Terremoto nel mondo della moda. Lo stilista Sabato De Sarno lascia Gucci

A due anni dalla nomina, il brand si separa dal direttore creativo confermando che la moda è finanza, ma che la finanza non è di certo moda

Sabato De Sarno non è più il direttore creativo di Gucci: un fulmine a ciel sereno arrivato a due anni dalla nomina, che però tanto tale non è. Lo stilista napoletano aveva sostituito il collega Alessandro Michele, adesso a capo di Valentino. La decisione dell’azienda era chiara sin dall’inizio, ossia prendere le distanze dal passato con un approccio più minimal che valorizzasse il design degli abiti e la qualità dei materiali, quindi l’heritage di Gucci nato dalla pelletteria e legato al prodotto in quanto tale. Nonostante le cose poi fossero cambiate, dando ragione a Michele con una crescita esponenziale del fatturato e della rilevanza del marchio a livello mondiale. 

Gucci "Ancora", fashion show. Courtesy of Gucci
Gucci “Ancora”, fashion show. Courtesy of Gucci

La crisi della moda

E sempre di denaro si parla in merito alla separazione tra De Sarno e Gucci. Per la moda il 2024 è stato un periodo buio dal punto di vista finanziario, complice la crisi in Cina, il mercato che traina il lusso e che ne ha consentito la svolta negli ultimi anni. Il 2025 non è iniziato nel migliore dei modi a causa della situazione geopolitica e l’inflazione che divora il potere d’acquisto della fascia media, quella più utile ai brand lussuosi perché, pur di avere un item griffato, spesso un accessorio, farebbe di tutto. E l’ha fatto quando una borsa non superava i due zeri. Infatti, la pelletteria e il beauty sono ciò di più caro ai grandi gruppi del lusso.

Gucci Uomo MFW 2024 54 Terremoto nel mondo della moda. Lo stilista Sabato De Sarno lascia Gucci
Gucci Uomo MFW 2024

La crisi di Kering

Per questo Kering ha deciso di sterzare quando ancora è possibile. Le vendite di Gucci sono calate circa del 30%, sia nel 2023 sia l’anno scorso. Si tratta dell’evoluzione di una discesa iniziata nell’ultimo periodo di Michele a capo del brand, che fu l’inizio della grande crisi della moda, finanziaria e creativa. Perché gli amministratori delegati cambiano per prima cosa lo stilista e per seconda la strategia, lasciando sempre più spazio alle dinamiche legate al denaro piuttosto che a quelle legate all’arte del vestire. 

Moda e finanza: strategie sbagliate? 

Dunque, la finanza fa danni. E Gucci sconta la colpa di essere il prediletto di Kering, che ha reso una potenza il groppo e che, se va male, affossa il resto. Ridurre una visione al prodotto non rende perché il consumatore cerca altro. Vuole sogni, storie e narrazioni che solo la forma più elevata e sofisticata dell’abbigliamento può dare. Cerca valori da rendere proprio o che coincidano con i propri. E così, sbagliando nel tappare le ali ai creativi e nel spingere l’acceleratore senza tenere in considerazione i rischi di questi ritmi ormai disumani, continua il valzer dei direttori creativi e saltano poltrone a suon di Thank you, next!, rendendo la moda un gioco a tratti stucchevole e a volte preoccupante.

Giulio Solfrizzi

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Giulio Solfrizzi

Giulio Solfrizzi

Barese trapiantato a Milano, da sempre ammaliato dall’arte del vestire e del sapersi vestire. Successivamente appassionato di arte a tutto tondo, perseguendo il motto “l’arte per l’arte”. Studente, giornalista di moda e costume, ma anche esperto di comunicazione in crescita.

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