Dopo il restauro riapre a Firenze il complesso di Orsanmichele tra arte e architettura
L’ultimo atto della direzione di Paola D’Agostino ai Musei del Bargello è la riapertura del monumentale complesso fiorentino di Orsanmichele: la chiesa, appena restaurata, e il museo, completamente riallestito, tornano accessibili ai visitatori
Sarà una sorpresa anche per i fiorentini tornare a varcare la soglia della chiesa di Orsanmichele, che riapre il 19 gennaio 2024. In un anno di chiusura al pubblico, gli interventi di restauro, pulitura e rinnovamento del sistema di illuminazione condotti nell’edificio, inconfondibilmente scandito da 14 sculture sulle facciate esterne, restituiscono alla comunità residente e ai visitatori interni forse mai così leggibili e apprezzabili. Scelto tra i nove studi professionali invitati a partecipare alla gara per il restauro e l’adeguamento della chiesa e del museo di Orsanmichele, il raggruppamento guidato da Map Architetti, risultato vincitore nel 2020 con Natalini Architetti, ha operato nella chiesa con estrema misura. Quella, ovviamente, opportuna per un luogo tanto rilevante quanto singolare, la cui appassionante vicenda intreccia la devozione con le ambizioni delle corporazioni cittadine e, soprattutto, si lega a filo doppio con la storia della scultura italiana, nell’epocale passaggio dal Tardo gotico al Rinascimento.
Riapre il complesso di Orsanmichele a Firenze
Il progetto architettonico non ha interessato solo la chiesa. A tornare accessibile, con una nuova impostazione, è infatti anche il museo, allestito nei monumentali spazi di quello che un tempo era un granaio, al primo piano. Generosamente illuminato dalle vetrate che affacciano anche su via dei Calzaiuoli, è il luogo deputato all’esposizione delle sculture originariamente disposte sulle facciate di Orsanmichele, all’interno dei tabernacoli marmorei. Sostituite all’esterno da copie, le opere realizzate da Donatello (San Marco e San Pietro), Lorenzo Ghiberti (San Giovanni Battista, Santo Stefano e San Matteo), Nanni di Banco (Sant’Eligio, San Filippo, Quattro Santi Coronati), Andrea del Verrocchio (Incredulità di San Tommaso), Baccio da Montelupo (San Giovanni Evangelista) e Giambologna (San Luca), tra gli altri, si possono oggi osservare secondo lo stesso punto di vista dell’epoca. L’allestimento progettato dai due studi prevede infatti una sequenza di podi, che sollevano le sculture a circa 2 metri da terra, associandole singolarmente a fondali, a loro volta evocativi dei tabernacoli esterni. Il retro di alcuni tra questi supporti è stato concepito come parte integrante del sistema degli apparati comunicativi del museo: in altre parole, specifiche indicazioni sulla genesi delle opere stesse e sulla storia del luogo vengono fornite attraverso testi impressi, in due lingue, sui pannelli. La collocazione delle sculture segue coerentemente le posizioni occupate un tempo, poiché alla base del progetto si colloca la volontà di ribadire l’esatta corrispondenza tra opere d’arte e fronti stradali, suggerendo un’ideale passeggiata urbana.
Il nuovo volto del Museo di Orsanmichele
Analogamente a quanto avviene nella chiesa, anche nel museo gli apparati illuminotecnici sono stati disegnati ad hoc, mentre le scelte compiute sul fronte dei materiali e dei colori adottati per l’allestimento hanno tenuto conto non solo della memoria del marmo e della pietra forte nelle nicchie esterne. Nel museo, infatti, è presente un significativo innesto architettonico degli anni Sessanta del Novecento, dalla marcata identità metallica: stiamo parlando della scala che conduce al (panoramico) livello superiore dell’edificio, realizzata dal gruppo Archizoom, artefice delle griglie alle finestre, anch’esse metalliche. Proprio da questi due elementi traggono quindi origine le bordature metalliche nelle “micro architetture” che accolgono le opere. Con il completamento di questo intervento, che arriva a qualche mese di distanza dalla realizzazione della nuova uscita delle Cappelle Medicee, si conclude la lunga stagione della direzione di Paola D’Agostino ai Musei del Bargello. In termini di “trionfo” e di “risultati impressionanti” si è espressa, a commento del lavoro svolto dalla direttrice uscente, la Soprintendente Antonella Ranaldi. La diretta interessata salutando la città a Orsanmichele, che nelle sue parole “rappresenta il fulcro della vita civile e religiosa di Firenze, la sua storia e l’orgoglio delle corporazioni”, ha auspicato che si possa individuare una soluzione di concerto con “i vicini” della Società Dantesca Italiana per modificare le attuali modalità di ingresso al museo, accessibile solo percorrendo non poche rampe di scale.
Valentina Silvestrini
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