Arrafferie e rivendite. Com’è finita la collaborazione tra Pokémon e Museo Van Gogh

L'istituzione di Amsterdam, che aveva appena avviato la collaborazione con i popolarissimi "mostri tascabili", è stata investita da un'onda di bagarini spregiudicati che hanno esaurito tutte le scorte di gadget. Spingendo a una riflessione

Forse ingenuità, forse cattiva gestione, forse un letale mix dei due: la collaborazione tra Pokémon e Museo Van Gogh di Amsterdam sembrava iniziata – se pure sotto l’egida di una grande leggerezza – sotto i migliori auspici. Eppure è bastata una giornata di follia e bagarinaggio incontrollata per far bollare il progetto come speculativo e la gestione come negligente. Ma facciamo un passo indietro.

I gadget a edizione limitata Pokémon x Van Gogh

Per celebrare il suo 50esimo anno di attività, il Van Gogh Museum ha inaugurato la settimana scorsa la tanto attesa collaborazione con The Pokémon Company, la compagnia che riunisce Nintendo, Creatures e Game Freak e che gestisce il popolarissimo marchio omonimo. Per l’occasione, oltre a un’esposizione dedicata aperta fino al 7 gennaio, è stata realizzata una linea di merchandise esclusiva Pokémon x Van Gogh, con statue, peluche, borse e stampe in edizione limitata con le versioni “van Gogh” di Pikachu, in versione Autoritratto; Sunflora, trasformata in girasole; Munchlax e Snorlax, ritratti come ne La camera di Vincent ad Arles. Purtroppo, il museo non ha posto alcun limite all’acquisto di questi gadget, facendo sì che una folla di bagarini invadesse il museo (evitando del tutto la mostra), esaurisse gli oggetti esposti in sole quattro ore e andasse infine a rivedere tutto a prezzi decuplicati. Per fare un esempio, su Ebay (dove ci sono oltre 2500 inserzioni di oggetti Pokemon x Van Gogh) la carta promozionale “Pikachu con cappello di feltro grigio” che veniva offerta gratuitamente ai visitatori dopo l’acquisto di qualsiasi oggetto è ora quotata oltre 500 dollari.

Ventiquattrore dopo l’apertura fisica, poi, il merchandise in edizione limitata è stato messo in vendita sul negozio ufficiale online di Pokémon: pochi istanti dopo, gli articoli più popolari sono andati immediatamente esauriti, con i siti di aste che si sono rapidamente riempiti di inserzioni a prezzi gonfiati. Non solo arraffoni fisici, quindi, ma con ogni probabilità anche dei bot sono stati impiegati qui per acquistare i prodotti più velocemente di una mano umana. Inutile dire che la collezione è andata completamente esaurita, con vaghe ipotesi di un restock online.

Sunflora inspired by Sunflowers 2022 Tomokazu Komiya 1973 The Pokemon Company International Arrafferie e rivendite. Com'è finita la collaborazione tra Pokémon e Museo Van Gogh
Sunflora inspired by Sunflowers, 2022, Tomokazu Komiya (1973), The Pokémon Company International

Una riflessione sul disastro Pokémon x Van Gogh

Dopo l’immediato tutto esaurito di venerdì scorso, la Pokémon Company – che nel 2018 aveva già collaborato con successo con un grande museo, il Tokyo Metropolitan Art Museum – si è scusata con i fan delusi sui propri canali social: “A causa dell’enorme domanda, tutti i nostri prodotti di questa collezione sono esauriti. Comprendiamo che questo sia deludente per molti che stavano cercando consigli sui nostri canali e-mail e social media ufficiali su come e quando acquistare”. Al che il museo di Amsterdam ha aggiunto dopo poco che l’ambita carta collezionabile “Pikachu con il cappello di feltro grigio verrà distribuita ai partecipanti alla caccia al tesoro “Pokémon Adventure” solo all’uscita dal museo“. Per poi aggiungere, il 17 ottobre, che non la distribuirà più, ma che sarà acquistabile per i fan del Regno Unito, degli Stati Uniti e del Canada e che tornerà disponibile anche in alcuni negozi olandesi all’inizio del 2024.

Una volta superata la tristezza alla vista dell’arraffo selvaggio e della folle speculazione, una domanda sorge spontanea: è possibile che servano gadget in edizione limitata di un prodotto iperpop per riempire di giovani il Van Gogh Museum? Quanto avranno imparato i collezionisti della vita e dell’opera dell’artista? E, ancora più gravemente, qual è il rischio che i musei – già coinvolti in tutto il mondo in un turbine di chiusure e aumenti del costo dei biglietti – diventino dei contenitori commerciali per rivendite esclusive? Tutt’al più che il Museo Van Gogh è già molto popolare – al 2022 era il 35esimo museo più visto al mondo – e non ha tutto questo bisogno di abbassare il livello della propria offerta. Le entrate sono state, soprattutto guardando alla seconda metà del 2022, di 58,6 milioni di euro in totale, che includono 6,6 milioni di euro di sussidi statali post-pandemici, toccando un risultato operativo positivo di 5,6 milioni di euro (poco sotto le cifre toccate nel 2021). Possibile non ci siano idee migliori di una collaborazione che, se fosse stata online e lanciata da un banale comunicato, sarebbe stata percepita nello stesso modo?

Giulia Giaume

Articolo aggiornato il 19 ottobre 2023.

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Giulia Giaume

Giulia Giaume

Amante della cultura in ogni sua forma, è divoratrice di libri, spettacoli, mostre e balletti. Laureata in Lettere Moderne, con una tesi sul Furioso, e in Scienze Storiche, indirizzo di Storia Contemporanea, ha frequentato l'VIII edizione del master di giornalismo…

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