Expo 2030 a Riad: vince l’Arabia Saudita. Niente da fare per Roma che arriva ultima
Con 119 voti su 182, Riad batte la concorrenza di Roma e Busan, e anche la città della Corea del Sud scavalca la Capitale nelle preferenze dell’Assemblea riunita a Parigi per assegnare l’organizzazione dell’Esposizione Universale 2030
Sulla candidatura di Roma a ospitare Expo 2030, l’Italia ha costruito un dossier presentato nel dettaglio un anno fa, alla fine del 2022, per concretizzare l’annuncio avanzato sul palcoscenico d Expo Dubai 2020 nella primavera dello stesso anno dal sindaco Roberto Gualtieri. Oggi la delegazione capitolina – con il Primo Cittadino di Roma affiancato dal presidente del Comitato Expo 2030 Giampiero Massolo, dal Ministro per lo Sport Andrea Abodi, dalla vicepresidente della Regione Lazio Roberta Angelilli e da tre testimonial d’eccezione, Bebe Vio, Sabrina Impacciatore e Trudie Styler, ambasciatrice Unicef nonché moglie di Sting – si ritrova a Parigi per conoscere il verdetto del Bureau International des Expositions, riunito al Palais des Congrès d’Issy con i suoi 182 delegati. E davanti alla concorrenza agguerrita delle contendenti – Riad e Busan, rispettivamente per l’Arabia Saudita e la Corea del Sud – Roma deve cedere il passo alla favorita della vigilia. Nessuna sorpresa, quindi, nell’annunciare la vittoria della città saudita – polo cosmopolita in cui la metà dei 7 milioni di abitanti sono stranieri – sostenuta da investimenti miliardari e da progetti di sviluppo faraonici (che a Parigi ha schierato tra i suoi sostenitori anche il divo del pallone Cristiano Ronaldo). La candidatura di Riad non ha vacillato neppure a fronte delle instabilità legate al conflitto tra Israele e Hamas, che sta scuotendo tutto il Medio Oriente, ottenendo 119 voti. L’Italia, che auspicava almeno un ballottaggio con Riad, si piazza invece al terzo posto con sole 17 preferenze, scavalcata anche da Busan, che ha convinto 29 delegati con l’annunciato piano di sviluppo industriale e tecnologico.
L’Arabia Saudita ospiterà Expo 2030 con Riad
Dopo Expo Dubai 2020, l’Esposizione Universale torna così in Medio Oriente, accolta dal ministro degli Esteri saudita, Faisal bin Fahran, che prefigura sul palco parigino “un’Expo costruita dal mondo per il mondo. Una realtà per realizzare le promesse di opportunità, inclusività, accessibilità e sostenibilità”. Legittimo dubitarne, al cospetto di una società, come quella saudita, ancora fortemente improntata sulla disuguaglianza sociale. Ma ora è il tempo dei festeggiamenti, a Riad: nel 2030, l’organizzazione di Expo coinciderà con l’attuazione della cosiddetta Visione 2030; l’obiettivo è quello di accogliere oltre 40 milioni di visitatori in sei mesi. Per questo, a nord della città, sorgerà un nuovo quartiere a forma di pianeta, pensato per accogliere i padiglioni nazionali, un’oasi naturale e un monumento con 195 pilastri a simboleggiare l’uguaglianza tra i Paesi del mondo.
Per Roma sfuma la candidatura a Expo 2030
Per Roma, non è servito a ribaltare i pronostici il progetto di riqualificazione dell’area di Tor Vergata, alle porte della città, firmato dallo studio dell’architetto torinese Carlo Ratti, e improntato alla realizzazione di una solar farm (il più grande parco urbano solare mai costruito in città) capace di trasformare in spazio futuristico uno snodo nevralgico della periferia romana, dove ha sede un importante polo universitario.
A pronunciarsi per sostenere la candidatura della Capitale, con un videomessaggio inviato alla 173ma Assemblea generale del Bureau international des expositions, era stata anche la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni: “Votare per Roma oggi significa anche creare una piattaforma per la gioventù di tutto il mondo, per studiare insieme e avviare nuove imprese insieme. E fidarsi dell’esperienza italiana nell’accogliere milioni di visitatori da tutto il mondo. Votare per Roma oggi significa costruire il nostro futuro insieme. A Roma ognuno esprime il suo potenziale. Scegli Roma, portiamo la storia nel futuro”. Secondo le stime contenute nel dossier di candidatura, l’appuntamento di Expo 2030 sarebbe valso per Roma 50,6 miliardi di euro, con la creazione di 11mila nuove aziende e 300mila posti di lavoro.
Livia Montagnoli
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