Un racconto fatto giardino
Borges rivive a Venezia. A venticinque anni dalla morte del grande scrittore argentino, la Fundación Internacional Jorge Luis Borges e la Fondazione Giorgio Cini ricostruiscono il giardino-labirinto progettato da Randoll Coate. Quello dei “sentieri che si biforcano”.
Venezia è un labirinto di calli, rughe, rii e ponti che disorientano l’avventore curioso. Perdersi è forse tra le esperienze più emozionanti che si possano fare in questa città quando non si è travolti dalle mappe biennalesche o impegnati a inseguire gli eventi segnalati con indicazioni appiccicate ovunque.
Vorreste perdervi in un’opera d’arte letteraria? Ora è possibile, sempre a Venezia, questa mise en abîme esperienziale. Presso la Fondazione Cini, all’Isola di San Giorgio, dove tra l’altro ci sono alcune tra le più belle mostre di questa 54° Biennale, è stato ricreato un vero e proprio labirinto di siepi di bosso ampio duemilatrecento metri quadrati e con un percorso interno di circa un chilometro e mezzo.
L’architetto Randoll Coate progettò questo labirinto negli anni Ottanta ispirandosi al racconto Il Giardino dei sentieri che si biforcano di Jorge Louis Borges e fece dono allo scrittore del disegno progettuale. Realizzato per la prima volta nel 2003 per la tenuta “Los Alamos” in Argentina, ora il disegno di Coate è stato portato a Venezia nei pressi di una grande biblioteca storica, come l’architetto desiderava profondamente, ed è stato realizzato da Eutopia secondo le esatte indicazioni del progetto, con tutte le sue metaforiche presenze: la clessidra e il punto di domanda, simboli tanto cari allo scrittore argentino.
Uno degli aspetti più interessanti di questa operazione è l’omaggio a Borges e alla sua cecità: gli ipovedenti potranno infatti leggere un suo racconto realizzato in braille e inciso su un corrimano in marmo o alabastro che è ora in fase di realizzazione e che verrà installato all’interno del giardino aiutando i ciechi a orientarsi tra i vicoli di bosso.
Inaugurato in occasione del venticinquesimo anno dalla morte del grande argentino (avvenuta il 14 giugno 1986), questo intervento paesaggistico riporta alla mente gli scritti borgesiani dove si evocava quella letteratura labirintica che lo scrittore considerava ineluttabile, “unico modo possibile di abitare il mondo e riconoscerlo in quanto il nostro rapporto con il reale è fatalmente determinato dalla cultura”. Ora possiamo provare, a Venezia, a perderci nelle curve e nelle pieghe di un pezzo di mondo astratto dallo spazio e dal tempo. Immergendoci in un labirintico racconto fatto giardino.
Chiara Casarin
Venezia // dal 15 giugno 2011
Il labirinto Borges
www.cini.it
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