I musei d’Italia s’incontrano a Brescia per discutere del loro impatto sulla società
L’Assemblea Nazionale ICOM 2025 si concentra sulla relazione tra musei e innovazione sociale per individuare le buone pratiche da mettere in atto in termini di accessibilità e inclusività, e discutere delle loro ricadute. L’incontro dal 4 al 6 aprile al Museo di Santa Giulia

Come si misura l’impatto sociale dei musei? E perché è un tema centrale nella definizione del ruolo che il museo deve ambire a raggiungere per proiettarsi verso il futuro? Sono le domande all’ordine del giorno dell’Assemblea Nazionale ICOM 2025, in programma al Museo di Santa Giulia a Brescia del 4 al 6 aprile.
L’Assemblea Nazionale ICOM 2025 a Brescia
L’evento, organizzato da ICOM Italia in collaborazione con Fondazione Brescia Musei e Intesa Sanpaolo, con il supporto di Fondazione ASM e Fondazione CAB, si prefigge di approfondire le premesse poste nel 2022 a Praga, in occasione dell’Assemblea Generale Straordinaria dell’International Council of Museums (organizzazione internazionale fondata nel 1946 che rappresenta i musei e i suoi professionisti), che sanciva una nuova definizione di museo ponendo l’accento non solo sulla funzione di conservazione e divulgazione del patrimonio, ma anche sulla promozione della diversità e della sostenibilità, nell’ottica di un coinvolgimento della comunità (“Il museo è un’istituzione permanente senza scopo di lucro e al servizio della società, che effettua ricerche, colleziona, conserva, interpreta ed espone il patrimonio materiale e immateriale. Aperti al pubblico, accessibili e inclusivi, i musei promuovono la diversità e la sostenibilità. Operano e comunicano eticamente e professionalmente e con la partecipazione delle comunità, offrendo esperienze diversificate per l’educazione, il piacere, la riflessione e la condivisione di conoscenze”, recita la definizione completa).

I musei come centro di innovazione sociale
I musei, dunque, hanno il compito di costruire una società più inclusiva e consapevole, contribuendo in modo significativo al benessere sociale, alla sostenibilità e alla rigenerazione urbana, attraverso l’interazione attiva con le comunità e il territorio. E sulla relazione diretta tra Musei e innovazione sociale verterà l’Assemblea riunita a Brescia, che dopo il focus sulla situazione internazionale affidato a Jorge Barreto Xavier (Consigliere culturale presso l’Ambasciata portoghese di Parigi, Direttore del Centro culturale portoghese), Lluìs Bonet Agustì (Professore di Economia applicata e Direttore del programma di laurea in Gestione culturale presso l’Università di Barcellona) ed Eleonora Belfiore (Professoressa di Spazio, luogo ed economia creativa e Vicedirettrice del Centro per le Economie creative alla Università di Coventry) e il resoconto del quadro italiano a cura di Isabella Mozzoni e Federico Mento, in programma nella giornata inaugurale del 4 aprile, si articolerà il giorno seguente in quindici tavoli tematici per capire come misurare, comunicare e rendicontare le iniziative museali, al fine di generare valore concreto per le istituzioni culturali e per le comunità stesse.
Il ruolo del museo del futuro. Il punto di vista di Michele Lanzinger
“Stiamo vivendo una fase di agentività del museo: partecipazione e condivisione sono parole che lo impegnano a prendere una posizione ai sensi della sua funzione primaria, per fornire alla collettività strumenti di comprensione, in forme accessibile e inclusive”, sottolinea Michele Lanzinger, Presidente di ICOM Italia, che ha fondato e diretto fino al 2024 il MUSE di Trento. Un processo avviato, che vede, secondo Lanzinger, “un’azione museale molto qualificata che va per la maggiore: il cultural welfare è una voce su cui molti hanno investito”. E infatti, spiega ancora il Presidente di ICOM Italia, “questa richiesta di un ruolo sociale e attivo nella comunità ha visto i musei evolversi dalla funzione eminentemente educativa impostasi tra la fine del XX e l’inizio del XXI Secolo – azione ormai assodata e dovuta – verso l’acquisizione di un profilo sociale più complesso, che spesso è difficile rendicontare”. Eppure i benefici di un’azione culturale proiettata verso la dimensione sociale sono evidenti: “Il bello non salverà il mondo, ma un po’ può aiutare. Conoscere può farci stare meglio, pensiamo al benessere generato dall’autostima, dalla crescita personale, dall’aver qualcosa da raccontare e trasmettere agli altri. Ed è allora che il concetto di benessere diventa transitivo, generando a propria volta inclusione. I musei possono contribuire a formare una società che sa ragionare, ha la testa ben fatta, come diceva Edgar Morin. Una società meglio attrezzata per decidere del proprio futuro”.
Anche a confronto con un mondo che sembra andare nella direzione contraria (si vedano le politiche di contrasto alle diversità degli Stati Uniti di Trump): “La ricerca museologica contemporanea sta rilevando come il comparto museale sia anch’esso sottoposto a forti pressioni legate alla polarizzazione della società. Un ruolo apparentemente neutro come la conservazione del patrimonio, tanto neutro non è. In qualunque situazione, il nostro compito non è agire con attivismo politico, ma creare condizioni di relazione con pubblici diversi”.
I temi dell’Assemblea Nazionale ICOM 2025
Con una rappresentanza di professionisti ed esperti di alto profilo, a Brescia si parlerà di tutto questo. Di pratiche sostenibili, alleanze pubblico-private, accessibilità e inclusione, e di come utilizzare le nuove tecnologie per misurare e ottimizzare l’impatto sociale dei musei. Ma fondamentale sarà anche definire meglio l’impatto “culturale” generato dalla fruizione dei musei, sia per fornire elementi oggettivi e condivisi di valutazione e rendicontazione alle istituzioni museali, sia per favorire nuove forme di collaborazione con il mondo delle imprese. L’obiettivo finale dell’evento è l’elaborazione di principi guida e una serie di indicatori di impatto che possano essere utilizzati nella redazione dei bilanci di sostenibilità tanto dei musei quanto delle imprese che desiderano intraprendere collaborazioni reciproche di lungo periodo.
E che l’incontro sia ospitato proprio dal Museo di Santa Giulia non è un caso. L’istituzione bresciana è attiva da anni nell’identificare e promuovere il nuovo ruolo dei musei, attraverso azioni specifiche rivolte al pubblico e ai professionisti, ritenendo che il tema dell’impatto sociale generato dall’attività culturale rappresenti l’orizzonte di riferimento entro cui operare.
Conterà, però, soprattutto, essere disposti a fare rete, per davvero. “Tra le istituzioni culturali c’è poco scambio, e l’azione di ICOM può giocare un ruolo molto importante nel favorire lo scambio di esperienze”, spiega Anna Maria Marras, che è Coordinatrice del GDL Multimedia e tecnologie emergenti di ICOM Italia e in Assemblea coordinerà il panel sul contributo delle nuove tecnologie alla crescita dell’interazione tra i luoghi della cultura e le comunità. “Si è lavorato molto in questi anni sull’applicazione di tecnologie avanzate che favoriscano l’accessibilità, la divulgazione e la personalizzazione dell’esperienza museale. Ma con progetti sperimentali e di ricerca: per un cambiamento reale dobbiamo superare i problemi legati alla sostenibilità economica e alla mancanza di competenze. E il confronto diventa essenziale”.
Livia Montagnoli
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