Alla Milano Fashion Week 2024 Lessico Familiare si racconta attraverso le sue creazioni

Durante la loro cena-sfilata alla Milano Fashion Week Uomo, Artribune documenta il backstage e parla con Lessico Familiare della nuova collezione

Il brand Lessico Familiare, che preferisce essere chiamato “un’idea in costante evoluzione”, ha fatto la sua comparsa nel mondo della moda nel 2020, mescolando sapientemente monotonia e gioia. Questo progetto, che rende omaggio a Natalia Ginzburg attraverso il suo nome e la sua missione, si propone di trasmettere memorie e aneddoti grazie a capi d’abbigliamento preesistenti, abilmente destrutturati e ricomposti, spesso amplificati per un impatto visivo più incisivo. Il metodo di Lessico Familiare, giovane ma sorprendentemente maturo, si caratterizza per l’assenza di cartelle tessuti o campionari, dando vita a creazioni uniche plasmate dalla fusione di idee e ritrovamenti provenienti da armadi, mercati e soffitte. Gli abiti, disposti con cura e sovrapposti, sono accostati con un’intenzione deliberatamente sproporzionata. Autentici collage tessili prendono vita sul corpo, arricchiti da elementi frou-frou, citazioni pop, sovrapposizioni trompe l’oeil e patchwork, dove nulla viene scartato e ogni elemento trova una nuova funzione, diventando così autentici baluardi della moda circolare. Inizialmente confinato all’ambito domestico, Lessico Familiare ha ampliato la sua influenza in istituzioni come la Fondazione Sozzani e l’ADI Design Museum. La presenza del marchio culmina in un esclusivo evento durante la settimana della moda maschile milanese, con un backstage riservato ad Artribune.

Intervista a Lessico Familiare 

“Casa Lessico” ha avuto origine durante la pandemia, un periodo che ha richiesto creatività e operatività domestica. Voi ne siete l’esempio…
Abbiamo affrontato la sfida davanti alla quale eravamo posti tutti letteralmente con gioia. Per riempire le giornate ci siamo posti l’obiettivo di raccogliere le nostre tende e tovaglie per creare capi unici, e pian piano il progetto ha preso forma. Preferiamo chiamarlo “un’idea in costante evoluzione” piuttosto che un brand, poiché vogliamo mantenere una libertà creativa senza vincoli.

Il nome trae ispirazione dal romanzo omonimo di Natalia Ginzburg e dal suo approccio nel tradurre il lessico familiare attraverso le parole. In che modo avete applicato questo concetto al vostro lavoro, considerando la scelta di utilizzare indumenti di recupero?
Abbiamo preso quello che chiamiamo il “metodo Ginzburg”. L’idea è di tramandare il nostro lessico non scrivendolo, ma cucendolo. L’approccio al recupero si basa su donazioni di privati e archivi, senza discriminazione tra ciò che ha una label e ciò che è anonimo, tra indumento o tessuto d’arredo. In ogni nuova collezione il lessico viene ricostruito ma il metodo è lo stesso. Utilizziamo marchi con etichette che ci piace lasciare, ma anche semplicemente piumoni e tovaglie arricciate. Per fare un esempio, gli abiti più “pomposi” di questa collezione, come quelli di Lady Diana e Gwyneth Paltrow, sono realizzati interamente con piumoni e tende.

Potete spiegarci meglio?
L’idea è nata dall’ultima sfilata in cui abbiamo presentato un look ispirato a Bling Ring di Sofia Coppola, quindi ci siamo detti, perché progettare abiti nuovi quando ce ne sono di belli e iconici così come i personaggi che li hanno indossati? Abbiamo cambiato le proporzioni e giocato con i volumi. Si va dalla letteratura all’arte, dalla musica alla filosofia, da Martin Lutero a Florence Welch, da Richie Tenenbaum a Sofia Coppola, da Seth Cohen di The O.C. (con maschera di Spider Man) a Joan Didion.

La Fondazione Sozzani ha sostenuto le vostre prime presentazioni, così come Benedetta Barzini, figura anticonformista della moda. Ora Spazio Sunnei vi supporta nella sua attività filantropica. Come avete pianificato e concepito l’evento performance?
È nato da una chiacchierata avvenuta prima dell’estate con i ragazzi di Sunnei, Simone e Loris. Ci siamo rivisti dopo le vacanze perché eravamo convinti che fossero irriverenti al punto giusto da supportarci. Ed eccoci qui nella realizzazione della nostra “Unica cena” con commensali inaspettati, impersonificati dalle creazioni di Lessico Familiare della prossima stagione.

Alessia Caliendo 

Crediti

Produzione e curatela Alessia Caliendo
Fotografie Tiziano Demuro
Video Lisa Carletta

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Alessia Caliendo

Alessia Caliendo

Alessia Caliendo è giornalista, producer e style e visual curator. Formatasi allo IED di Roma, si è poi trasferita a Londra per specializzarsi in Fashion Styling, Art Direction e Fashion Journalism alla Central Saint Martins. Ha al suo attivo numerose…

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