Comunicare il genio di un’azienda mitica. Vicino a Milano la mostra su grafiche e manifesti della Olivetti
La villa affrescata di Cesano Maderno ospita novant’anni di ‘Stile Olivetti’, con gli oggetti di comunicazione, grafica e pubblicità raccolti in un volume arrivato a gennaio in libreria
“Dobbiamo far bene le cose e farlo sapere”: non c’è ingenuità nell’idea che Adriano Olivetti si era fatto della comunicazione del prodotto. Basta vedere il libro 25 anni di Olivetti del 1933, primo esempio italiano di grafica aziendale all’avanguardia (con copertina di Bruno Munari), o la brochure Storia della scrittura del poeta Leonardo Sinisgalli – con la citazione “una pagina scritta a macchina è una pagina scritta da una mano mitologica che ha 45 dita” –, oppure la prima edizione della Città dell’uomo, testamento spirituale dell’imprenditore eporediese. È una storia del saper fare e saper raccontare quella ospitata nella mostra Olivetti. Storie da una collezione che inaugura al Palazzo Arese Borromeo di Cesano Maderno in vista della Milano Design Week 2024. Un’esposizione ambiziosa e di ampio respiro, che all’interno di un grande complesso affrescato (edificato da metà Seicento ai margini dell’antico borgo medievale) apre al pubblico una raccolta di 500 oggetti di comunicazione, grafica e pubblicità lungo le tracce di un nuovo libro che dà il nome all’intera mostra.
La mostra dedicata alla comunicazione di Olivetti al Palazzo Arese Borromeo
“Cara Valentine, voglio dirti con la presente che sono contento della nostra amicizia e che ti scriverò molte lettere” leggeva la dedica inclusa nei cartoncini illustrati usati a mo’ di istruzioni della macchina per scrivere Valentine, disegnata da Ettore Sottsass (con King e Leclerc) nel ’68. E questo è solo uno dei molti pezzi di varia natura qui raccolti: dai ritratti degli operai con testimonianze dirette nel volume Olivetti di Ivrea. Visita a una fabbrica (con grafica di Albe Steiner) si arriva alle foto scattate da Mulas, Ballo, Zanuso e Roiter per Olivetti 1908 – 1958 e, con un’ottica ancora più ampia, al testo di Umberto Eco del ’62 ll bambino, il gioco, il giocattolo, il catalogo Arte Cinetica. Arte programmata in cui si teorizzava l’arte cinetica come ‘opera aperta’. Tra progetti, disegni, brochure, manifesti, libri aziendali, libretti d’istruzione e cataloghi da archivi e collezioni private, la mostra è insomma una raccolta di momenti preziosi di storia italiana del secondo Novecento.
Il volume ‘Olivetti. Storie da una collezione’
Con un allestimento a cura di M•IA Studio, l’esposizione a Palazzo Arese Borromeo offre quindi al pubblico l’occasione di un confronto diretto con molti dei materiali raccolti e descritti in un saggio uscito in libreria lo scorso gennaio, Olivetti. Storie da una collezione, edito da Ronzani Editore (con il patrocinio dell’Associazione Archivio Storico Olivetti e di Tipoteca Italiana) e curato dallo storico dell’architettura (da poco scomparso) Sergio Polano e dal libraio antiquario e collezionista Alessandro Santero, con la direzione artistica di Giorgio Cedolin. La trasposizione della mostra vuole quindi divulgare una dettagliata ricerca, in un’ottica di ampio respiro: questa di Cesano Maderno, infatti, non è che la prima tappa di un percorso destinato a portare al pubblico la variopinta epopea comunicativa di un’azienda che rese l’Italia un punto di riferimento nel mondo.
Giulia Giaume
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