A Milano si inizia ad allestire la Brera Modern. La Pinacoteca raddoppia
Si aprono le danze, con la garanzia del Ministero della Cultura, di progetti di ampliamento della Pinacoteca di Brera. Con il supporto del direttore uscente e una nuova soprintendente si va verso Brera Modern a Palazzo Citterio
“Se ne parlava da tanti anni: l’11 maggio si apre il cantiere, io nei giorni immediatamente successivi sarò qui e verrò una volta al mese a controllare l’avanzamento dei lavori“: così il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, sciogliendo finalmente il dubbio sulla sempre rimandata partenza degli ormai famigerati cantieri per l’allestimento di Palazzo Citterio, cuore del progetto della Grande Brera. Ora i lavori sono affidati alla nuova Soprintendente all’Archeologia, belle arti e paesaggio per la Città metropolitana di Milano Emanuela Carpani, che ha da poco preso il posto di Antonella Ranaldi.
La Grande Brera a Palazzo Citterio
Anche detta Brera Modern, la Grande Brera è il progetto di ampliamento dell’omonima Pinacoteca milanese che prevede il restauro, l’adeguamento e l’allestimento dell’attiguo Palazzo Citterio come spazio espositivo dove ospitare le collezioni d’arte moderna del museo. Un po’ come la Tate Modern in relazione alla Tate Britain a Londra.
Inizialmente immaginata dal leggendario direttore della Pinacoteca Franco Russoli negli anni Settanta, la Grande Brera vuole andare a rimodernare una struttura rimasta sostanzialmente invariata da inizio Ottocento, caso più unico che raro in Europa, creando un “palcoscenico” d’ampio respiro.
Inizialmente previsto per il 2022 (in occasione del 50esimo anniversario dall’acquisto di Palazzo Citterio) e finalizzato all’apertura entro le Olimpiadi Invernali del 2026, il nuovo cantiere porterà al pieno utilizzo dei 6500 metri quadri del settecentesco Citterio, oltre alla realizzazione di un nuovo ingresso al numero 16 di Via Brera, nuovi impianti d’allarme e climatizzazione.
Il cantiere di Palazzo Citterio
Sembra, questo, un ultimo regalo del direttore uscente James Bradburne, che sin dal suo arrivo nel 2015 aveva caldeggiato la visione di Russoli e si era speso per evitare che la collezione moderna della Pinacoteca venisse semplicemente “inglobata” dal Comune di Milano. “Milano non è soltanto la capitale economica della nazione ma è importantissima anche dal punto di vista culturale e può dare molto su questo terreno in un momento di rinnovata attenzione all’Italia, come ci dimostrano i numeri straordinari che stiamo riscontrando con le visite ai musei”, ha aggiunto Sangiuliano, che ha precisato come questo sia “uno dei tre grandi progetti sui quali punto. Voglio raddoppiare tre grandi musei: la Pinacoteca di Brera, gli Uffizi e il Museo archeologico nazionale di Napoli, uno al Nord, uno al Centro e uno al Sud”.
L’aggiornamento sullo stato dei lavori arriva il 18 febbraio 2024, dopo l’insediamento del nuovo direttore Angelo Crespi: stando a Sangiuliano – che ha svolto un sopralluogo insieme al presidente del Senato Ignazio La Russa – “in autunno riusciremo ad aprire questo spazio museale, che sarà uno dei più importanti di Milano“.
Giulia Giaume
Aggiornato il 19 febbraio 2024.
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