A Napoli apre la stazione metro Chiaia con le opere di Peter Greenaway
È prevista per giugno 2024 l’apertura della stazione Chiaia di Napoli e della Linea 6. Un progetto travagliato, concepito inizialmente come Linea Tranviaria Rapida (LTR) per collegare l’area occidentale di Napoli. Dopo scandali, lungaggini burocratiche e difficoltà tecniche, finalmente ci siamo
Conto alla rovescia per l’apertura della stazione Chiaia e della Linea 6 di Napoli, che nasce come metro-tranvia. Avrebbe attraversato la città da Fuorigrotta a Ponticelli, transitando per piazza Municipio, collegando il centro cittadino con l’area occidentale. Dopo numerosi ritardi nel reperire i finanziamenti, i lavori ebbero inizio soltanto nella metà degli anni Ottanta, portando a compimento il primo tratto in galleria a esclusione della stazione di piazzale Tecchio (nei pressi dello Stadio Maradona). A causa di problemi tecnici e di intralci con la viabilità tranviaria preesistente, non fu possibile aprire la tratta realizzata. La situazione si complicò con lo scandalo di Tangentopoli e con la conseguenziale crisi degli appalti.
La travagliata vicenda della Linea 6 metropolitana di Napoli
Solo nel 2002 ripresero i cantieri, mutando il progetto in metropolitana leggera, completamente sotterranea con punto di interscambio con la linea 1 nella stazione di piazza Municipio. Complessivamente la linea 6 è lunga 5,5 km e si articola in otto stazioni. La prima tratta tra Fuorigrotta e Mergellina è entrata in esercizio nel 2007, ma sia per il basso numero di passeggeri, sia per il crollo del 2013, è attualmente chiusa al pubblico in attesa del completamento dell’intero percorso. Le tre nuove stazioni realizzate sono Arco Mirelli, San Pasquale e Chiaia, quest’ultima affidata all’architetto napoletano Uberto Siola, già autore nella medesima linea delle stazioni Mostra, Augusto e Lala.
La stazione Chiaia-Monte di Dio: un viaggio nel mito
Oltre al progetto dell’architetto Siola, la nuova stazione si caratterizza per la presenza degli interventi artistici di Peter Greenaway. Si configura come un viaggio mitologico nelle viscere della terra, in cui sono evidenziabili riferimenti alle matrici geometriche wrightiane e un suggestivo simbolismo cromatico degli invasi. Si sviluppa su tre livelli, ciascuno con differenti funzioni: il primo è quello in cui è disposto l’ingresso principale, su piazza Santa Maria degli Angeli; il secondo con l’ingresso su Via Chiaia, e quindi il terzo col piano di banchina. Nel percorso di discesa, la prima divinità che si incontra è Giove: in veste di protettore dei viaggiatori, è presente nella forma di una scultura di metallo dipinta di azzurro, con ventiquattro braccia protese verso il cielo, metafora dello scorrere del tempo.
Dal regno di Nettuno a quello di Cerere, in attesa dei treni
Si procede poi lungo una gradonata centrale dall’andamento elicoidale, collocata in una struttura cilindrica sormontata da una lanterna vetrata svettante in superfice. Questa, col suo diametro di 12 metri, convoglia la luce naturale all’interno della stazione. Tale spazio simboleggia l’acqua, regno di Nettuno come cita il verso di Ovidio “Est in aqua dulci non invidiosa voluptas” ripetuto all’infinito sul parapetto esterno della rampa. Proseguendo si raggiunge quindi un livello dalla matrice quadrata, di colore verde che fa da sfondo alle sculture e alle opere artistiche della grande galleria temporanea: siamo approdati nel regno di Cerere. Da quest’ultimo è possibile accedere all’ingresso su via Chiaia. Segue poi un’area ottagonale, dal colore giallo ocra, destinata a sua figlia Proserpina, qui raffigurata da sei melograni. Con l’arrivo alla banchina si conclude il nostro viaggio nel mito con l’omaggio ad Ade: il re degli inferi è rappresentato con centinaia di occhi sulla cupola che sovrasta le passerelle in attesa dei treni.
Carlo De Cristofaro
Per conoscere le stazioni della linea 6 si invita a consuetare il volume:
Alessia De Michele, Roberta De Risi Napoli. Metro per metro (linea 6)
far_art, Napoli 2019
Pagg. 200, €17,00
ISBN 9788894314625
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