Storia del curioso Parco d’Arte Pazzagli, alle porte di Firenze lungo l’Arno con vista dal treno
Ideato dallo scultore aretino Enzo Pazzagli, il parco è nato vent’anni fa dalla riqualificazione di un campo incolto, compreso tra il fiume e la ferrovia (infatti si vede bene dal treno entrando o uscendo da Firenze). Oggi è gallerie en plein air di Land Art, ma anche spazio culturale e ricreativo
Più di qualche pendolare assorto a guardare oltre il finestrino del treno, sulla tratta che collega Roma a Firenze, avrà intercettato le bizzarre sculture che movimentano il paesaggio in prossimità dell’Arno, proprio quando il treno rallenta per prepararsi all’ingresso in città.
In pochi, però, conoscono la storia del Parco d’Arte Pazzagli – cui si deve la presenza delle installazioni di cui sopra – sebbene si tratti di uno dei parchi di arte contemporanea più importanti della Toscana, in una regione pioniera del genere (si pensi all’esperienza della Fattoria di Celle, avviata da Giuliano Gori negli anni Settanta, o al celebre Giardino dei Tarocchi di Capalbio).
Il Parco d’Arte Pazzagli e la Land Art
Esteso per circa 24mila metri quadrati nella campagna fiorentina che costeggia l’Arno, il Parco riunisce oltre 250 opere di Enzo Pazzagli, ed è esso stesso un’opera di Land Art, grazie ai 300 cipressi disposti a creare una delle sculture viventi più grandi al mondo: i tre volti ribattezzati La Trinità. Se quest’ultimo progetto – esteso su 15mila metri quadrati – si può apprezzare in tutta la sua monumentalità solo guardandolo dall’alto o su Google Earth, le sculture realizzate nell’arco di oltre 50 anni di attività da Pazzagli sono invece facilmente avvicinabili passeggiando nel verde del parco, visitabile su prenotazione o in occasione di eventi e attività, proposti soprattutto nel fine settimana (dai laboratori per bambini ai picnic sul prato, ai pranzi nel chiosco street food allestito dalla proprietà).
Chi era Enzo Pazzagli
Nato a Pietraviva di Bucine (Arezzo) nel 1933, Pazzagli è scomparso nel 2017 all’età di 84 anni: la sua fama pubblica come scultore – dal padre fabbro aveva imparato a lavorare il ferro – si deve soprattutto al Cavallo alato in acciaio che realizzò nel 1983, divenuto simbolo ufficiale della Regione Toscana e collocato, nella sua versione originale, nel giardino degli uffici amministrativi di Novoli. Molte sono state le mostre collettive cui ha partecipato con le sue opere in Italia e all’estero, ma a Firenze tutti lo ricordano per l’operazione di mecenatismo che all’inizio degli anni Duemila lo portò a creare il Parco d’Arte di Rovezzano, riflessione sul legame tra creatività umana e natura. Già nel 1990, Pazzagli aveva deciso di riunire le sue sculture in uno spazio en plein air, allestendo un’esposizione permanente nel suo giardino privato a Settignano. Quando nel 2001 si presentò l’opportunità di acquistare un grande terreno incolto alle porte di Firenze, l’artista – anche imprenditore affermato nel mondo dei complementi d’arredo per la casa – decise di vendere la sua storica attività (Fama Pazzagli) per comprarlo. Ci vollero poco più di tre anni per realizzare il Parco che si apprezza oggi, dotato anche di impianto di illuminazione notturno, che rende ben visibili le opere dai treni in transito dopo il tramonto.
Le opere e le attività del Parco d’Arte Pazzagli a Firenze
Accedendo al giardino si può invece ripercorrere la carriera dell’artista aretino, a partire dai Tre Arlecchini, scultura realizzata nel 1966: cronologicamente, la più “vecchia” conservata nel Parco. Ma per volere di Pazzagli lo spazio ospita anche lavori di Marcello Guasti e Sauro Cavallini e alcune mucche provenienti dalla Cow Parade, che rendono il contesto alquanto bizzarro, ancorché incentrato sulla qualità artistica di uno degli autori più interessanti del secondo Novecento toscano. Dopo la scomparsa di Pazzagli, il progetto è curato dall’associazione EcoRinascimento, che ha ampliato la collezione permanente con la serie di Fiori Fotovoltaici di Massimiliano Silvestri e con lavori concessi dalla Fondazione Carnevale di Viareggio.
Nel weekend, l’associazione organizza visite guidate, cui si affiancano le attività promosse nel periodo estivo, tra cineforum ed eventi serali.
Parco d’Arte Pazzagli a Firenze. Un esempio di riqualificazione urbana
A vent’anni dalla sua fondazione, il Parco Pazzagli si conferma dunque un ottimo esempio di riqualificazione urbana attraverso l’arte, giardino ma anche galleria, museo, laboratorio artistico, spazio per eventi culturali e ricreativi (come la caccia al tesoro tra le sculture, dedicata ai più piccoli). E oggi, oltre a sensibilizzare il pubblico su temi inerenti la sostenibilità ambientale, promuove anche mostre temporanee. L’ingresso al Parco costa 7 euro, e i proventi sono spesi per la manutenere il verde e le opere.
Il modo migliore per raggiungerlo? Salire in sella a una bici e percorrere, da Firenze, la ciclabile lungo l’Arno, che dal centro città va verso il Girone. Ad accogliere i visitatori, una grande statua del Pegaso di Enzo Pazzagli.
Livia Montagnoli
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