Oro blu in Potsdamer Platz
Uno dei fulcri della capitale tedesca ha un’anima spiccatamente commerciale. Una sorta di Disneyland dell’architettura, che vede protagonista Renzo Piano. Ma sotto sotto c’è pure l’ecologia. Che, in pieno stile teutonico, funziona alla perfezione.
La complessità urbana di Potsdamer Platz, uno tra i cuori vitali della capitale tedesca, è stata oggetto di discussioni controverse per l’impronta commerciale e speculativa: 600.000 mq compresi tra Potsdamer Platz e la Porta di Brandeburgo, una “città nella città”, con 8 dei 19 grattacieli progettati da Renzo Piano.
Colpiscono sicuramente gli specchi d’acqua, che si sviluppano per circa 1,5 kmq, con una profondità di 1,75 m e una portata d’acqua di 12.000 metri cubi. Pochi sanno però del sistema di accumulo e recupero delle acque meteoriche che corre sotto tutta la piazza. Tutti gli edifici sono dotati di tetti verdi e collettori per la raccolta di acqua: le acque piovane vengono dunque stoccate in apposite cisterne di accumulo interrate e riutilizzate in parte per irrigazione e flusso nelle toilette, in parte per alimentare il sistema di fornitura urbano. Nei mesi più piovosi dell’anno, le acque in eccesso possono inoltre essere pompate dalle cisterne a tre bacini di raccolta e convogliate verso il Landwehrkanal.
Il progetto coniuga dunque parametri sostenibili – corretto uso, gestione e recupero delle acque – con criteri estetici: l’acqua come arredo urbano, elemento fluido tra grattacieli in acciaio e pareti vetrate. Non solo dunque un luogo di fruizione collettiva, ma un vero e proprio “polmone” urbano ecologico nel centro di Berlino.
Elisabetta Biestro
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #7
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