Bagnoli. La storia della più travagliata rigenerazione urbana di Napoli

Da oltre trent’anni il quartiere di Bagnoli attende la propria rinascita dopo la dismissione degli impianti industriali. Oggi, anche grazie al concorso promosso da Invitalia, sembra aver trovato la svolta

A seguito della recente pubblicazione dell’ANIAI Campania (Associazione Nazionale Ingegneri e Architetti Italiani) di un numero monografico della sua Rassegna dedicato a Bagnoli e dell’espressione della cabina di regia nazionale di non rimuovere necessariamente la colmata a mare (formata da fango e veleni) dall’ex area industriale, facciamo il punto sul travagliato processo di rigenerazione urbana del noto quartiere napoletano. Si tratta di una tra le sfide più significative a cui è chiamata la città e la sua area metropolitana, ma anche l’Italia intera dal momento che il sito è stato dichiarato di interesse nazionale (SIN). Un’odissea che dura da oltre trent’anni e che sembra finalmente aver imboccato la retta via per restituire questo pezzo di città ai suoi abitanti riportandolo alla sua antica bellezza.

Bagnoli dall’industrializzazione pesante alla chiusura dell’ILVA

Il primo insediamento industriale sulle spiagge di Bagnoli risale al 1853 con la società Vetreria Lefevre. Nei primi anni del Novecento, a seguito della legge speciale Nitti per il Risorgimento economico della città di Napoli, viene insediata sulla piana di Bagnoli l’ILVA dedita all’industria siderurgica, poi denominata Italsider. La sua posizione sul mare è strategica, così come la vicinanza alla rete strada e ferroviaria. Lo sviluppo economico ha come contraccolpo la perdita della vocazione turistica del luogo e un impatto pesantissimo sull’inquinamento ambientale. Nel 1992 l’impianto, che nel decennio precedente era stato interessato da una fase di ammodernamento, chiude definitivamente lasciando dietro di sé disoccupazione, terreni inutilizzati e infrastrutture abbandonate, avviando la questione sul futuro di Bagnoli.

La dismissione dell’impianto e il fallimento di Bagnoli Futura SpA

La dismissione e la bonifica dell’area di Bagnoli-Coroglio ha inizio dal 1994. Dalle prime indagini sullo stato di salute dei luoghi e delle acque gli esiti sono quanto mai allarmanti per la presenza di metalli pesanti e di amianto. Viene istituita ad hoc, a cavallo del nuovo secolo, la società di trasformazione urbana (STU) Bagnoli Futura; in parallelo si avviano i concorsi per tutta una serie di infrastrutture da destinare alla ricerca, ai turisti, nonché un parco dello sport. Il ricco apparato di progetti, molti dei quali non realizzati sono visibili sul sito del Museo Virtuale di Architettura (sezione architettura-progetti per Bagnoli tra paesaggio, industria, utopia). Purtroppo alcune infrastrutture non sono state mai aperte e quindi versano attualmente in preda al degrado. I lunghi conteziosi giudiziari sulle bonifiche e l’incendio doloso del 4 marzo 2013, che ha apportato danni a Città della Scienza, calano il sipario sulla STU rallentando ulteriormente la rinascita del luogo.

La nuova governance e il programma di bonifica e rigenerazione di Invitalia

Il nuovo assetto organizzativo, che vede come Commissario Straordinario di Governo la figura del sindaco di Napoli, e come soggetto attuatore la società Invitalia a partecipazione totalitaria dello Stato ha dato nuovo impulso alla bonifica: nel 2019 si arriva all’elaborazione dello Stralcio del Programma di Risanamento Ambientale e di Rigenerazione Urbana (PRARU), modificato nel 2021 e quindi alla pubblicazione degli esiti del nuovo concorso per Bagnoli. Tra il 2022-23 è stato chiuso il cantiere di rimozione dell’Eternit e sono attualmente in via di completamento le bonifiche a terra. Per quanto concerne la colmata a mare, invece, è recente la notizia del “Sì” della cabina di regia a che essa non venga necessariamente asportata, ma potrà rimanere in situ tombandola. Ciò consentirebbe di ridurre le emissioni di inquinamento per lo smaltimento e di abbatterne i costi, come riporta un recente articolo del Sole 24 ORE.

Il nuovo corso della rigenerazione di Bagnoli e il progetto di Bargone Associati

All’ultimo concorso per Bagnoli, denominato UrbanNAture, sono pervenute 36 candidature di raggruppamenti di studi di architettura, facenti capo ad oltre 160 studi, di cui 40 internazionali. Al primo posto si è posizionato il progetto Balneolis e la nuova stagione felix dello studio S.B. ARCH. BARGONE ASSOCIATI, con sede a Roma. Dal titolo si intuisce la sua mission, ossia di voler far tornare i luoghi agli antichi fasti della “Campania Felix”, in cui Bagnoli era luogo incontaminato con le sue acque termali (ecco qui spiegato il toponimo). La piana si relazionava con le isole del golfo campano, con Nisida, ma anche con le vicine Miseno e Pozzuoli. Il progetto recupera l’idea del parco urbano di circa 120 ettari, strutturato attorno ad alcune significative architetture superstiti dell’ex area industriale, a memoria della precedente identità del sito e riconvertite secondo esigenze progettuali.È questo il caso della vecchia acciaieria, rimodulata in fabbrica del benessere, con vicino accesso alla stazione omonima della linea 6 fin lì prolungata, recuperando l’idea di Lamont Young di portare la metropolitana a Bagnoli. Ed ancora il progetto si focalizza sul recupero della frutticultura e viticultura tipiche del luogo, inserendosi armoniosamente tra le costruzioni persistenti e il paesaggio, secondo tessiture prevalentemente organiche che vanno a delimitare i tre sotto-raggruppamenti del parco. Procedendo, infatti, dalla collina di Posillipo incontriamo l’area naturale, che funge da cerniera tra il mare e la collina, il bosco produttivo, con coltivazioni arboree di specie antiche e autoctone, e infine il parco urbano, prossimo al quartiere residenziale di Bagnoli e alle nuove costruzioni che saranno realizzate. Le tre aree si raccorderanno attraverso “radure” circolari, che si riallacciano all’orografica vulcanica del luogo, ribadita anche dai laghi retrodunali prospicienti la battigia, che finalmente verrà restituita ai cittadini napoletani fino a lambire il l’ex-pontile di attracco, lungo circa 900 m, attualmente restaurato ed in esercizio.

Obiettivo 2025 per il parco dello sport dello studio Pica Ciamarra

Guardando infine a un orizzonte più vicino, è da poco stata divulgata la notizia dell’apertura per giugno 2025 del parco dello sport, progettato nel 2006 dallo studio Pica Ciamarra Associati e vincitore dell’omonimo concorso. Il parco nel 2013, sebbene incompleto, era stato inaugurato, ma mai aperto al pubblico finendo di fatto con l’essere vandalizzato. La struttura destinata allo sport dilettantistico, dal punto di vista morfologico è concepita come tre grandi crateri, riannodandosi all’orografica dei Campi Flegrei, in cui sono collocati campi da pallavolo, basket, da tennis, calcio, calciotto, piste per l’atletica leggera. Il lungo abbandono ha reso inutilizzabili i locali e gli impianti che andranno ripristinati, opera a cui dovrà accompagnarsi il necessario risanamento ambientale attraverso l’utilizzo di essenze arboree per la decontaminazione.

Carlo De Cristofaro

Per un quadro più esaustivo su Bagnoli si invita a consultare:

Aveta, A. Castagnaro (a cura di), Patrimonio culturale e naturale della Campania. Rigenerazione Urbana, Roma-Napoli, Editori Paparo, Napoli, fedOAPress, 2023, 351 pp, € 35, ISBN 979-1281389052;

Rassegna Aniai, n.1/2023, Numero Monografico su Bagnoli e la sua rigenerazione, 66 pp, 2024, € 10, ISBN 979 12 31839 342.

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Carlo De Cristofaro

Carlo De Cristofaro

Carlo De Cristofaro, architetto-designer, si forma presso le università di Napoli Federico II e di Roma La Sapienza. Dal 2014 al 2020 ha collaborato presso il Dipartimento di Architettura di Napoli (DIARC), come Cultore della materia in Storia dell’Architettura. Dal…

Scopri di più