si tratta di una scommessa” spiega Iannuzzi “investire su un luogo ibrido, valorizzando il patrimonio partenopeo, proponendo un prodotto in grado di soddisfare un pubblico internazionale esigente e farlo sostenere con il bar bistrò e un progetto gastronomico ambizioso, in un’area del quartiere estremamente degradata”. I lavori di recupero e restauro – per 1 milione di euro di investimento, con il coinvolgimento di 12 maestranze nell’arco di un anno – hanno privilegiato un approccio filologico, valorizzando caratteri architettonici e decorativi originari, e sviluppando un’estetica funzionale sulla base però di una ricerca iconografica e documentale. All’operazione ha presieduto l’artista piemontese (ma a lungo operante a Napoli) Eugenio Tibaldi, che è intervenuto nell’allestimento degli ambienti ispirandosi allo stile Decò e Art Nouveau della Galleria. Per le pareti sono state scelte sete di San Leucio, i colori sono quelli tipici della Belle Époque, come il rosa antico e il verde salvia; complementi di arredo vintage – tra lampade e stoviglie retrò – scaldano gli ambienti insieme a sculture e grandi piante ornamentali. Nella sala bar il focus è sul grande bancone artistico, mentre più funzionale è il piano interrato, come pure lo spazio destinato alle librerie in legno della biblioteca diffusa.

Eugenio Tibaldi, progetto per il bar di ScottoJonno

Eugenio Tibaldi, progetto per il bar di ScottoJonno

LA CUCINA DI MARCO AMBROSINO DA SCOTTOJONNO

Altrettanto ambizioso è il progetto gastronomico del Caffè ScottoJonno (che recupera il nome del celebre caffè inaugurato in Galleria nel 1883, rutilante salotto artistico, culturale e politico durante la Belle Epoque, cui mise fine lo scoppio della Prima Guerra Mondiale), affidato a Marco Ambrosino, chef originario di Procida per dieci anni di stanza a Milano (con il progetto 28Posti). Nel rientrare in Campania, il cuoco si era detto pronto ad animare un’idea di cucina aperta alle interazioni culturali, nell’ambito di un collettivo in cui potessero confluire personalità e competenze diverse (a partire dall’idea di Collettivo Mediterraneo sviluppata a partire dal 2019). ScottoJonno promette di essere tutto questo.

Livia Montagnoli

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