Al via la fiera Design Miami a Parigi: oggetti da collezione e nuovi materiali in un palazzo storico
La seconda edizione della costola parigina della fiera di design, in partenza nella sontuosa dimora della rive gauche che fu la residenza di Karl Lagerfeld, getta ponti tra passato e presente con un mix di arredi intramontabili, in particolare del modernismo francese e italiano, e creazioni contemporanee
Le sale settecentesche ornate di stucchi e boiseries dell’Hôtel de Maisons, una delle più belle dimore private di Parigi, abitata a lungo dallo stilista Karl Lagerfeld, si preparano a riaprire il dialogo con il design da collezione cominciato lo scorso anno. Dal 16 al 20 ottobre, va in scena la seconda edizione di Design Miami.Paris, sempre in parallelo – o quasi – con la fiera di arte moderna e contemporanea in programma al Grand Palais e con una dimensione più intima rispetto alle storiche sorelle di Basilea e Miami, dal momento che le gallerie partecipanti, selezionatissime, sono solo 24.
La seconda edizione di Design Miami Paris
Tra le proposte degli espositori, molti francesi o comunque appartenenti all’area culturale francofona, si notano una forte presenza di arredi storicizzati e vintage, con il modernismo a fare la parte del leone, e un certo numero di proposte di creativi contemporanei accomunate dall’attenzione per i materiali, tradizionali o innovativi che siano. La raffinata Galerie Kreo, per esempio, porta uno degli ultimi lavori di Virgil Abloh, il poliedrico designer scomparso nel 2021 all’età di 41 anni: la Tower Hills è, più che una poltrona, una specie di trono in bronzo con una texture che ricorda quella dei pannelli OSB fatti con scaglie e trucioli di legno e spesso usati per gli imballaggi, e mette in crisi le distinzioni tra “alto” e “basso”, prezioso e trascurabile. La durezza del bronzo è smussata dalla delicatezza e dalla fragilità delle foglie di rabarbaro e di altre piante officinali che l’artista Clotilde Ancarani (presente con la galleria Giulia de Jonckheere) coltiva nel suo giardino e usa come modello per oggetti funzionali e sculture. Molto attesa è anche la mostra della maison Louis Vuitton, che rende omaggio alla longeva collaborazione con l’Estúdio Campana e al contributo dei fratelli brasiliani alla collezione Objets Nomades con una serie di reinterpretazioni couture di pezzi già diventati dei classici moderni, dal Kaleidoscope Cabinet al Cocoon.
L’Italia a Miami Design Paris
Le gallerie italiane in trasferta sono due, entrambe inossidabili: Nilufar e Rossella Colombari. La creatura di Nina Yashar, che lavora da sempre sulla coabitazione tra passato e presente e ha appena aperto una nuova branca dedicata ai progetti residenziali e all’hospitality, si concentra in modo particolare sul razionalismo con pezzi degli Anni Trenta come le poltrone disegnate a quattro mani da Gino Levi Montalcini e Giuseppe Pagano. La Galleria Rossella Colombari conferma l’amore per Carlo Mollino con uno stand intitolato Uno Studio di Interni Molliniano in cui convivono arredi e oggetti firmati da diversi grandi progettisti del Novecento, da Gio Ponti a Gaetano Pesce passando per Osvaldo Borsani, Ettore Sottsass e Carlo Scarpa. Tra i partner di Design Miami.Paris c’è anche Fornasetti, che negli ambienti bagnati di luce dell’hôtel de Maisons presenta due nuovi trumeau, i mobili a metà strada tra lo scrittoio a ribalta e la credenza che hanno come capostipite il prototipo in radica realizzato da Ponti nei primi Anni Cinquanta e decorato da Piero Fornasetti con delle vedute di Venezia, e due vasi frutto anche loro dell’elaborazione di disegni e motivi pescati nello sterminato archivio dell’atelier milanese.
Mycelium Muse: sette pezzi di design in “pelle” di micelio
A fianco dei capolavori del passato e delle essenze nobili, in fiera c’è spazio anche per le biotecnologie. Sviluppato dalla startup MycoWorks, reishi è un nuovo materiale ricavato dal micelio, cioè dalle radici dei funghi, che combina alcune qualità della pelle e del tessuto, dalla resistenza alla piacevolezza al tatto, e può essere conciato e personalizzato in diversi modi. L’alta moda ha già scoperto le potenzialità del micelio – per esempio, esiste una versione “fungina” della borsa Victoria di Hermès, ma ci sono tantissime applicazioni possibili anche nell’ambito dell’interior design. La collezione Mycelium Muse, frutto di una collaborazione dell’azienda biotech californiana con lo studio di design francese Paragone, ne propone sette, esplorate da altrettante creative (architette, interior designer, artiste visive e artigiane). Nelle mani di Sophie Dries, per esempio, la pelle di micelio si combina con dei tubolari di acciaio Corten per dare vita a uno specchio-totem dal fascino brutalista, mentre Joséphine Fossey sfrutta la permeabilità del materiale alla luce per realizzare l’abat-jour di una lampada dalle linee minimaliste.
Giulia Marani
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