Il rilancio di due ristoranti di musei: al MACRO di Roma e al MEF di Torino
Buone nuove sul fronte della ristorazione museale italiana. A Roma il polo per l’arte contemporanea di Via Nizza vuole rilanciare la sua offerta gastronomica. A Torino si sperimenta tra cucina popolare e design in un giovane museo di periferia
Sulla terrazza del MACRO, polo per l’arte contemporanea nel centro della città, una prima forma di ristorazione museale fu tentata dallo chef Marco Milani nel 2011, poco dopo l’inaugurazione della nuova ala dell’edificio firmata dall’architetta francese Odile Decq, che aveva previsto nel suo progetto lo spazio per un ristorante all’ultimo piano. Cuoco di talento e ambizione, con esperienze internazionali alle spalle, Milani sarebbe migrato altrove (da Baccano) nel giro di pochi anni, probabilmente nemmeno troppo capito nel contesto del MACRO. Da allora, il percorso di Macro 138 – come si scelse di chiamare sin dall’inizio il ristorante – è andato avanti senza guizzi, tra la formula del pranzo self-service a prezzo fisso, il servizio stanco e un’evidente mancanza di idee.
Un nuovo ristorante per il MACRO di Roma
Ma negli ultimi mesi il ristorante sulla terrazza del Macro – che intanto attende la designazione di un nuovo direttore artistico dopo la fine del mandato di Luca Lopinto – è rimasto chiuso al pubblico per lavori di ristrutturazione. E il 10 dicembre riaprirà, con una nuova gestione, sotto il nome di Materia – Terrazza Macro. Un nuovo inizio che si presenta come rilancio, e autorizza a sperare in un approccio più serio e moderno alla ristorazione museale, in una città dove sul tema si fa ancora fatica a ingranare (pur con positive novità, come le Serre Barberini nel museo omonimo).
Sul rooftop di Via Nizza, lo spazio, che beneficia di una terrazza panoramica di 500 metri quadri, è stato ripensato a partire dalla scelta dei materiali: pietra tagliata sulle pareti, legno e marmo per i tavoli, resina cangiante per il pavimento. All’interno il nuovo ristorante ospita 120 coperti, cui se ne aggiungono 150 in terrazza, dove si è lavorato sull’allestimento di un arredo verde dominante.
Il progetto si deve a una cordata di imprenditori, che insieme gestiranno Materia: ifratelli David e Daniele Guidi (già dietro al Salotto Trieste e al Giardino delle Arti di Talenti), il manager aziendale Andrea Gasperini, Daniele Conficconi (fondatore di AVR sistemi, società specializzata in gestionali per la ristorazione), l’imprenditore tessile Massimo Bassetti e l’architetto Roberto Anichini.
Cosa si mangia da Materia – Terrazza Macro
Per quel che riguarda l’offerta gastronomica, l’idea è quella di servire i visitatori del museo, coinvolgendo però anche un pubblico, di romani e turisti, che scelga come destinazione il ristorante per godere di una cucina ben concepita in uno spazio piacevole da vivere. A pieno regime, il ristorante sarà aperto a pranzo e cena, con servizio di cocktail bar per aperitivo e dopocena, e la possibilità di ospitare eventi di vario genere; a dicembre, in fase di rodaggio, si parte con il solo servizio del pranzo, ma da gennaio l’orario si protrarrà dalle 12 alle 2 della notte.
In cucina ci sarà Flavio Del Broccolo, cuoco romano classe 1986, che presenterà un menu più agile a pranzo e una proposta più ambiziosa la sera, improntata sui classici italiani, ma con approccio contemporaneo e dunque aperture a ingredienti e tradizioni dal mondo (sulla carta d’apertura non mancano il pollo al curry e gli spiedini yakitori di ispirazione giapponese), e grande spazio al vegetale.
L’aperitivo vedrà protagonista la miscelazione, tra classici dell’american bar, drink della casa e analcolici con infusi autoprodotti (oltre a una carta di gin con 150 referenze dal mondo). Da mangiare, una selezione di tapas.
L’osteria contemporanea del Museo Ettore Fico a Torino
Intanto, sull’orizzonte nazionale, la scena della ristorazione museale continua a produrre idee nuove che avvicinano l’esperienza italiana, seppur con ritardo, al resto del mondo. E non necessariamente nei musei mainstream. È storia recente l’apertura a Torino di Muro, osteria contemporanea con cucina tradizionale nata all’interno del Museo Ettore Fico. Attivo dal 2014 nell’ex edificio industriale della Sicme, nel quartiere Barriera di Milano, il museo ospita l’intero corpus di opere del pittore piemontese Ettore Fico, ma nell’arco di dieci anni ha molto ampliato la sua collezione grazie all’acquisto di opere di giovani artisti, e spesso ospita mostre temporanee. Finora dotato di un semplice bar, oggi si dota di un ristorante sperimentale, progettato nel design da Velvet Studio e Concreto e gestito da Matteo Borgnino (all’attivo esperienze in locali e ristoranti torinesi e milanesi di buonissimo livello), con chef siciliano – Rocco Safina – in una cucina votata al linguaggio dell’inclusione. Piatti semplici e vini artigianali (a curare la carta è Federico Verri), nessuna velleità di fine dining, prezzi contenuti. E spazio anche a musica (con postazione dj permanente) e talk sull’arte e il design; con un dehors già pronto per la primavera.
Livia Montagnoli
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