Firenze: apre al pubblico il Giardino delle Camelie a Boboli

Il giardino di impianto seicentesco, realizzato per Mattias de’ Medici in prossimità dei suoi appartamenti, è un angolo inedito dei Giardini di Boboli. Ad aprile e maggio sorprenderà i visitatori tra camelie in fiore, invenzioni scenografiche e l’evocazione degli antichi giochi d’acqua

Tra i giardini più noti e visitati del mondo, quelli di Boboli rappresentano una tappa irrinunciabile del tour nel Rinascimento fiorentino. Nato come giardino granducale di Palazzo Pitti, il parco accoglie ogni anno centinaia di migliaia di visitatori, con le sue geometrie all’italiana, la collezione di sculture che si scopre passeggiando nel verde, le grandi fontane e le grotte artificiali, la settecentesca Kaffeehaus in stile rococò (recentemente restaurata), da cui si gode di un bel panorama su Firenze, e la Limonaia costruita da Zanobi del Rosso alla fine del XVIII secolo. La magnificenza del luogo si deve al susseguirsi degli interventi che hanno connotato l’impresa, tra il XVI e il XIX secolo, prima a opera della famiglia dei Medici – con l’impostazione tardo-rinascimentale dell’architetto paesaggista Niccolò Pericoli detto il Tribolo, ereditata da Bartolomeo Ammannati e Bernardo Buontalenti – poi con gli Asburgo-Lorena, che aprirono per la prima volta al pubblico parte dei giardini, fino ai Savoia, che ne arricchirono ulteriormente l’assetto, ampliandone i confini che costeggiano le mura cittadine fino a Porta Romana. Oggi i giardini occupano, Oltrarno, un’area di 45mila metri quadri (33 ettari), e dal 2013 figurano nella lista del patrimonio tutelato dall’Unesco. Eppure riservano ancora qualche sorpresa inedita da scoprire.

Il Giardino delle Camelie a Boboli, Firenze

Il Giardino delle Camelie a Boboli, Firenze

IL GIARDINO DELLE CAMELIE APRE AL PUBBLICO

Il Giardino delle Camelie fu creato alla metà del XVII secolo sotto i bastioni che dividono il cortile di Palazzo Pitti dal parco; realizzato per il principe Mattias de’Medici, fratello minore del granduca Ferdinando II, si sviluppava infatti – concepito come angolo di delizie privato – nell’area attigua ai suoi appartamenti, tra giochi d’acqua dal pavimento, fontane e una grotta artificiale ad arco, che doveva tutelare la riservatezza del luogo. Poi il giardino segreto restò appannaggio dei membri della famiglia granducale, che qui scelsero di coltivare piante esotiche e rare varietà di agrumi; ma il nome odierno si deve alle camelie che nel XIX secolo presero il posto degli agrumi, collezionate in più varietà e ancora presenti nel sito. Ad aprile e maggio, per la prima volta, il Giardino delle Camelie aprirà al pubblico, con visite accompagnate dal martedì alla domenica, che non necessiteranno di prenotazione, però per un massimo di quindici persone alla volta, in turni orari prestabiliti. L’apertura è stata resa possibile da un approfondito restauro architettonico, strutturale, botanico e impiantistico, costato 875mila euro, finanziato dalle Gallerie degli Uffizi e attraverso i fondi del progetto Il Rinascimento in Toscana: ville e giardini medicei, promosso dalla Regione Toscana. I visitatori potranno così apprezzare il peculiare impianto architettonico seicentesco del giardino, con le sue invenzioni scenografiche e i “capricci” decorativi, oltre alle camelie in fiore; mentre gli originali giochi d’acqua saranno rievocati attraverso l’uso della luce.

Il Giardino delle Camelie a Boboli, Firenze

Il Giardino delle Camelie a Boboli, Firenze

BOBOLI 2030. IL PIANO DI RESTAURO DEI GIARDINI

È un passo importante del grande progetto che nel 2030 vedrà restaurato tutto il parco“, spiega il direttore degli Uffizi Eike Schmidt, in riferimento al piano da 50 milioni di euro annunciato nell’estate 2022 per rendere il sito mediceo non solo un polo di meraviglie, ma anche un punto di incontro e socialità. Contribuirà anche la donazione privata di oltre 4 milioni e mezzo di euro recentemente stanziata dalla mecenate americana Veronica Atkins per il restauro dell’anfiteatro dei Giardini: si tratta del più ingente versamento privato mai effettuato in favore di un museo fiorentino, e il cantiere si protrarrà nell’arco di tre anni, a partire dai prossimi mesi, con l’idea di ripristinare anche la vocazione originale del luogo – il cui primo utilizzo teatrale si lega alla festa di matrimonio di Margherita de’ Medici con Odoardo Farnese nel 1628, con il reiterarsi di rappresentazioni fino al granducato di Leopoldo II, nel 1839 – accogliendo spettacoli di musica lirica. Si segnalano, nella storia novecentesca, alcune occasioni speciali, da L’incoronazione di Poppea di Claudio Monteverdi, con la scenografia firmata da Giovanni Michelucci nel 1937 all’Euridice di Jacopo Peri sceneggiata da Franco Zeffirelli nel 1960 e nel ’65.

Livia Montagnoli

www.uffizi.it/giardino-boboli

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