Arriva il Giubileo 2025 e Roma riapre. Ecco come procedono i cantieri

In occasione delle riaperture di Piazza Risorgimento, Viale Ottaviano e della passeggiata del Gelsomino, facciamo il punto sulle maggiori opere di riqualificazione urbana in corso a Roma per il Giubileo 2025. E arriva anche il recupero del Parco Schuster, a ridosso della Basilica di San Paolo fuori le Mura

Giornate febbrili a Roma in previsione del 24 dicembre 2024, quando con il rito di apertura della Porta Santa nella Basilica Papale di San Pietro, il Santo Padre darà il via al Giubileo 2025. Oltre un anno di iniziative (l’appuntamento si concluderà il 6 gennaio 2026), alle quali dovrebbero prendere parte circa 32 milioni di visitatori. A dodici mesi di distanza dalla batosta della mancata assegnazione dell’Expo 2030, Roma si appresta quindi ad accogliere il suo storico grande evento, con quell’immancabile dose di disagi, timori e rallentamenti (anche per i ritrovamenti archeologici) che nei giorni scorsi ha spinto il primo cittadino Gualtieri a rassicurare i lettori del Financial Times, in seguito alla pubblicazione dell’articolo Rome needs a small miracle to pull off the Vatican’s jubilee.

Inaugurazione area Porta Pia Photo courtesy Comune di Roma
Inaugurazione area Porta Pia Photo courtesy Comune di Roma

Roma e il Giubileo 2025: i cantieri completati

E dunque, a che punto siamo? Le inaugurazioni istituzionali si susseguono una dietro l’altra, restituendo porzioni di città all’uso pubblico seppur ancora a macchia di leopardo. L’11 dicembre è stata la volta di Via Ottaviano, per la quale Gualtieri si è espresso in termini di “boulevard, salotto, piazza lineare”. In dieci mesi di lavori è stato completato il rinnovamento della pavimentazione in sampietrini; eliminati il dislivello centrale e il precedente aspetto frammentario, è iniziata la fase a carreggiata unica con marciapiedi più ampi, nuove alberature, sedute in marmo e, non da ultima, la prospettiva di poter accogliere una molteplicità di usi prima inimmaginabile in questa arteria. Tutto ultimato? “Ci sono alcuni piccoli dettagli che verranno ulteriormente aggiunti, come le rastrelliere delle biciclette, ma già si vede la qualità dell’intervento” ha precisato Gualtieri. Una manciata di giorni dopo, è stata la volta del piazzale di Porta Pia, nella tratta tra via Messina e il monumento al bersagliere; alla sua inaugurazione hanno preso parte, con il sindaco, l’assessora Ornella Segnalini, la presidente del Municipio II Francesca Del Bello e il ministro Matteo Salvini. Di “restituzione di uno spazio pubblico alle persone, creando una piazza dove era presente un parcheggio non regolamentato” ha parlato Segnalini, specificando che “il tombamento del sottovia non utilizzato ha permesso di avere maggiore superficie per i pedoni e di prolungare la ciclabile. È stata un’operazione che ha tenuto conto delle esigenze di residenti e commercianti e che prevede nuovi sviluppi con la creazione della nuova aiuola nel 2025. Ma la progettualità non si arresta, perché gli sviluppi futuri prevedono una ulteriore implementazione del verde e la creazione di un parcheggio”.

Via Ottavia, Roma. Courtesy studio IT'S
Via Ottavia, Roma. Courtesy studio IT’S

Da Via Ottaviano a Piazza Risorgimento: come cambia lo spazio pubblico di Roma

La road map va avanti anche questa settimana, con le annunciate inaugurazioni di Piazza Risorgimento (il 20 dicembre) e della Passeggiata del Gelsomino (21 dicembre). Entrambi gli interventi, al pari di quello concluso in Via Ottaviano, si devono allo studio IT’S (che si è aggiudicato i relativi concorsi con, tra gli altri, NET Engineering). Fin dalle prime battute, alla possibilità di agire sul suolo urbano capitolino IT’S ha attribuito un ruolo non solo performativo o funzionale Non si tratta esclusivamente di rinnovare un manto stradale o di provvedere a dotazioni essenziali, come arredi o nuove piantumazioni: per i progettisti questo tipo di incarico si è tradotto nell’opportunità di porre le basi per “un cambio di vissuto nello spazio pubblico di Roma specifica l’architetto Alessandro Cambi ad Artribune, evidenziano il potenziale spesso sottovalutato del suolo. È anche da quest’ultimo infatti che passa la relazione tra l’ambiente costruito, le persone e tutte le espressioni della natura: dall’acqua al verde, dall’ombra alla luce. Alla base dei tre interventi citati e – con i distinguo a livello di committenza, scala e tempi – anche della riqualificazione di Piazza dei Cinquecento, IT’S colloca una comune visione del futuro dello spazio pubblico di Roma. “Nella nostra idea di città gli elementi prevalenti sono gli uomini e la natura, non le macchine. La definiamo ‘città ecosistema’ e si basa sul ripensamento delle relazioni tra persone e ambiente” prosegue Cambi, evidenziano l’obiettivo di “ripensare la città come luogo di incontro e di scambio, non solo come luogo di transito e di flussi”. Musica per le orecchie di una città che dal punto della mobilità è pre-moderna, ricoperta di lamiere dovunque.

La Roma del futuro è una città che “respira”

Dal punto di vista tecnico, le scelte compiute dai progettisti privilegiano la cosiddetta “respirazione del suolo”. Come si ottiene? A Via Ottaviano, prosegue Cambi, “abbiamo tolto il manto di asfalto e, in alcuni punti, la pietra per creare delle isole naturali in cui il suolo diventa poroso e permeabile. Più radicale è l’intervento a Piazza Risorgimento: seguendo sempre gli stessi principi, abbiamo reso pedonale il grande stradone che prima tagliava la piazza sul lato delle Mura Vaticane; in tutto l’anello liberato dalle auto abbiamo previsto una terra stabilizzata, che è sinonimo di maggiore porosità del suolo e, di conseguenza, maggiore ossigenazione per la città e naturalizzazione dello spazio urbano”. La terra, insomma, nella sua essenza più pura riconquista porzioni di suolo nella città, per contribuire, tra gli altri aspetti, a migliorare la gestione dell’acqua. Perché l’ambizione è contribuire a una Roma che possa attraversata da “una rinnovata socialità, con un nuovo uso dello spazio pubblico, nuove forme di comunità e di vissuto urbano. Ci aspettiamo veramente una colonizzazione di queste aree. E, senza dubbio, per noi non è ancora finita: ora si apre una fase di lettura, comprensione e registrazione delle riflessioni legate agli usi da parte dei romani” conclude Cambi.

Parco Schuster, playground ©Alessandro Argentesi
Parco Schuster, playground ©Alessandro Argentesi

Cosa accadrà di fronte alla Basilica di San Paolo fuori le Mura?

Dal quadrante vaticana ci spostiamo infine nell’area prospicente la Basilica di San Paolo fuori le Mura, una delle quattro basiliche giubilari. Promosso da Società Giubileo 2025 S.p.A, in qualità di soggetto attuatore, l’intervento di recupero del Parco Schuster è una delle opere fin qui non presentate nei nostri precedenti focus sul Giubileo 2025. Lo studio milanese LAND, con a-fact architecture factory (prima Parallel Collective), Proger e GAe Engineering srl, ha messo a punto il progetto di rilancio di quello che, in origine, era il Parco Paolini. Previsti spazi multifunzionali dedicati alla socialità e all’inclusione, percorsi multisensoriali nella natura e l’adozione di materiali sostenibili per migliorare il microclima e favorire la resilienza climatica; le pavimentazioni storiche in travertino e graniglia saranno restaurate. “La rigenerazione di Parco Schuster richiama le linee guida della strategia di ArcipelagoVerde, iscrivendosi al processo di integrazione delle aree centrali di Roma con i parchi e le riserve naturali esistenti, finalizzato alla riscoperta e valorizzazione della biodiversità e del ricco patrimonio paesaggistico capitolini” ha indicato Andreas Kipar, Ad di LAND. Anche in questo caso, la volontà è riconnettere le persone con la natura, favorendo lo sviluppo di ambiti per l’aggregazione nel contesto romano.

Valentina Silvestrini

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Valentina Silvestrini

Valentina Silvestrini

Dal 2016 coordina la sezione architettura di Artribune, piattaforma per la quale scrive da giugno 2012, occupandosi anche della scena culturale fiorentina. È cocuratrice della newsletter "Render". Ha studiato architettura all’Università La Sapienza di Roma, città in cui ha conseguito…

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