Il profumo che rivela i segreti delle sacrestie. Intervista a Filippo Sorcinelli
Il musicista e imprenditore di origini marchigiane racconta come sono nate le nuove fragranze della collezione“Memento”. Un viaggio olfattivo che attraversa le sacrestie delle chiese, tra aneddoti curiosi e antiche storie
Nel cuore dell’innovazione olfattiva, Filippo Sorcinelli (Mondolfo, 1975) ha scritto un nuovo capitolo nella narrativa dei profumi. La sua ultima opera, Memento, è un omaggio alle sacrestie: camere del silenzio e custodi di storie antiche. Ne abbiamo parlato con lui per approfondire il processo creativo delle nuove essenze e scoprirne il potere evocativo.
Intervista a Filippo Sorcinelli
La collezione Memento rappresenta un unico viaggio olfattivo attraverso storiche sacrestie e luoghi sacri. Qual è stata l’ispirazione chiave che ha dato vita a questa serie di profumi d’arte?
Le sacrestie sono luoghi a molti sconosciuti o nascosti, del resto sono scrigni che custodiscono la storia di tutto quello che serve alla dignità e alla bellezza della liturgia. La mia attività professionale mi ha consentito di conoscere tante sacrestie, ciascuna di loro, piccola o grande che sia, con la propria storia, la propria peculiarità, il proprio odore. I tempi erano maturi per schiudere al mondo anche questo progetto.
Nel processo creativo dietro Memento, come hai scelto le otto sagrestie che ispirano ciascuna delle fragranze?
Ho immaginato di arrivare dentro ogni sacrestia, notare le finestre spalancate ed avvertire una leggera brezza che dall’esterno invade coi suoi racconti olfattivi tutto lo spazio, unendosi con gli altri odori presenti all’interno: legni, polveri, incensi di svariate nature. È interessante che l’odore della città, del paese o del prato adiacente possa entrare “in punta di piedi” e parlare insieme poeticamente.
L’intersezione tra musica, arte visiva e olfattiva è evidente in Memento. Potresti raccontarci quando e come un’opera d’arte, o un pezzo musicale, abbia influenzato direttamente la creazione di una delle fragranze?
Sono sempre convinto che l’odore è musica e così pure la musica sia parte integrante di un processo creativo sensoriale come questo. Normalmente, quando mi reco in una sacrestia, non guardo solo l’interno dei mobili ma spesso converso con persone addette se non sacerdoti o vescovi che si preparano per poi entrare in chiesa a celebrare. In quest’ultimo caso avverto da lontano l’organo che introduce il rito, viene acceso il turibolo e infuso l’incenso, le candele accese si alzano nelle mani dei ministranti. Si tratta di un viaggio emotivo straordinario che mi rimanda alla basilica di San Pietro, ad esempio, dove spesso avvengono i miei contatti e dove dono il mio cuore ricco di ricordi.
Quali sono i passaggi chiave per tradurre le esperienze sensoriali dei luoghi sacri (e delle loro storie) in essenze olfattive uniche?
Le emozioni sono centrali nell’arte, servendo da ponte tra l’estetica e la nostra esperienza umana. Aristotele notava come l’arte evocasse sentimenti primordiali come pietà e terrore, ed è questo il potere dell’arte di connettere con emozioni complesse. Nella creazione, particolarmente nell’arte sacra, è cruciale un’osservazione profonda, perché l’emozione è il luogo dove si fondono materia e spirito, dove il processo creativo si compie e si esprime pienamente nel mondo.
Le tue fragranze navigano spesso tra il sacro e il profano, creando un dialogo unico tra questi due mondi. In che modo questa dinamica si riflette in Memento e quali effetti intendi suscitare in chi indossa i tuoi profumi?
L’esperienza del sacro, radicata nella coscienza umana, trascende il quotidiano, definendo ciò che è ultraterreno. Secondo Mircea Eliade, il sacro esiste in ogni cultura, distinto dal profano, che rappresenta la realtà ordinaria. Questa dicotomia sacro-profano riflette un equilibrio dinamico: come lo yin e lo yang, coesistono e si definiscono a vicenda, essenziali l’uno per l’esistenza dell’altro. Attraverso il contrasto e l’interazione tra questi due aspetti, percepibili da chi indossa le mie fragranze, emerge un’armonia che sottolinea la profondità della nostra esperienza spirituale e materiale, sottintendendo che per rivelare la luce occorre attraversare il buio.
Alessia Caliendo
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