Nasce Milano Centrale Festival. Mostre di fotografia per riqualificare la zona della stazione
Al via la prima edizione milanese della rassegna nata a Fano nel 2009, e punto di riferimento in Italia per la fotografia di ricerca. Qui il Festival diventa diffuso e “ciclabile”, attraversando la periferia meneghina
Cresce Centrale Festival di Fano che, nel giugno 2024, festeggerà la quindicesima edizione presso la Rocca Malatestiana, confermandosi punto di riferimento in Italia per la fotografia di ricerca. La rassegna annuncia una novità fuori dalle Marche: un’edizione speciale, che avrà luogo a Milano, dal 6 all’8 ottobre 2023, nei pressi di Stazione Centrale. Si chiama Milano Centrale Festival e ha origine dal desiderio del fondatore di Chippendale Studio, Luca Panaro, di far emergere un ricco tessuto di realtà artistiche che lavorano con la fotografia e l’immagine in movimento, già radicate a nord-est della città e in modo particolare nella zona compresa tra la Stazione Centrale e il Naviglio Martesana.
Milano Centrale Festival: una rassegna diffusa
A differenza del Festival fanese, il Milano Centrale Festival sarà “diffuso” in più di dieci spazi espositivi dislocati seguendo la linea ideale della Martesana, anche lungo l’arteria di via Melchiorre Gioia dove il corso d’acqua oggi è coperto dalla strada. È proprio partendo da qui, nei pressi di Palazzo Lombardia, che inizia il percorso del Festival facendo una prima tappa alla Stazione Centrale, per deviare nel quartiere Maggiolina, Greco, Ponte Seveso, seguendo il corso che da Cassina de’ Pomm (identificata con l’edificio incontrato da Renzo quando ne I promessi sposi entra a Milano) prosegue e costeggia la pista ciclabile per uscire dalla città attraversando Gorla, Turro, fino a Ponte Nuovo.
I luoghi di Milano Centrale Festival sono tutti ciclabili
“Milano Centrale Festival accompagnerà il visitatore dalla città tecnologica, rappresentata dai grattacieli del centro direzionale Porta Nuova, alle zone meno battute dagli itinerari turistici ma non meno affascinanti, come le aree verdi lungo il Naviglio Martesana fino a uscire verso la periferia del capoluogo lombardo”, racconta Luca Panaro, direttore artistico di questo progetto nato in collaborazione con l’Associazione Centrale Fotografia di Fano e con il patrocinio di Municipio 2 – Comune di Milano. “Ci riproponiamo quest’anno e in futuro di esplorare questa area della città dove ‘non sembra neanche di stare a Milano’, per scoprire strane architetture come le case a Igloo, angoli nascosti, quartieri che richiamano altre città, come il borgo di Gorla che si è guadagnato il nome di ‘Piccola Parigi’. I luoghi del Festival sono tutti ciclabili e per questo incentiveremo l’utilizzo della bicicletta per visitare le mostre e scoprire, nell’attraversarli, architetture e nuovi paesaggi”.
Milano Centrale Festival: il programma
Per quanto riguarda il programma, la Biblioteca di Morando (uno spazio della Cineteca Milano proprio sulla Martesana) ospiterà la retrospettiva dei film e video su Milano realizzati dall’artista, architetto, e designer Ugo La Pietra. Mentre negli spazi di Chippendale Studio si terrà la seconda tappa della mostra SWIT, una piattaforma che mira a rafforzare la cooperazione tra artisti svedesi e italiani che lavorano con la fotografia, sostenendoli attraverso scambi culturali, in questo caso supportati dall’Ambasciata di Svezia a Roma e la Regione Västra Götaland. All’Anfiteatro Martesana, invece, la mostra Dummy Photobook proporrà al pubblico quasi duecento libri d’artista proiettati in una grande videoinstallazione a più canali. “Ospiteremo, inoltre, la mostra di una collezione privata che ci offrirà un focus sul corpo come soggetto dell’arte contemporanea, con opere fotografiche di grandi nomi come Liu Bolin, James Collins, Nan Goldin, Zanele Muholi, Andres Serrano”, conclude Panaro. “I giorni del Festival comprendono la Giornata del contemporaneo (7 ottobre) per la quale stiamo studiando azioni performative come quella dell’artista Marilisa Cosello e qualche evento partecipativo che vedrà coinvolto direttamente il nostro pubblico”.
Claudia Giraud
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