10 anni di CasermArcheologica a Sansepolcro. Modello di rigenerazione urbana in provincia
Avviato nel 2013, il processo di recupero di Palazzo Muglioni, nel centro della cittadina toscana di Piero della Francesca, è oggi un esempio di come tutta la comunità possa partecipare a riscoprire spazi culturali dove si creano nuovi linguaggi
L’episodio che più ha caratterizzato le vicende di Sansepolcro, dalla prospettiva della storia dell’arte, si concretizza nella figura di Piero della Francesca, che nel borgo aretino – in passato snodo strategico della Valtiberina – nacque intorno al 1415. E nel centro toscano, che pur risente di una posizione non proprio favorevole rispetto alle principali rotte turistiche di collegamento delle città d’arte italiane, si conservano testimonianze importanti della presenza di Piero, con le opere custodite al Museo Civico e i lavori rintracciabili sul territorio. Ma Sansepolcro ha saputo, negli ultimi decenni, creare un circuito museale di qualità che si spinge oltre l’eredità del passato: nella cittadina raggiungibile tramite le E45 si scoprono così il Museo della Vetrata Antica, e il progetto espositivo e didattico nato in casa Aboca, tra scienza, farmacia, arte per definire il rapporto dell’uomo con la natura. O la CasermArcheologica che nel 2023 compie dieci anni, frutto dell’oculata riqualificazione dell’ex caserma dei Carabinieri di Sansepolcro, proprio nelle vicinanze della Pinacoteca. Con centoventi tra residenze e mostre ospitate e circa cinquemila ingressi nel 2022 (già oltre seimila se ne contano nell’anno corrente, da gennaio a oggi), il progetto di rigenerazione urbana della CasermArcheologica è una delle case history di maggior successo in Italia. E sta celebrando il traguardo del decennale come si conviene, proponendo al pubblico un programma di mostre e iniziative collaterali che vale il viaggio.
La storia della CasermArcheologica di Sansepolcro
Il buon esito del progetto, però, si deve innanzitutto alla lungimiranza del lavoro di recupero dello storico Palazzo Buglioni, già salotto culturale di Minerva Muglioni, moglie di uno dei discendenti della famiglia Buitoni. Con il contributo di tutta la comunità e degli attori che la animano – studenti, professionisti, imprenditori, istituzioni e fondazioni – il sito si è trasformato in uno spazio collettivo di riflessione e creatività, con il coinvolgimento di artisti riconosciuti in ambito italiano e internazionale, da Olivier Grossetête (che nel 2020 ha costruito nella corte del palazzo una delle sue Monumental Constructions) a Tina Helen, da Alessandra Baldoni a Virgilio Sieni, e tanti altri. Nel 2018, l’esperienza avviata nell’ex caserma di Sansepolcro fu persino scelta per il Padiglione Italia di Mario Cucinella alla Biennale Architettura di Venezia, parte della call Arcipelago Italia. Prima di rinascere, il palazzo rinascimentale era stato abbandonato negli Anni Novanta e giaceva inutilizzato. Nel 2013, il processo di ripulitura degli spazi inizia grazie all’interessamento di alcuni studenti del liceo artistico di Sansepolcro, guidati dall’artista Ilaria Margutti, che oggi dirige l’Associazione CasermArcheologica insieme a Laura Caruso. Si organizzano, poi, le prime mostre d’arte contemporanea, concerti, attività varie, fino alla dichiarazione di inagibilità dello stabile ratificata dai Vigili del Fuoco nel 2015.
Le attività di CasermArcheologica
Ma il movimento non si arresta, e nel 2016, grazie alla vittoria del bando Culturability, l’associazione, insieme a una rete di partner, riesce ad avviare un concreto cantiere di riprogettazione dell’ex caserma, recuperando mille metri quadri di spazi (dal grande salone agli ambienti con soffitti a volta e travi lignee, alla corte con portico e loggiato, al giardino pensile) che debuttano nell’estate 2017 ospitando la mostra Agibile. Nel tempo, l’obiettivo del progetto non è mutato e i successi dell’iniziativa sono arrivati per la capacità di coinvolgere la comunità in un lavoro costante di produzione (e promozione) culturale, centrato sull’arte contemporanea e sulle residenze d’artista. In uno spazio aperto durante tutto l’anno e accessibile a visite di scolaresche, turisti, cittadini, che è anche coworking per giovani professionisti che vogliono incontrarsi e condividere progettualità.
E molti artisti sono rimasti affascinati dal luogo: si pensi ai set fotografici di Alessandra Baldoni per il progetto dedicato al Pinocchio di Collodi, o alle incursioni di Silvia Camporesi, che ha scelto di includere le stanze dell’ex caserma nel libro dedicato ai luoghi abbandonati in Italia (Atlas Italiae, Peliti Associati).
Al 2019 risale invece il progetto espositivo – e ancor prima esplorativo – dedicato alla storia di Minerva Muglioni, e dunque del Palazzo che ha animato con il suo circolo culturale nella prima metà del Novecento. Ma il pian terreno dell’edificio conserva anche memoria delle origini dell’esperienza industriale di Buitoni, che qui vide evolversi la produzione artigianale verso traguardi più ambiziosi.
Le mostre per i 10 anni di CasermArcheologica
Nell’ottica di favorire l’ibridazione dei linguaggi artistici contemporanei si muove anche la programmazione che celebra il decennale nell’ultimo scorcio del 2023. Fino al 9 dicembre si visita CASERMALAB, SPERIMENTAZIONI TRA ARTE E ARTIGIANATO, risultato di tre residenze che hanno visto lavorare insieme artisti e importanti realtà artigianali del territorio, tra tessitura, ricamo a tombolo, lavorazione del legno e del vetro specchiato. Mentre fino al 26 novembre si apprezzano le opere dell’artista Max Fish nella mostra MESSO AL MURO _ Abbracciare le imperfezioni, una serie di manifesti realizzati a stampa tipografica a caratteri mobili (work in progress, come dimostrano le presse e i torni presenti in allestimento, strumenti utilizzati dall’artista per la continua produzione di nuovi manifesti che integrano le opere già in mostra e sono a disposizione del pubblico che partecipa ai workshop). Il 16 dicembre, invece, sarà la volta di SCONFINAMENTI, la mostra di Elio Mariucci e Fabio Mariacci, che instaurano sconfinamenti tra le arti, avviando dialoghi con musicisti e poetesse chiamati a interpretare le opere in mostra, e con antropologi, storici e filosofi che diano lettura della precarietà del nostro tempo.
Livia Montagnoli
https://www.casermarcheologica.it/
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