Il museo MACRO di Roma si è riempito di scenografie d’autore tutte con materiali di recupero
Un'iniziativa che invita il pubblico ad abitare gli spazi non espositivi del museo con una serie di concerti e spettacoli all'interno di particolari scenografie. A realizzarle per il festival “Sonata” un importante studio di architettura romano: i Supervoid
Il MACRO – Museo d’Arte Contemporanea di Via Nizza, a Roma, ospita fino al 22 settembre 2024 Sonata, un festival che riflette l’approccio interdisciplinare del programma Museo per l’Immaginazione Preventiva, ideato dal direttore Luca Lo Pinto, proponendo un palinsesto ricco di concerti, spettacoli e performance.
L’iniziativa nasce con l’obiettivo di vivere anche gli spazi non espositivi del museo grazie ad una serie di scenografie realizzate appositamente per l’occasione dallo studio di architettura romano Supervoid, dal titolo Rapsodia. L’intervento intende attraversare i depositi e l’inventario dei recenti materiali allestitivi del MACRO, per dare vita a un progetto di interpretazione critica sull’accumulazione dei materiali legata alla produzione di eventi culturali. Volevamo saperne di più e gli abbiamo fatto qualche domanda.
Intervista ad Anna Livia Friel, Benjamin Gallegos Gabilondo e Marco Provinciali di Supervoid
Come è nato l’intervento “Rapsodia” per il museo MACRO?
Il progetto nasce grazie all’invito del team curatoriale del Museo a progettare delle scenografie per il festival Sonata. La richiesta del team del Macro era quella di riutilizzare per la costruzione di questi dispositivi scenici i materiali usati per gli allestimenti delle mostre negli ultimi anni ed oggi conservati nei depositi. A seguito di un lavoro di mappatura di questi materiali abbiamo selezionato alcuni pezzi che, combinati insieme e con piccole modifiche, sono stati trasformati in tre installazioni: un fondale, un paravento, una quinta scenica.
Come è stato relazionarsi con i spazi non espositivi del museo romano?Queste installazioni sono state posizionate nei grandi spazi comuni del Museo, il foyer e la terrazza. Il foyer del Macro, pur essendo uno spazio interno, ha un carattere quasi urbano dato dalla generosità della doppia altezza e dal fatto che vi si affacciano i volumi delle sale espositive e dell’auditorium, proprio come accadrebbe in una piccola piazza. Questa è una condizione interessante dove lavorare perché delle installazioni semplici, degli schermi/quinte come nel nostro caso, si trovano sempre in dialogo con degli elementi esistenti pur mantenendo una propria autonomia. Una condizione molto diversa da quella di una white box più tipica degli ambienti espositivi. La terrazza poi è uno spazio tipicamente romano, immediatamente in relazione con la città.
Il pubblico come ha risposto alle diverse scenografie?
Le scenografie sono state proprio il dispositivo che ha permesso agli artisti, musicisti ed ospiti del festival di abitare e utilizzare gli spazi non espositivi del museo. Questi interventi sono anche pensati per diversi momenti del programma del festival, quindi permettono differenti modalità di interazione ed appropriazione da parte del pubblico.
Tra arte e design: i progetti futuri di Supervoid a Roma
Dopo l’esperienza al MACRO di Roma, vedremo altri interventi targati Supervoid nei musei romani?
Sì, nel corso dell’autunno apriranno due allestimenti progettati dallo studio.
Diteci di più…
Il primo per la mostra Artists Making Books curata da Ilaria Puri Purini con Sebastian Hierl, Lexi Eberspacher e Johanne Affricot, che inaugurerà il 26 settembre 2024 all’American Academy Rome. Il secondo per la mostra Memorabile – Ipermoda, promossa dalla Camera Nazionale della Moda Italiana e curata da Maria Luisa Frisa presso il Museo MAXXI, in apertura al pubblico il 27 Novembre 2024.
Valentina Muzi
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati