L’housing sociale: nuovi modi di vivere la periferia. Esempio Milano
Come esito del concorso internazionale promosso da Polaris Investment Italia SGR in nome e per conto del Fondo immobiliare etico “Abitare Sociale 1”, bandito a dicembre del 2010, sono in corso di realizzazione due interventi di housing sociale a Milano. Rappresentano un nuovo modo di vivere la periferia sia in termini di sostenibilità ambientale che di sostenibilità sociale.
Questi progetti si collocano all’interno di un percorso di partenariato tra il Comune, la Fondazione Cariplo e la Fondazione Housing Sociale avviato nel 2005, che si auspica possa proseguire con la sperimentazione di modalità innovative di progettazione e gestione degli alloggi.
Come già in parte sperimentato nel 2009 con la realizzazione del nuovo quartiere in via Gallarate – via degli Appennini (su progetto di MAB Arquitectura), la ricerca di un’identità rispetto alla preesistente frammentazione dell’area ha innescato nuove relazioni urbane, promuovendo diverse giaciture e favorendo una nuova relazione tra la residenza e lo spazio pubblico. Le più recenti realizzazioni italiane, in particolare a Milano, spingono in avanti la ricerca sul vivere contemporaneo approfondendo il tema della sostenibilità come valore intorno al quale far crescere una comunità.
Il progetto di housing sociale di Borgo Figino è finalizzato a sviluppare in modo integrato la dimensione sociale del borgo e a favorire le reti relazionali e gli stili di vita sostenibili e rispettosi dell’ambiente. Borgo sostenibile significa anche sviluppare elementi di attrazione per il resto della città attraverso la promozione di un’identità di Figino, che è rappresentata dalla relazione tra la residenza e il verde.
Il progetto di Figino si struttura su due scale d’intervento: una sovralocale e una di quartiere. La scala sovralocale è rappresentata dalla relazione tra l’area d’intervento, il Boscoincittà e il sistema dei parchi e delle realtà rurali circostanti: il Parco dei Fontanili di Rho, il bosco di Quinto Romano e il Bosco della Giretta. Il ragionamento sul verde, a Figino ha valore anche nell’ottica di una continuità con le aree a verde previste per l’Expo 2015.
Il progetto di housing sociale in via Cenni, invece, nasce proprio dal concetto di comunità e come questa possa essere sviluppata e consolidata nella società contemporanea, attraverso la realizzazione di un blocco residenziale dove convivono le differenze funzionali e sociali.
Il valore dello spazio pubblico come terreno su cui costruire delle relazioni è alla base della proposta per via Cenni: uno spazio verde, simbolo della sostenibilità intesa non solo come obiettivo da perseguire, ma anche valore culturale da condividere ed elemento di aggregazione e sviluppo. L’idea è stata quella di creare un nuovo polo di aggregazione attraverso il rafforzamento di un luogo posto tra città e campagna, compreso tra densità e rarefazione.
L’elemento generatore del progetto è lo spazio aperto concepito come flusso di attività non solo tra i due margini costruiti adiacenti, della caserma Santa Barbara e del deposito ATM, ma anche tra la città costruita e il sistema di città di transizione dove sono presenti gli elementi principali del verde metropolitano. La corte verde è lo spazio dove confluiscono i flussi delle diverse attività all’aperto, dalle vasche per l’orticoltura private alle attività sportive pubbliche, passando attraverso i movimenti di terra e le variazioni cromatiche e olfattive delle essenze arboree scelte per la caratterizzazione degli spazi privati ad uso pubblico. È una progressione visiva che stabilisce un rapporto armonico con le variazioni volumetriche degli edifici (elementi a torre e lineari) ed è tenuta insieme dal ballatoio a piano primo che corre lungo tutto l’isolato e consente l’accesso alle torri residenziali.
Il sistema costruttivo è a pannelli portanti in legno a strati incrociati (X-LAM); si tratta di un sistema che non solo ha dei valori di carattere ecologico-ambientale, ma garantisce anche elevate prestazioni in termini di sicurezza strutturale, e soprattutto di comfort abitativo. Gli edifici di via Cenni sono, infatti, in classe energetica A. La flessibilità proposta nella distribuzione degli spazi interni dell’alloggio, garantita dallo stesso sistema costruttivo consente, inoltre, una personalizzazione dell’ambiente della casa secondo una modalità partecipata.
Il quartiere di via Cenni, con i suoi nove piani fuori terra realizzati con struttura in legno X-LAM, rappresenta una singolarità nel panorama europeo, certamente per ragioni tecnologico-costruttive, ma forse anche per i valori di sostenibilità ambientale e sociale che lo hanno generato.
Francesca Genise
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